GHB, liquid X, Gamma-oh, Scoop, sono solo alcuni dei
nomignoli utilizzati nel mercato illecito delle sostanze
stupefacenti per l’acido gammaidrossibutirrico. A
dispetto del nome complesso e altisonante si tratta di
una piccola molecola, un acido grasso a catena corta,
che deve il suo successo ad una estrema versatilità:
via via negli anni è stato infatti utilizzato come
regolatore del metabolismo energetico, anabolizzante,
anestetico, induttore del sonno, afrodisiaco e
allucinogeno. La sua popolarità si è però fermata una
decina di anni fa con la scoperta negli Stati Uniti di
una diffusione dell’abuso e degli effetti tossici
correlati. In Italia alla fine del 1999 ne è stato
limitato il commercio, la vendita e l’uso
ricomprendendolo tra le sostanze soggette a restrizioni
ai sensi del D.P.R. 309/90 (Testo unico delle leggi in
materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze
psicotrope), ma la sentenza del TAR del Lazio del 26
marzo 2001 ha annullato le restrizioni destinate
all’unica specialità medicinale a base di GHB
prodotta nel nostro paese. La sentenza del TAR non è
stata tuttavia ancora recepita e non è stato ad oggi
emanato alcun decreto di annullamento.
Cos’è il GHB
E’ una molecola presente naturalmente nell’organismo
dei mammiferi, distribuita soprattutto nel cervello, ma
anche in diversi organi e tessuti (reni, cuore,
muscolatura e tessuto adiposo). Le sue funzioni
fisiologiche sono sicuramente complesse ma ancora oggi
poco chiare: si sa che è un precursore e un prodotto di
degradazione del neurotrasmettitore con funzione
inibitoria GABA, senza tuttavia possedere delle azioni
dirette sui suoi recettori. La sua assunzione provoca,
attraverso meccanismi ancora in gran pare sconosciuti,
variazioni dei livelli di dopamina, serotonina e
acetilcolina, tre molecole responsabili del trasporto
degli impulsi nervosi che sono alla base del
funzionamento del cervello. Sembra che il GHB aiuti a
prevenire i danni cellulari dovuti alla carenza
dell’ossigeno necessario alla respirazione, attraverso
una riduzione della richiesta di ossigeno da parte delle
cellule e che provochi una riduzione della produzione di
radicali liberi e una riduzione della risposta
infiammatoria. La sua storia comincia nei primi anni
’60, quando viene sintetizzato da un ricercatore
francese che ne individua la presenza nel cervello.
Diviene presto un farmaco di successo e per qualche anno
viene prescritto, soprattutto in Europa, come anestetico
generale, nel trattamento dei disordini del sonno, per
ridurre la drammaticità della sindrome da astinenza da
alcool e addirittura somministrato durante il parto
dove, per la sua capacità di provocare rilassamento
della muscolatura, sembra adatto ad alleviare i dolori e
favorire la dilatazione del collo dell’utero.
Negli anni ’80 tuttavia il suo consumo comincia a
diffondersi in ambiti meno ufficiali: il GHB diviene ben
presto una sostanza utilizzata in palestre e fitness
center in virtù di presunte attività anabolizzanti
(sembra che sia uno stimolatore dell’ormone della
crescita, aiuti a perdere peso e ad aumentare il volume
muscolare) e pochi anni dopo si diffonde, per le
proprietà allucinogene, come vera e propria sostanza
d’abuso. Viene assunto in occasione di rave party e
nelle discoteche come sostituto di alcool, ecstasy e
amfetamine oltre che utilizzato a dosi più elevare come
anestetico per rendere incoscenti le vittime di stupri o
di furti che al risveglio non ricordano di aver subito
l’assalto.
Gli effetti stupefacenti
L’assunzione di GHB produce uno stato piacevole di
rilassamento e tranquillità, aumento della sensualità,
moderata euforia e tendenza alla loquacità; effetti
molto simili a quelli dell’alcool, ma con il vantaggio
dell’assenza del classico malessere post-sbornia. Le
sensazioni piacevoli compaiono una mezz’ora dopo il
consumo, scompaiono dopo circa tre ore e possono essere
prolungate ripetendo l’assunzione. Ma ogni medaglia ha
il suo rovescio, gli effetti sono dose-dipendenti e
basta un piccolo aumento della quantità assunta per
ottenere un loro forte incremento, a ciò va aggiunto
che la distanza tra dose stupefacente e tossica è assai
breve: da un effetto di piacevole stordimento si può
passare inconsapevolmente e rapidamente a uno stato di
incoscenza, al quale possono seguire convulsioni, vomito
e depressione respiratoria, sino ad arrivare al coma e
in casi estremi alla morte. Difficilmente l’assuntore
conosce la quantità di principio attivo che sta
consumando, il GHB viene infatti sintetizzato senza
particolari difficoltà utilizzando ricette disponibili
via internet che richiedono ingredienti facilmente
reperibili anche dagli adolescenti. Si ottiene una
polvere bianca, insapore, assunta per bocca con un
cucchiaino in quantità di 1-2 grammi (da mezzo a due
cucchiaini), ma nella quale è contenuta una
concentrazione di sostanza pura non nota, oppure viene
disciolto in quantità variabili di acqua e distribuito
in bottigliette di plastica simili a quelle utilizzate
per lo shampoo negli hotel. E’ quindi chiaro che
l’utilizzatore non sa quanto principio attivo sta
assumendo, e non ha la possibilità di rendersi conto
che sta raggiungendo quantità compatibili con un
avvelenamento. La tossicità del GHB aumenta poi se
viene assunto in associazione con altre sostanze
neurodeprimenti, come ad esempio l’alcool, l’eroina
o farmaci antiepilettici che ne amplificano gli effetti
sul cervello.
La potenzialità tossicomanica di questa sostanza è poi
aggravata dal fatto che provoca dipendenza: quando si è
instaurata l’abitudine ad assumere è difficile
smettere e la dismissione dell’uso conduce ad una
sindrome d’astinenza caratterizzata da insonnia,
ansia, tremori e crampi muscolari.
Ora si cerca di correre ai ripari
In seguito ai primi episodi di intossicazione avvenuti
negli Stati Uniti nel ’90 l’organismo americano di
controllo su farmaci ed alimenti FDA (Food and Drug
Administration) ha vietato la sua produzione. Nonostante
ciò la diffusione di laboratori clandestini è
aumentata e oggi l’abuso di GHB rappresenta un
preoccupante fenomeno negli Stati Uniti, associato al
fiorire di un mercato parallelo di gamma-butirrolattone
(GBL) e, in tempi più recenti, di 1,4-butanediolo
(1,4-BD): due solventi industriali di facile reperibiltà
che hanno la duplice valenza di ingredienti utilizzati
nei laboratori casalinghi per la sintesi del GHB e di
sostanze che una volta assunte vengono rapidamente
trasformate dall’organismo in questa molecola. Per
questi motivi recentemente anche la vendita e la
produzione di queste due sostanze è stata
regolamentata.
In Italia nel 1991 l’azienda farmaceutica Laboratorio
Farmaceutico C.T. S.R.L. ha commercializzato un
preparato a base di acido gammaidrossibutirrico come
specialità medicinale denominata Alcover. Le sue
indicazioni terapeutiche sono legate al controllo della
sindrome da astinenza da alcol etilico e della fase
iniziale dell’alcoldipendenza. Sulla scia delle
conoscenze acquisite a livello internazionale riguardo
alla diffusione dell’abuso, con decreto del 10
novembre 1999, GHB e GBL sono stati inseriti nella prima
tabella delle sostanze stupefacenti del D.P.R. 309/90,
che ricomprende anche ad esempio eroina, cocaina e
ecstasy. Una settimana più tardi, con decreto del 16
novembre 1999, anche l’Alcover è stato sottoposto
alle stesse restrizioni previste per la sostanza pura.
Tuttavia la ditta farmaceutica produttrice ha presentato
ricorso innanzi al TAR (Tribunale Amministrativo
Regionale) del Lazio contro il Ministero della Sanità e
il Ministero della Giustizia richiedendo
l’annullamento dei due decreti e quindi la
riabilitazione del farmaco Alcover e, indirettamente, la
liberalizzazione della sostanza pura che, in assenza di
normativa specifica, potrebbe essere assunta e
distribuita liberamente da chiunque. Il TAR si è
pronunciato nel marzo del 2001 accogliendo le richieste
del ricorrente solo per quanto attiene al farmaco, il
composto GHB resta invece nella tabella delle sostanze
stupefacenti e psicotrope di cui al decreto 309/90. A
tutt´oggi, tuttavia, nessun intervento legislativo ha
recepito l’ordine impartito dal TAR con la sentenza
del 26 marzo 2001, quindi l´Alcover allo stato attuale
resta nella I tabella delle sostanze stupefacenti
assieme al GHB.
Dossier Droghe
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