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E' vera 'Ecstasy'? (www.sanpatrignano.org)

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Chi usa l’ecstasy?

L’uso di ecstasy, in progressivo aumento, secondo le statistiche, a partire dagli anni ’80, è diffuso soprattutto tra i giovani e soprattutto tra i frequentatori di discoteche, pub e rave parties. In Europa circa il 5% dei giovani di età compresa tra 16 e 24 anni ha fatto uso di amfetamine o ecstasy nel corso degli ultimi 12 mesi. Attualmente il consumo di ecstasy tenderebbe a spostarsi dalle grandi discoteche ai piccoli locali di ritrovo ed agli ambienti privati.


Cosa c’è nell’ecstasy che si compra dallo spacciatore?

La sintesi dell’ecstasy è relativamente semplice da realizzare e non richiede attrezzature particolarmente sofisticate. L’ecstasy è prodotta illegalmente con metodi spesso approssimativi ed artigianali, il che significa che non c’è alcun controllo sulla qualità e sulla quantità e di sostanza attiva contenuta nella pastiglia che si acquista dallo spacciatore, la cui percentuale può variare dallo 0 a circa il 50% e anche oltre. La rimanente parte è costituita da diluenti (es. zuccheri).

Spesso, assieme all’ecstasy sono presenti anche altre sostanze che hanno effetti stimolanti come l’amfetamina, la ketamina, l’efedrina e la caffeina, in grado di modificare qualitativamente e quantitativamente l’effetto prodotto dall’ecstasy.

Oltre all’ecstasy sono in circolazione altre sostanze molto simili e dagli effetti sostanzialmente identici, come l’MDA, l’MDEA o MDE, MBDB, DOB, ecc. Alcune, come la parametossiamfetamina (PMA) sono caratterizzate da maggiore pericolosità dell’ecstasy.
Non è raro che due o più di queste sostanze si trovino miscelate nella stessa compressa.

Pastiglie vendute per ecstasy possono contenere in realtà tutt’altro, ad esempio altre droghe (amfetamina, ketamina), esclusivamente diluenti o, addirittura, farmaci per uso umano o veterinario.

Il consumatore non ha alcun modo di conoscere la natura e la quantità delle sostanze contenute nella pastiglia esponendosi così al rischio di assumere altre sostanze potenzialmente nocive oppure una dose eccessiva di ecstasy.

L’aspetto esteriore della pastiglia può ingannare perché il contenuto può essere diverso da quello di pastiglie con lo stesso aspetto provate in precedenza. In alcune discoteche olandesi è stato istituito un servizio di controllo del contenuto delle compresse in modo che il consumatore possa avere almeno un’indicazione di ciò che sta per assumere. In Inghilterra è stato messo in commercio un kit diagnostico con il medesimo scopo.


Come si prende l'ecstasy?

Quasi sempre per bocca. Se presa dopo un pasto l’assorbimento della sostanza attraverso la parete dello stomaco è più lento ed anche l’effetto si manifesta più lentamente.

La polvere può essere inalata e sono segnalati rari casi di assunzione per iniezione endovenosa.


Cosa succede se, assieme all’ecstasy, si consuma anche alcol o si prendono altre sostanze?

Molto spesso l’uso di ecstasy è associato al consumo di alcol, di psicofarmaci e di altre sostanze stupefacenti (cocaina, hashish e marijuana). Sono descritti anche casi di uso combinato di ecstasy e di Viagra®, talora anche con l’aggiunta di cocaina.

Questi comportamenti sono molto pericolosi perché agli effetti dell'ecstasy sull'organismo si possono aggiungere quelli prodotti dalla/e altra/e sostanza/e aumentando significativamente il rischio di manifestazioni tossiche.

L’assunzione di alcuni farmaci o di altre sostanze d’abuso può esaltare gli effetti tossici dell’ecstasy. In particolare, i farmaci che vengono trasformati ed inattivati dall’organismo dagli stessi sistemi enzimatici coinvolti nell’inattivazione dell’ecstasy possono determinare una riduzione della velocità di eliminazione dell’ecstasy dall'organismo e, di conseguenza, un prolungamento degli effetti della sostanza. Il fenomeno è stato ad esempio riscontrato nel caso di alcuni farmaci antivirali, tra cui gli inibitori delle proteasi dell’HIV-1 (ad es. Ritonavir, Saquinavir).

Spesso, inoltre, l’assunzione di altre sostanze, tra cui soprattutto l’alcol e i farmaci antidepressivi (ad esempio il Prozac) può ridurre l’intensità degli effetti piacevoli prodotti dall’ecstasy e/o aumentare quella degli effetti spiacevoli.


L’ecstasy produce tolleranza e dipendenza?

La dose di ecstasy sufficiente a produrre l’effetto ricercato dal consumatore è mediamente compresa tra 50 e 100 mg.

L’uso regolare di ecstasy produce un rapido aumento della tolleranza: sono cioè necessarie dosi maggiori per raggiungere l’’high’ e in ogni caso il consumatore regolare raramente raggiunge le stesse sensazioni e la stessa intensità inizialmente provate. Invece, diversi consumatori descrivono un aumento dell’intensità degli effetti spiacevoli prodotti dall’ecstasy. Il fenomeno è in ogni caso reversibile: un consumatore abituale che si astiene dall’uso perde la tolleranza acquisita.

Il consumatore di ecstasy non raggiunge lo stato di bisogno irrefrenabile di assumere altre dosi tipico, ad esempio, del consumatore di eroina. Spesso, tuttavia, insorge una condizione psicologica di dipendenza dallo stato emozionale prodotto dalla droga, al punto che alcuni soggetti cominciano a pensare che senza l’ecstasy non sia possibile divertirsi “veramente”.


Quali sono i segni più visibili del consumo abituale di ecstasy?

Sono in generale disturbi di natura neuropsicologica ed in particolare incapacità di concentrazione, difficoltà di attenzione, disturbi della memoria e del sonno.

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