Con il taglio di mezzo punto del costo del denaro
deciso congiuntamente a livello mondiale, le banche centrali hanno dovuto
abbassare i tassi di interesse. La Federal Reserve ha portato i tassi
all'1,5%; la Banca Centrale Europea al 3,75%, nonostante meno di una
settimana fa l'Istituto di Francoforte avesse deciso di lasciare il tasso
principale al 4,25%. Decisione forzata anche per la Banca Nazionale Svizzera
che ha abbassato i tassi dal 3% al 2,5%, per la Banca d'Inghilterra, per la
Banca del Canada, per la Banca Centrale di Svezia.
Sempre oggi, anche la Banca centrale cinese ha tagliato
il costo del denaro, dello 0,27%, tagliando i tassi di mezzo punto
percentuale e la Banca del Giappone (BoJ) ha lasciato i tassi di interesse
fermi allo 0,5%.
Il ribasso dei tassi d'interesse dovrebbe aiutare la fiducia
delle famiglie, rispondendo alle incertezze economiche, ma non
risolve di per sé il problema di sfiducia che da mesi ormai sta
attanagliando il mercato monetario. Ormai la crisi delle banche americane è
arrivata anche in Europa.
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