La Federal Reserve ha tagliato il tasso di sconto degli Stati Uniti di 0,25
punti al 2.25% ai minimi dal dicembre 2004. Per Bernake l’economia statunitense
«continua ad essere debole».
Con questo taglio il tasso di riferimento
diventa del 2,00%, mentre il tasso di sconto è stato ridotto di 1/4 al
2,25%.
I mercati finanziari vedono qualche possibilità che potrebbero esserci altri tagli in cantiere.
Tutto secondo le previsioni che scommettevano su una riduzione da un quarto di punto. A partire dal picco di 5,25% dell'estate
scorsa, i tassi Usa sono stati ridotti da metà settembre 2007 con l'emergere della crisi dei mutui.
Nel comunicato si legge che le incertezze circa le prospettive di inflazione rimangono elevate, ma nel corso dei prossimi trimestri si attende una
moderazione dell'inflazione. E' stato rilevato il rialzo dei prezzi dell'energia e delle commodity.
La Federal Reserve, nel suo comunicato successivo alla decisione di tagliare i tassi, ha smesso di citare i rischi al ribasso per la crescita economica. Nella nota la Fed parla di un'economia ancora debole, un "considerevole stress" che continua a condizionare i mercati finanziari. Quanto all'inflazione, sulle cui prospettive le incertezze "rimangono alte", la Fed dice di aspettarsi una moderazione, ma promette anche di monitorare con attenzione i prezzi. I tagli al costo del denaro varati finora vengono definiti "importanti" e dovrebbero stimolare la crescita economica degli Usa.
Archivio Federal Reserve
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