Per il compostaggio il comune ha già pensato di installare un paio di
compostiere a disposizione dei cittadini, per esempio nella nuova villa
comunale. Bisognerebbe convincerlo ad acquistare in proprio a prezzo scontato
delle compostiere condominiali da cedere ai condomini ma sembra contrario ad
offrire poi degli sconti a quelli che si impegnano nel compostaggio..
In alternativa si potrebbe fare un
elenco dei condomini interessati ed acquistare le compostiere, in modo da acquistarle in blocco in blocco in modo
da abbattere i prezzi.
E' stata evidenziata la necessità di una separazione immediata e completa secco-umido,
in quanto è l' umido a creare tutta una serie di inconvenienti ma la discussione
non è stata approfondita perchè il sindaco non considera attuabile uno sconto
sulla tarsu per chi acquista le compostiere o per chi produce compost da solo.
Si propone di approfondire la questione e delle compostiere in un secondo momento seguendo le linee programmate a Napoli
1) Effettuare una mappatura delle possibilità e della volontà
dei cittadini di fornirsi di compostiere domestiche e ove possibile di
compostiere condominiali,
2) Provvedere a realizzare una lista per acquisto collettivo al fine
di abbattere i costi
3) La prova di acquisto dovrebbe consentire un risparmio sulla
TARSU in quanto chi fa il compostaggio non conferisce l' umido e
permette la riduzione della raccolta differenziata, ed il controllo andrebbe
fatto in questi modi:
1) dalla quantità di umido prodotto in una determinata zona / quartiere /
circoscrizione . La proporzione tra secco ed umido potrebbe essere la base per
applicare la riduzione l'anno successivo . La riduzione sarebbe quindi variabile
e maggiore per le zone più virtuose .
2) riduzione automatica del 30% ai condomini che hanno acquistato una
compostiera condominiale , La quantità di compost ritirata ( per un condominio
sarebbe giustificabile il ritiro da parte del comune ) sarebbe la garanzia del
funzionamento della compostiera negli anni .
3) riduzione anche per le singole famiglie che producono compost , ma le
singole famiglie dovrebbero preoccuparsi loro della consegna del compost .
Il comune dovrebbe preoccuparsi di verificare quanto compost è stato consegnato da
ciascuno , ed ovviamente rilasciare a ciascuno la certificazione di quanto
consegnato.
Inoltre deve essere garantito il ritiro del COMPOST PRODOTTO
Bisognerebbe anche prevedere delle dimostrazioni collettive pubbliche di compostaggio domestico
cicliche e provvedere ad un numero verde informativo di supporto.
In un secondo tempo si potrebbero individuare i quartieri da servire con compostaggio
locale collettivo ad uso pubblico.
Si tratta di compostiere di quartiere capaci di trattare l’umido prodotto da
250 persone, oltre 20 tonnellate l’anno di frazione organica, producendo compost
in circa un mese, invece, che dei 4 mesi previsti dal compostaggio domestico.
Sono molto piccole, a loro altezza è di un metro e 17 centimetri, mentre la
larghezza di quasi 3 metri. Sono composte da acciaio inossidabile e polietilene
riciclato, al cui interno ci sono due sezioni separate. Queste attualmente sono
elettriche a bassissimo consumo, ma si potrebbero convertire con pannelli
fotovoltaici.
Si noti che gli impianti di compostaggio richiedono mesi per la loro
messa in opera e sono molto costosi e funzionerebbero bene solo con il porta a
porta difficile da realizzare.
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