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07/07/2017 Il mare, le schiume, le alghe e gli zucchini S.Pasquale
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Raffaele Attardi*
Secondo il mito, Venere sarebbe nata dalla schiuma del mare, è quindi è noto da tantissimi anni che nel mare si formano delle schiume , ovvero un aggregato instabile di bolle d’aria in acqua .
Nel Golfo di Napoli , e non solo lì , da alcuni anni le schiume si formano sempre più frequentemente , vagano spinte dalla corrente ed è facilissimo incontrale. Le foto seguenti, disponibili su internet, documentano la formazione di schiume di eccezionali dimensione, che talvolta si formano.


Purtroppo nessuno più crede nel mito di Venere anzi le schiume destano preoccupazione, perché molti ipotizzano che siano dovute a scarichi abusivi di varia natura e viene attribuito alternativamente a carenze nel sistema fognario, o a sversamenti dovuti alle navi da crociera e\o allo sversamento di scarichi abusivi provenienti da abitazioni e alberghi che affacciano sul mare. E c’è anche chi ritiene che la presenza di schiume sia dovuta al fatto che in taluni periodi la popolazione residente aumenta in maniera esponenziale e quindi si scaricano a mare tonnellate di detersivi provenienti da strutture ricettive e ristoranti.
Per smentire queste ipotesi allarmanti sono venute più volte rassicurazioni dalle Autorità, che hanno precisato che queste schiume sono dovute a fenomeni naturali, e che non costituiscono un pericolo, ma ci sono pochi riferimenti a studi fatti per approfondire lo studio delle cause di questo fenomeno, e ancor meno le ipotesi di lavoro per determinare le misure più idonee per contrastarlo.
Eppure questo aspetto è di grande rilevanza perchè , fare il bagno nella schiuma , consente forse di uscire più puliti dall’acqua, ma non è certo gratificante.
Sorrento con le sue terrazze affacciate sul mare, offre un osservatorio privilegiato per studiare questo fenomeno, perché talvolta , invece di chiudersi in laboratorio e mettersi al microscopio, le cose si vedono meglio guardandole dall’alto.
La prima evidenza che si può trarre studiando l’evoluzione del fenomeno è che si tratta di un fenomeno stagionale : inizia pressappoco con la prima luna di primavera, aumenta durante tutta la primavera, raggiunge il breack even point in estate e finisce poi con lo ridursi in autunno , per poi scomparire durante l’inverno.
La seconda evidenza è che la comparsa delle schiume non è casuale: le schiume si generano durante le giornate con elevato modo ondoso, quando le onde sbattono contro gli scogli , o nella scia degli aliscafi Gli aliscafi infatti sono spinti nella quasi totalità dei casi da idrogetti , ovvero da turbine che producono forti getti d’aria e determinano la formazione di bolle d’aria: le schiume cioè si formano a mare né più ne meno come quando si sbatte una saponata in una vaschetta o si avvia la vasca idromassaggio .
Le foto che seguono danno evidenza in modo chiaro come si forma la schiuma .


Ma dove derivano le sostanze tensioattive che si trovano a mare e determinano l’abbassano della tensione superficiale, consentendo la formazione della schiuma?
Il fatto che la presenza di schiume sia stagionale e non direttamente legata al variare delle presenze turistiche sembra contraddire che possano derivare dai detersivi scaricati direttamente a mare. E c’è anche anche una considerazione stechiometrica che mi porta a questa conclusione : per produrre cambiamenti significativi nella formazione di schiume, tali da giustificare la variabilità delle fenomeno delle schiume, in un recettore così grande, come è il mare profondo della penisola sorrentina occorrerebbero variazioni consistenti e repentine della concentrazione dei detersivi nel mare , cosa che comporterebbe variazioni altrettanti consistenti e repentine nella quantità di detersivi scaricati a mare, incompatibili con la pur elevata variazione dovuta ai flussi turistici.
Si deve perciò presumere che le sostanze tensioattive che si trovano in mare siano di origine naturale, prodotte cioè dal microalghe costituenti il fitoplancton.
Questa ipotesi trova conferma nel fatto che non solo la presenza di schiume è variabile con le stagioni, ma anche con le fasi lunari. In più occasioni si verifica infatti che la scia lasciata dallo stesso aliscafo, sia più o meno consistente a seconda della fase lunare. Il fitoplancton sembra cioè comportarsi come una specie vegetale diffusamente coltivata in penisola sorrentina, lo zucchino S. Pasquale , che ha un periodo di produzione che inizia in primavera e finisce ad estate in inoltrata, e che cresce vista d’occhio durante la luna crescente. Le immagini seguenti evidenziano la diversa formazione di schiume, a parità di condizioni, a seconda della fase lunare.
E l’ipotesi che i tensioattivi siano prodotti dalle alghe spiegherebbe anche perché si verificano nella stessa stagione variazioni così significative – Le microalghe del microplancton non crescono in maniera lineare, ma seguono una legge esponenziale , si raddoppiano di volte in volta : impiegano un certo tempo per occupare la metà di un bacino idrico , poi però, raddoppiandosi ancora una volta , solo un attimo per colonizzarlo completamente.
E si verifica repentinamente anche il fenomeno inverso: una volta terminato il loro periodo di crescita, muoiono tutte insieme e cadono sul fondo, come le foglie degli alberi in autunno . Finiscono così con il soffocare tutte le specie che vivono sul fondo, causando l’impoverimento dei fondali. E quando questq gelatina viene gonfiata dai gas di putrefazione , sale a galla , dando origine alla mucillagine. Questo fenomeno non si evidenzia molto nel Golfo di Sorrento, a causa della tipologia dei fondali, ma basta andare in giro con una maschera per notare come in certi periodi, una specie di lanugine copra il fondale e le poseidonie.
Nelle immagini sottostanti si evidenzia come lo stesso in periodi diversi la scia lasciata dallo stesso aliscafo sia completamente diversa, fenomeno che dimostra come sia repentina la variazione di concentrazione dei tensioattivi contenuti nelle acque.


Conclusioni
Le considerazioni semiempiriche esposte in precedenza devono trovare conferma in studi sulla natura chimica delle schiume e sulla natura delle microalghe che producono i tensioattivi naturali e sui fenomeni che ne regolamentano la crescita.
Ma nel frattempo che il Chimico ed i tanti professionisti coinvolti in questa tematica studiano, bisogna evitare che il malato muoia.
Quando si parla del mare l’attenzione dell’opinione pubblica e quella dei media è largamente concentrata su di un solo indicatore: la balneabilità o meno dello specchio d’acqua. Ma la balneabilità dipende prevalentemente solo dalla presenza o meno di batteri patogeni nelle acque. E per di ottenere la balneabilità si fa largamente ricorso alle condotte sottomarine, che consentono di allontanare i liquami dalla costa.
Ma questa soluzione equivale a scopare e mettere i rifiuti sotto il tappeto: si ottiene il risultato di diluire e distruggere i batteri , ma tutto il carico chimico e biologico presente nei liquami viene scaricato a mare ed alimenta il fitoplancton. E’ del tutto evidente che questo fatto sta contribuendo, insieme alle mutate condizioni climatiche ad un grave rottura degli equilibri naturali.
Pochi pongono attenzione alla formazione sempre delle schiume e un numero ancora minore di persone cerca di risalire alle cause di questo fenomeno e a spingere per fare in modo che vengano attuate le azioni correttive necessarie per rimuoverle.
In penisola sorrentina è nato un movimento Facebook ‘La Grande Onda’ che sta cercando di fare proprio questo . E pur rimanendo aperto il dibattito sulle cause di questo fenomeno e più in generale , sulle cause dell’inquinamento del mare, continuamente sposta l’attenzione sulle azioni che bisogna fare per ridurre l’impatto dell’inquinamento.
E ha ottenuto, senza marce, senza flash mobing, senza manifestazioni eclatanti, ma stimolando attraverso una lunga e continua ‘ chiacchierata ‘ via internet , che ha coinvolto più di 10.000 persone , che si mantenesse concentrata l’attenzione sul completamento di un’opera l’impianto di depurazione di Punta Gradelle, che oggi dopo 40 anni di attesa è stato finalmente avviato. Questo impianto separa oltre 1000kg al giorno di solidi sospesi che prima finivano a mare ( e guardano la tipologia dei rifiuti separati , nella foto sottostante, ci sarebbe tanto da dire su quanto contribuiscono le fogne a far crescere le isole di plastica e la concetrazione di microplastiche nel mare ) e che tratta tutti i liquami dei comuni della penisola, abbattendo drasticamente il carico chimico biologico scaricato a mare.
Si tratta solo il primo del primo passo a cui devono far seguito, parlando solo dei fatti nostri, analoghi interventi nel Golfo di Napoli, e nell’area Sarnese Vesuviana.
La ‘chiacchierata’ sta continuando e sta mettendo in evidenza come in altre zone non solo ci siano impianti di depurazione non ancora completati, ma che ci siano situazioni ancor più gravi, conosciute da anni, ma non sufficientemente portate all’attenzione dell’opinione pubblica e che accanto a poche situazioni di eccellenza ci sia un vero e propri museo degli orrori in cui è possibile trovare Città di decine di migliaia di abitanti senza fogne, e dove i liquami vengono scaricati in canali che scorrono fra le case a cielo aperto, opere idrauliche realizzate dai Borboni per risanare paludi e favorire lo sviluppo agricolo e industriale, trasformate in collettori fognari largamente fuori controllo, taluni senza sbocco, luoghi in cui si utilizzano invasi naturali per scaricarvi le fogne, e perfino Città, che pur avendo sul proprio territori impianti di depurazione non lo utilizzano per mancanza di collettori di collegamento e scaricano le acque fognarie direttamente nel fiume.
Bisogna rimuovere le cause di questo disastro e ognuno può collaborare a questo risultato ,il mondo scientifico che non può limitarsi a sollecitare nuovi studi, ma che deve contribuire ad una corretta divulgazione scientifica, gli organi di informazione che devono porre costantemente all’attenzione questo problema e diffondere corrette informazioni sui procedimenti in corso per risolverli . Bisogna far crescere il coinvolgimento dei Cittadini e sono i Cittadini che devono impegnarsi in prima persona e costantemente sollecitare Città per città i loro Amministratori provvedimenti da adottare. L’inquinamento è un mostro dai mille tentacoli , ci vogliono mille braccia per combatterlo. Ognuno deve mettere a disposizione le sue.
Bisogna smetterla di sollecitare grandi progetti e pensare che tutto si risolva costruendo impianti di depurazione : non si può disinquinare un fiume in cui ci finisce di tutto alla foce.
Per risolvere questo problema bisogna costruire una visione comune : neanche una goccia di liquame non trattato deve finire in invasi naturali , canali , fiume o a mare.
Unitevi a noi nel gruppo Facebook ‘ La grande Onda ‘ per portare un vostro contributo e continuare questa chiacchierata.
*Raffaele Attardi, chimico, iscritto all’Ordine dei Chimici di Napoli, fondatore del gruppo FaceBook La Grande Onda
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Una nota di Raffaele Attardi del 6 maggio 2018
Puntuale in coincidenza con la luna piena di aprile si è ripresentato il fenomeno delle schiume lasciate dagli idrogetti in partenza dal Porto di Sorrento , come si evidenzia dalla foto allegata . Ed io non posso che confermare la mia precedente ipotesi : il mare è come un grande giardino dove cresce il fitoplancton.
Noi per anni lo abbiamo concimato con i nostri liquami, così come si concima un prato spandendo il letame . In inverno tutto si rallenta poi in primavera i giardini rinascono ed analogamente rinasce il fitoplancton .
Ma il fitoplancton non è come l’e piante, è formato da tante microcellule. E le cellule non crescono, ma si moltiplicano. E quando le alghe iniziano a moltiplicarsi producono molto probabilmente dei tensioattivi naturali.
In questo mare passano gli idrogetti ed il getto d’aria prodotto dagli stessi produce la schiuma, che prima segna il percorso degli idrogetti , poi viene trasportata in giro dalle correnti.
Per i prossimi mesi non potremo fare altro che goderci i ghirigori lasciati dagli idrogetti , e magari riflettere sul fatto che le schiume evidenziano l’impronta digitale prodotta dal nostro sfrenato consumismo, e dalla mancanza di cura nella gestione delle rete fognarie e degli impianti di depurazione che porta come conseguenza lo scarico a mare di un rilevante carico chimico e biologico.
E non possiamo fare altro che aspettare per vedere se anche quest’anno si vericherà un altro fenomeno stagionale .
Io penso infatti che a un certo punto, diciamo verso metà agosto, così come l’erba ingiallisce ,il fitoplancton morirà , anche a causa del suo eccessivo proliferare.
E mentre l’erba diventerà paglia , il fitoplancton si trasformerà in mucillagine :e la mucillagine in sospensione cambierà la trasparenza del mare , facendolo diventare opalescente e di colore verde bottiglia . Poi la mucillagine si depositerà sui fondali , causando il soffocamento di altri organismi.
Questi sono fenomeni allarmanti e dovrebbero indurre tutti, ma in particolare noi Chimici a condurre ulteriori studi per approfondirli e a farci portatori della necessità di pianificare e attuare le azioni per depurare i liquami e ridurre i carichi inquinanti scaricati a mare.
Raffaele Attardi
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