
L' Arpac, in seguito ai guasti della settimana scorsa che hanno determinato un aumento notevole sia degli Enterococchi intestinali sia dell' Escherichia coli, ha provveduto a rifare tutta una serie di test dopo le analisi routinarie del 23 maggio.
I nuovi dati del 30 maggio sono stati appena pubblicati e riguardano sia i prelievi di emergenza per la ricerca di idrocarburi, tensioattivi, microbiologia, fitoplancton, sia i prelievi a distanza crescente su ambedue i lati rispetto al punto della rete per definire i limiti del tratto interessato dall' eventuale inquinamento.
Tutti i dati appena pubblicati sono positivi e riabilitano la zona Cimitero, dal Porto di Torre del Greco a II vico San Vito, una zona di ben 2 chilometri.
La zona ha evidenziato talvolta anche delle chiazze e strie di colore marrone mentre sembrano sempre presenti i rifiuti solidi. Cose queste che non influenzano la balneabilità anche se sarebbe necessario ricorrere alle analisi di ogni chiazza o stria e impegnarsi per ridurre gradualmente i rifiuti solidi.
Con le analisi del 23 maggio sono scomparse anche le complicazioni riguardanti la zona di S. Maria La Bruna da Via Gurgo a Scogli di Prota.
Salvo casi particolari, tutte le zone di Torre del Greco riceveranno un solo prelievo routinario e a breve dovrebbero ricevere anche l' assegnazione del colore.
RISPOSTE ARPAC SULL' ESCHERICHIA COLI
Si riporta intanto una nota Arpac riguardante la presenza di Escherichia
Coli:
Quali sono gli effetti e i rischi della balneazione in acque con Escherichia
Coli?
"Gli Enterococchi intestinali sono batteri che fanno parte della flora microbica
intestinale umana e animale.
La loro presenza è indice di contaminazione fecale.
Anche gli Escherichia coli, che fanno parte del più ampio gruppo dei Coliformi
fecali, sono dei batteri che vivono nell’intestino di uccelli e mammiferi,
incluso l’uomo.
Il ritrovamento di questi batteri in acqua segnala sicuramente la presenza di
inquinamento fecale di provenienza ad esempio da scarichi fognari, da
allevamenti di animali".
Ogni quanto vengono effettuati i campionamenti, di ruotine? E perché, in
alcuni casi, sono stati fatti delle seconde analisi a distanza di poche ore
dalla prima?
«Nel periodo compreso tra il 1 aprile e il 30 settembre di ciascun anno, vengono
effettuati campionamenti in ciascuna area di balneazione, con frequenza mensile.
Sono le analisi routinarie effettuate sempre nello stesso punto.
In caso di inquinamento, dopo il primo superamento dei limiti scatta
immediatamente l’ordinanza del sindaco per il divieto temporaneo su tutta
l’area.
In questi casi il sindaco può chiedere ad Arpac di effettuare un ulteriore
campionamento con delle analisi aggiuntive supplementari,in punti studio in
corrispondenza di potenziali fonti di inquinamento, analisi di delimitazione con
spostamento a sinistra e a destra per individuare la zona interessata all'
inquinamento, analisi di emergenza quando l' Arpac o altri enti ritengono
necessario ricercare idrocarburi, tensioattivi, microbiologia, fitoplancton.
In caso di esito positivo dei risultati delle analisi del nuovo campionamento il
divieto di balneazione può essere revocato».
Come avviene l’analisi?
«I campioni di acqua prelevata vengono posti in coltura microbiologica.
Le analisi hanno una durata, stabilita dalla legge, di 48 ore e solo trascorso
questo tempo l’esito può essere validato.
Tuttavia quando il superamento è già evidente a 24 ore dall'inizio delle
analisi, viene comunque comunicato al Sindaco del Comune interessato per
l’adozione dei provvedimenti».
Balneabilità per la stagione balneare 2016 come da nuova norma stabilita con la delibera regionale n.863 del
29.12.2015
La balneabilità delle zone costiere per la stagione balneare 2016 è stata
definita ai sensi della nuova norma, con la delibera regionale n.863 del
29.12.2015 (pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Campania n. 2 del
11/01/2016), sulla base dei controlli eseguiti da ARPAC dal 1° aprile al 30
settembre delle ultime quattro stagioni balneari (2012-2013-2014-2015).
Il giudizio di idoneità di inizio stagione balneare, espresso in delibera,
deriva dall'analis14:32 28/01/2015i statistica degli ultimi quattro anni di
montoraggio in base agli esiti esiti analitici di solo 2 parametri
batteriologici: Escherichia coli ed Enterococchi intestinali. Tali parametri
sono stati considerati dall'organizzazione Mondiale della Sanità indicatori di
contaminazione fecale più specifici rispetto a quelli (Coliformi totali,
Coliformi fecali, Streptococchi fecali, Salmonella, Enterovirus, pH, fenoli,
tensioattivi, oli minerali, ossigeno disciolto, colorazione e trasparenza)
ricercati con la vecchia normativa, il DPR 470/82.
Le acque di balneazione sono state così classificate secondo le classi di
qualità previste dalla norma: Scarsa, Sufficiente, Buona, Eccellente e riportate
in forma tabellare negli allegati della suddetta delibera regionale.
Relativamente alla classe in cui ricade ogni acqua sono previste diverse
modalità di gestione e monitoraggio e l'eventuale adozione di misure di
risanamento mirate alla tutela della salute dei bagnanti. Le acque "non idonee
alla Balneazione", ad inizio stagione balneare 2015, sono quelle che risultano
di qualità "scarsa". Per ciascuna acqua di balneazione classificata «SCARSA», ai
sensi del D.lgs 116/08, le Amministrazioni comunali dovranno adottare, ad
apertura della stagione balneare, le seguenti misure:
adeguate misure di gestione, inclusi il divieto di balneazione, per impedire
l'esposizione dei bagnanti all'inquinamento; individuazione delle cause e delle
ragioni del mancato raggiungimento dello status qualitativo «sufficiente»;
adeguate misure per impedire, ridurre o eliminare le cause di inquinamento;
garantire l'informazione al pubblico.
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