
Il problema dell'inquinamento atmosferico e dell'aumento della
temperatura dovuto ai gas serra, ha richiamato l'attenzione
sull' effetto serra, un fenomeno senza il quale la vita sulla
terra non sarebbe possibile per le basse temperature che
esisterebbero. Questo processo, invece, permette un
riscaldamento del pianeta per effetto dell'azione dei cosiddetti
gas serra, composti presenti nell'aria a concentrazioni
relativamente basse (anidride carbonica, vapor acqueo, metano,
ecc.).
Questi gas serra permettono alle radiazioni solari di
passare attraverso l'atmosfera ma impediscono alle radiazioni
infrarosse di ritornare nell' atmosfera, un pò come avviene
nelle serre.
Questo fenomeno, dunque, è importante perchè permette alla terra
di riscaldarsi ma l' aumento di questo effetto sta portando a
temperature troppo alte, cioè l' aumento della concentrazione
dei gas serra in atmosfera sta causando un corrispondente
incremento della temperatura globale della Terra, in quanto
soprattutto Il biossido di carbonio o anidride carbonica (CO2),
il più importante tra i gas serra, è aumentato del 30% rispetto
alle concentrazioni dell'era pre-industriale. La concentrazione
della CO2 nell'atmosfera era infatti circa 270 ppmv dal 900 al
1200 e 280 ppmv dal 1300 al 1800.
Con l'accordo di Kyoto i paesi industrializzati avrebbero
dovuto ridurre la produzione di CO2 attraverso un maggior
controllo delle emissioni incrementando l'uso di energie
alternative, e con la Conferenza di Bonn del 2001 si chiede non
solo di ridurre le emissioni ma anche di cercare di trasformare
l' anidride carbonica in altri gas. E da qui l' importanza dell'
utilizzo del verde in modo da sfruttare la fotosintesi
clorofilliana:
grazie alla clorofilla che contengono le parti verdi della
vegetazione, le piante sono in grado di trasformare, in presenza
di energia luminosa, anidride carbonica e l'acqua in composti
organici che costituiscono il tessuto vegetale e liberando nel
contempo ossigeno.
Si noti che le coltivazioni erbacee assorbono anidride
carbonica durante la crescita ma con la decomposizione o
utilizzazione, dànno luogo ad un processo di riformazione dell'
anidride carbonica, a differenza degli alberi che crescono
lentamente assorbendo grandi quantità di anidride carbonica per
molti anni, anche se sono poi utilizzati per la produzione di
legna da ardere.
Anche le foglie sono utili: esse cadono in continuazione e si
decompongono ma formano una lettiera che dura moltissimi anni.
Le foreste, dunque, rappresentano il vero polmone della terra
anche se nella riforestazione bisogna scegliere con cura le
piante in modo da sfruttarle meglio, in quanto questa gestione
del verde è uno strumento di elevata efficacia per il controllo
del ciclo del carbonio a livello mondiale e le differenti
velocità di degradazione del materiale verde che arriva al suolo
ne condizionano la funzione nel ciclo globale del carbonio.
Negli ultimi cinquant’anni, le città sono state sottoposte ad
una notevole espansione urbanistica con la scarsa attenzione per
la qualità della vita: congestione urbana, inquinamento
atmosferico ed acustico, paesaggi deturpati e senza vita.
Bisognerebbe allora porre ora molta attenzione alle
problematiche connesse alle tematiche ed agli impatti ambientali
per meglio provvedere al recupero delle aree verdi per la
salvaguardia della salute ed il benessere dell’uomo.
Ultimamente si parla molto di forestazione urbana, che
consiste nella riqualificazione di spazi urbani, ove dare
origine a delle piccole oasi verdi e, quando ciò è possibile, ad
un sistema interconnesso di aree naturali.non solo parchi
naturali ma anche delle semplici oasi in quanto la città è un
ecosistema dinamico ed eterogeneo, un particolare habitat, che
consente la sopravvivenza della biodiversità.
Non sono tanto gli orti urbani ad essere necessari ma aree
verdi generiche, alberature stradali, terreni agricoli. Le
piante con le loro foglie sono capaci di catturare ed assorbire
le polveri sottili, filtrandole naturalmente, mentre le siepi e
le aiuole spartitraffico, proteggono la popolazione dalla
maggior parte delle emissioni nocive, badando bene a risolvere
soprattutto il problema alla base, con il contenimento di
emissioni, facendo in modo che la vegetazione negli spazi
urbani, oltre alla produzione di ossigeno ed alla riduzione dei
livelli di rumore, svolga la funzione di regolazione del
microclima in quanto gli alberi creano ombra, favoriscono la
ventilazione d’estate e proteggono dai venti in inverno, ma
anche un semplice prato può essere utile a ridurre il calore
nelle giornate molto calde, assorbendo le radiazioni solari.
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