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20/01/2017 Istituzione di un centro per la riparazione e il riuso
TUTTOFRANCOBOLLI per iniziare o continuare una collezione a prezzo favorevole o per regalare una bella collezioncina ad un giovane

Si potrebbe prendere come spunto la proposta avanza dall' Osservatorio Rifiuti Zero di Torre
del Greco.
Prolungare la vita degli oggetti è uno dei cardini di una strategia dei
rifiuti orientati alla sostenibilità. L’allungamento della vita delle
cose consente un minor consumo di risorse oltre che una minore quantità
di rifiuti da smaltire. Contenuto esplicitamente nel secondo passo della
strategia rifiuti zero (la seconda R) e nelle direttive della comunità
europea, precede il riciclo ( la terza R).
Centri per la riparazione ed il riuso funzionano da anni in tutto il mondo,
sia ad iniziativa pubblica che privata con ottimi risultati e
capaci di creare nuovi posti di lavoro. Negli Stati Uniti, per citare
solo un esempio, funzionano circa 60000 centri di questo tipo con un
fatturato che si aggira sui 200000 dollari l’anno e con l’impiego di
oltre di un milione di persone. (consigliamo di visitare su Youtube il
più grande di questi centri: Urbane Ore di Berkeley in California).
Anche in Italia sono funzionanti, da tempo, centri di questo tipo,
citiamo per tutti quello di Capannori in provincia di Lucca, primo
comune ad aver introdotto la strategia “Zero Waste” in Italia. (anche
questo visitabile nel sito del comune di Capannori).
L’amministrazione comunale può, quindi, dando seguito alla delibera di
adesione al protocollo elaborare un progetto per l’istituzione in città
di un centro di questo tipo. I passi da compiere consistono in:
1)
Individuare un’area adeguata ( circa 2000 mq.) in grado di ospitare le
diverse strutture necessarie per il funzionamento dello stesso. ( area
di deposito, una o più aree per la riparazione, area di esposizione e
commercio).
2) Attrezzare l’area deposito predisponendo il ricevimento degli oggetti
da depositare.
3) Approntare ed attrezzare le aree per ospitare le officine di
riparazione, dividendoli, eventualmente per tipologia degli oggetti da
trattare: elettromeccanici, elettronici, legno, tessuti, edilizi etc).
4) Approntare
ed attrezzare l’area di accoglienza degli utenti, esposizione e commercio.
5) Il centro può essere dotato di punto di ristoro, spazi verdi
attrezzati per bambini e di un punto di informazione con audiovisivi e
materiale informativo, in grado di ospitare anche attività culturali
attinenti al tema: mostre, presentazione di libri, dibattiti.
6)
Elaborare un bando di concorso per la costituzione di una cooperativa
alla quale affidare, previa formazione, la gestione del centro. (in
molti comuni la gestione è affidata ad associazioni di volontariato). La
cooperativa si regge sugli incassi derivanti dalla vendita degli
oggetti.
7) Organizzare corsi di formazione specifici per la
riparazione nei vari settori. Si possono coinvolgere anche gli operatori
della riparazione presenti sul territorio sia per l’adesione al bando
che per la formazione.
8) Avviare una campagna conoscitiva per
informare la cittadinanza dell’iniziativa in atto e coinvolgerla
predisponendo opuscoli informativi sulle modalità di deposito degli
oggetti da conferire al centro, quelle per il ritiro a domicilio che
deve essere previsto e predisposto (numero verde) e dell’acquisto (a
prezzo equo) degli oggetti riparati.
Un Centro predisposto con le
caratteristiche indicate, può svolgere anche una funzione sociale
consentendo l’acquisto di oggetti a prezzo equo per chi ne ha necessità
ed essere punto di incontro e partecipazione della comunità.
Info Rifiutizero
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