La questione Campania è stata all'ordine del giorno per il ministero della Salute. I tecnici del dicastero guidato da Roberto Speranza sono stati in trasferta in Campania per l'analisi e la verifica dei dati registrati nell'ultima settimana dalla Regione.
Tutto per stabilire se la regione guidata da Vincenzo De Luca da una zona di rischio più basso, ora è in fascia gialla doveva passare ad una di rischio più alto, arancione o rosso.
Le prime indiscrezioni confermano che la Campania rimane in zona gialla
Nel report settimanale del ministero della Salute è scritto che «l’epidemia è in rapido peggioramento, non controllata e non gestibile».
Una situazione «molto grave» sull’intero territorio nazionale.
L’indice Rt di trasmissione resta in media al di sopra dell’1,7 e i servizi ospedalieri hanno raggiunto o stanno per raggiungere «soglie critiche di occupazione».
Cinque regioni passano dal giallo all’arancione nella cartina del rischio: Liguria, Toscana, Umbria, Basilicata e Abruzzo.
Chiuderanno bar e ristoranti e saranno imposte ulteriori limitazioni agli spostamenti.
Le nuove regole, già in vigore per Puglia e Sicilia, sono scattate con l’ordinanza del ministro Roberto Speranza, come previsto dall’ultimo Dpcm.
Per la Campania non cambia nulla per ora come afferma De Luca:
"Vedo che sugli organi di informazione si è creata un’attesa di decisioni riguardanti la Regione Campania.
La collocazione di fascia della Campania è già stata decisa ieri, a fronte della piena rispondenza dei nostri dati a quanto previsto dai criteri oggettivi fissati dal ministero della Salute.
Ho sollecitato io un’operazione trasparenza, pubblica e in tutte le direzioni, per eliminare ogni zona d’ombra, anche fittizia.
Dunque, non c’è più nulla da decidere e da attendere. Riconfermo altresì che sulla linea di rigore sempre seguita dalla Regione, solleciterò nelle prossime ore e nei prossimi giorni i ministeri dell’Interno e della Salute ad assumere provvedimenti rigorosi per il rispetto delle regole e per il contrasto all’epidemia.
Non sono assolutamente tollerabili immagini come quelle del lungomare di Napoli, o di strade e quartieri abbandonati a se stessi, nei quali si continuano a violare le norme senza che nessuno di quelli che hanno il dovere di impedirlo muova un dito.
Non è tollerabile che il lavoro straordinario fatto sul piano sanitario e ospedaliero, a tutela della vita delle persone, sia inficiato da un contesto ambientale che si muove nel segno della irresponsabilità istituzionale e comportamentale.
Complessivamente in area gialla, quella a rischio più basso, rimangono Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Marche, Molise, Provincia autonoma di Trento, Sardegna, Veneto.
In area arancione Abruzzo, Basilicata, Liguria, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria.
In area rossa Calabria, Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, Provincia Autonoma di Bolzano.
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