Lettera autodenuncia di una storia vissuta Lo scorso
3 novembre e' morta nostra madre. Donna ancora giovane e straordinariamente
vitale, la nostra mamma ha spesso espresso la sua ferma volonta' di essere
cremata e che le sue ceneri fossero disperse, non in un cimitero, ma in mare"in
mezzo ai pesciolini” (come chiunque abbia avuto modo di conoscerla si
sara' sentito dire, anche qualche volta di troppo). E cosi', ci siamo
immediatamente attivati per rispettare i suoi desideri.
La mattina stessa della morte, avvenuta a Siena, ci siamo recati
dall’ufficiale di stato civile nello stesso comune per dichiarare il decesso
e richiedere autorizzazione alla cremazione e alla dispersione delle ceneri,
che avremmo fortemente desiderato fare la sera stessa della cremazione. "Qui
a Siena ci vuole il testamento per l’autorizzazione alla dispersione”, ci
dice l’ufficiale. Un po’ abbattuti, ci siamo fatti forza e, con un primo
aiuto dell’ufficiale stesso e di alcuni suoi colleghi colpiti dalla nostra
vicenda, abbiamo cominciato una lunga (e snervante, viste le circostanze)
ricerca dei regolamenti di Siena e di altri comuni in materia.
Finalmente, dopo numerose telefonate ad altri comuni, abbiamo saputo che a
Firenze la dispersione delle ceneri era consentita su alcuni tratti
dell’Arno, uno dei luoghi che mia madre aveva alcune volte menzionato per
una eventuale dispersione delle sue ceneri ("tanto in mare ci finisco lo
stesso”). Ed essendo nostra madre da qualche anno residente a Firenze,
citta' che peraltro adorava, abbiamo quindi chiesto all’ufficiale di Siena
se poteva concederci l’autorizzazione alla dispersione in Arno. Ci ha
spiegato che non poteva in alcun modo autorizzare la dispersione fuori dal
Comune di Siena, ne' concederci l’affidamento in una casa che non fosse a
Siena. Alla fine, ci ha autorizzato al trasporto delle ceneri al cimitero
Le nuove cappelle del commiato a Firenze. Li', ha aggiunto, avremmo
dovuto poi chiedere l’autorizzazione alla dispersione delle ceneri.
Usciti dagli uffici del comune, abbiamo interpellato diversi comuni toscani
sulla costa che ci permettessero di esaudire la volonta' di nostra madre.
Abbiamo immediatamente inviato una richiesta via fax al comune di San
Vincenzo, che allora ci sembrava l’unico comune disposto a concedere
l’autorizzazione alla dispersione anche in mancanza di testamento.
E’ cosi' che abbiamo passato la prima giornata dopo la morte di nostra
madre.
La mattina seguente, siamo ritornati a Siena per un ultimo saluto alla mamma
prima della cremazione. Alle 12.30 il cimitero di Siena ci ha consegnato
l’urna cineraria, con tanto di autorizzazione al trasporto al cimitero di
Firenze. Abbiamo messo l’urna in macchina e siamo immediatamente partiti.
"Ma noi all’una chiudiamo”, ci rispondono dal cimitero di Firenze,
"portatecele domani mattina”. Ci consigliano di mettercele in casa per la
notte, anche se, "a vostro rischio e pericolo”. Dopo una nostra seconda
telefonata di chiarimento su quest’ultima frase, ci viene consigliato di
lasciare le ceneri di nostra madre in deposito al cimitero la sera stessa
per poi riprenderle la mattina successiva. Nel frattempo chiamiamo di nuovo
il comune di San Vincenzo per sentire a che punto stava la nostra richiesta
per lo spargimento delle ceneri. L’ufficiale, evidentemente preoccupato di
attuare un regolamento comunale che non richiede il testamento (al contrario
di altri comuni), ci invita a dargli "un colpo di telefono a meta' della
prossima settimana”. Un ulteriore, dolorosa, porta chiusa.
Sabato mattina, due giorni dopo la morte di nostra madre, siamo ritornati al
cimitero di Firenze per chiedere l’autorizzazione alla dispersione in Arno.
"E’ necessario il testamento del defunto” ci siamo ancora sentiti dire.
Abbiamo allora chiesto di poter portare le ceneri a Marina di Bibbona, il
luogo che piu' di ogni altro mia madre desiderava per la dispersione delle
sue ceneri (e' la' che abbiamo trascorso in famiglia moltissime estati, e
dove lei continuava ad andare molto spesso). Avendo compreso la nostra
situazione e sensibili al nostro strazio, le responsabili dell’ufficio di
Firenze, dopo aver chiamato invano il comune di Bibbona per ottenere
l’autorizzazione alla recezione delle ceneri nel proprio comune, ed aver
invocato in nostro aiuto la legge regionale, ci ha affidato l’urna
direttamente nella nostra casa a Marina del Forte (Bibbona), dunque saltando
il passaggio dal cimitero locale.
Grati di questo gesto di umanita' abbiamo ripreso le ceneri della mamma, ed
abbiamo guidato fino al mare. Ci siamo seduti ad un internet caffe' ed
abbiamo cercato il numero di casa del Sindaco di Bibbona, e le abbiamo
chiesto come fare il prima possibile ad ottenere questa autorizzazione.
Purtroppo, ci ha spiegato, non era possibile per lei autorizzare la
dispersione delle ceneri poiche' il comune non aveva il relativo regolamento
attuativo. Come gia' era accaduto ad un’altra famiglia due mesi prima che
aveva chiesto l’autorizzazione alla dispersione, ha aggiunto, non sarebbe
stato possibile che l’affidamento.
Sconfitti e amareggiati, nel pieno del nostro lutto, ci siamo guardati negli
occhi e abbiamo scelto fra un’irraggiungibile autorizzazione e la volonta'
di nostra madre.
Quella notte abbiamo dormito un’ultima volta accanto all’urna di nostra
madre. Domenica mattina, all’alba, abbiamo disperso le ceneri a largo di
Marina di Bibbona, celebrando finalmente il nostro funerale.
Claudia Moretti
Pietro Moretti
Firenze, 14 novembre 2005
Parere legale in materia di dispersione delle ceneri:
Parere Legale
Archivio Eluana Englaro
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