Un'immagine simbolo e la preghiera come linguaggio
di pace. Benedetto XVI visita Ground Zero, l'area nel cuore di Manhattan
dove sorgevano le Torri Gemelle del World Trade Center, colpite dagli
attentati dell'11 settembre.
Un'immagine simbolo e la preghiera come linguaggio di pace. Benedetto
XVI visita Ground Zero, l'area nel cuore di Manhattan dove sorgevano le
Torri Gemelle del World Trade Center, colpite dagli attentati dell'11
settembre. Solo il silenzio può dare voce alla memoria dell 2749
vittime. Accompagnato dal cardinale Edward Egan, arcivescovo di New
York, e alla presenza del sindaco di New York, dei parenti delle vittime
e dei soccorritori, il pontefice si è inginocchiato all'interno della
voragine lasciata dai grattacieli, "scenario di incredibile violenza e
dolore", per poi accendere una candela ed esprimere i suoi sentimenti in
una preghiera.
Scorre così il ricordo delle vittime, a cominciare dai "primi eroici
soccorritori", "i nostri vigili del fuoco", "gli agenti di polizia",
"gli addetti ai servizi di emergenza e personale della Capitaneria di
Porto", "insieme a tutti gli uomini e le donne innocenti, vittime di
questa tragedia solo perché il loro lavoro e il loro servizio li ha
portati qui l’11 settembre 2001".
"Ti chiediamo, - dice il papa rivolgendosi a Dio - nella Tua
compassione di portare la guarigione a coloro i quali, a
causa della
loro presenza qui in quel giorno, soffrono per le lesioni e la malattia.
Guarisci, anche la sofferenza delle famiglie ancora in lutto e di quanti
hanno perso persone care in questa tragedia. Concedi loro la forza di
continuare a vivere con coraggio e speranza".
E ancora: "Dio della pace, porta la Tua pace nel nostro mondo
violento: pace nei cuori di tutti gli uomini e le donne e pace tra le
Nazioni della terra.Volgi verso il Tuo cammino di amore coloro che hanno
il cuore e la mente consumati dall’odio. Dio della comprensione,
sopraffatti dalla dimensione immane di questa tragedia, cerchiamo la Tua
luce e la Tua guida mentre siamo davanti ad eventi così tremendi.
Concedi a coloro le cui vite sono state risparmiate di poter vivere in
modo che le vite perdute qui non siano state perdute in vano. Confortaci
e consolaci, rafforzaci nella speranza e concedici la saggezza e il
coraggio di lavorare instancabilmente per un mondo in cui pace e amore
autentici regnino tra le Nazioni e nei cuori di tutti".
Al termine della preghiera, l'emozione dell'incontro con alcuni
rappresentanti dei parenti delle vittime e la benedizione con l'acqua
benedetta sulla voragine. Anche questo, un segno di speranza. La visita
è stata accompagnata anche dal suono malinconico del viloncello di
Carter Brey, della Filarmonica di New York. Brey ha suonato, su
desiderio della Santa Sede, una selezione dalle sei Suites di Bach:
''Musica che invita alla riflessione'', ha detto il musicista. ''Il
Vaticano aveva chiesto alla Filarmonica se ero disponibile. Volevano un
violoncello, uno strumento usato in passato per l'anniversario delle
stragi. All'inizio avevo pensato di rifiutare perché non sono cattolico.
Mi ha convinto mia moglie Ilaria ricordandomi che il Santo Padre
rappresenta molti milioni di persone in tutto il mondo''.
Foto di Ap Photo, Reuters, Afp
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