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19/04/2008  Il papa all'Onu: promozione dei diritti umani, libertà religiosa (Mattia Bianchi, Daniele Lorenzi, http://www.korazym.org)

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A New York, il discorso alle Nazioni Unite: serve consenso multilaterale ma oggi decidono solo in pochi. Richiamo per la libertà di culto. La scienza rispetti l'etica, i diritti sono la base per la sicurezza. L'incontro con gli ebrei e i leader cristiani.

È forse il giorno più atteso del viaggio del papa negli Stati Uniti. Un programma denso con il trasferimento a New York e il discorso all'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Nel Palazzo di Vetro, è previsto anche l’incontro con il personale dell'organizzazione. Nel pomeriggio altri due importanti appuntamenti: la visita alla sinagoga di East Manhattan e un incontro ecumenico con le altre comunità cristiane nella Chiesa di San Giuseppe. Durante il suo soggiorno a New York, il papa sarà ospite dell’Osservatore permanente della Santa Sede alle Nazioni Unite, mons. Celestino Migliore. Giovedì, la messa a Washington, il discorso all'università e ai leader religiosi e l'incontro con le vittime della pedofilia.


GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA
 

Ore 18,30 (00,30 ita): L'INCONTRO ECUMENICO
"Il Signore non ci abbandonerà mai nella nostra ricerca dell’unità". L’incontro di Benedetto XVI con i rappresentanti delle altre confessioni cristiane nella chiesa di San Giuseppe a New York parte da una convinzione profonda, per poi affrontare i problemi del dialogo, in un contesto in cui cresce la frammentazione. Il papa critica l’"approccio relativistico alla dottrina cristiana simile a quello che troviamo nelle ideologie secolarizzate", dal momento che la religione non può essere confinata "al regno mutevole della esperienza personale" o della "propria coscienza". Un riferimento indiretto ai gruppi della galassia pentecostale e delle nuove sette cristiane, per ribadire che la testimonianza di fede diventa credibile solo se basata "sulla nozione di un insegnamento apostolico normativo – un insegnamento che davvero sottolinea la parola ispirata di Dio e sostiene la vita sacramentale dei Cristiani di oggi". "Solo restando saldi all’insegnamento sicuro, - è il ragionamento del papa - riusciremo a rispondere alle sfide con cui siamo chiamati a confrontarci in un mondo che cambia": un mondo globalizzato che unisce i popoli, ma "produce anche un ripiegamento nell’individualismo". La cronaca - Le parole del papa - Il video


L'incontro ecumenico nella chiesa di San Giuseppe (Foto Reuters/Ap)

Ore 17,30 (23,30 ita): LA VISITA IN SINAGOGA
Dopo l'incontro interreligioso di giovedì, un nuovo gesto di amicizia verso gli Ebrei. Benedetto XVI visita la sinagoga di East Manhattan, in occasione dell'inizio della Pasqua ebraica. Un breve saluto per estendere "uno speciale saluto di pace alla comunità ebraica degli Stati Uniti e di tutto il mondo". "Trovo toccante il pensiero che Gesù, da ragazzo, ascoltò le parole della Scrittura e pregò in un luogo come questo", ha detto il papa, sottolineando il "contributo dela comunità alla vita della città". Il papa è stato accolto dal rabbino Schneier e da un coro di bambini che canta "Shalom". Il rabbino capo parla di "giorno storico" e "augura al papa ''Buon Compleanno''. ''Il sole sta splendendo su questo giorno -dice Schneier -, quando i fratelli stanno insieme con piacere''. Il rabbino ricorda le persecuzioni subite dal popolo ebraico e dà atto al Concilio Vaticano II e allo stesso Benedetto XVI di perseguire un desiderio sincero di riconciliazione''. Nessun accenno alle polemiche sulla preghiera del venerdì santo, ma sorrisi e scambi di doni: fiori di primavera per il papa, che ricambia con una copia di un antico manoscritto dell'amanuense ebreo Issac Ben Ovadia. Le parole del papa


La visita in sinagoga (Foto Reuters/Ap)

Ore 11,15 (17,15 ita): IL DISCORSO ALL'ONU
Dopo i saluti del presidente dell'Assemblea e del segretario generale dell'Onu - che hanno rivolto al pontefice anche gli auguri per il suo compleanno festeggiato lo scorso 16 aprile, tocca al papa rivolgersi ai 192 membri degli Stati dell'Onu. Al cuore delle sue parole la dignità di ogni uomo come pilastro fondamentale dei diritti umani, la distinzione fra religione e politica, il ruolo pubblico dei credenti, la necessità di una scienza rispettosa dell’etica e il dovere di ogni Stato di proteggere e garantire la libertà religiosa e di culto. Benedetto XVI pronuncia un discorso ad ampio respiro, senza alcun diretto riferimento a fatti o situazioni specifiche, ma permeato sul ruolo positivo svolto delle Nazioni Unite e sui suoi compiti a servizio dell’intera umanità. Il pontefice afferma che il consenso multilaterale è subordinato alle decisioni di pochi, che è dovere degli Stati proteggere i diritti delle persone e che la comunità internazionale ha il dovere di intervenire se ciò non è possibile: sempre e comunque secondo le regole del diritto.


Il papa alle Nazioni Unite: accolto dal presidente dell'Assemblea e dal segretario generale, si rivolge poi ai rappresentanti di 192 paesi. (Foto Reuters / Ap Photo)

Benedetto XVI riflette sui rapporti fra libertà, doveri e bene comune, ricorda che i diritti umani sono universali e non dipendono contesti culturali, politici, sociali, e invita a mettere in atto un metodo scientifico che sia rispettoso degli imperativi etici. L’ultima parte del suo discorso, pronunciato in francese e in inglese, è dedicato alla religione e al suo ruolo: la separazione fra religione e politica “porta grandi benefici per tutti”, ma ferma restando la distinzione fra credente e cittadino, va ugualmente riconosciuta la dimensione pubblica della religione. Da qui un appello con toni forti a tutti gli Stati per il rispetto della libertà religiosa, di culto e di educazione: “Inconcepibile dover rinnegare Dio per godere dei propri diritti”. La cronaca - Le parole del papa - Il video

Il discorso del papa è stato accolto dagli applausi dei rappresentanti degli Stati. Una volta lasciata la sala, il papa ha incontrato i dipendenti e il personale amministrativo delle Nazioni Unite, rivolgendo loro un breve saluto e tracciando un parallelo fra la piccola sede dell’Onu nel contesto della grande New York e il piccolo Stato del Vaticano nella grande Roma. “Qui ci viene ricordato il dovere di impegnarci per un mondo migliore – dice il papa - e proviamo gioia per la genuina molteplicità ed esuberanza della cultura umana”. Il personale “costituisce un microcosmo del mondo intero, in cui ogni singola persona reca un contributo indispensabile dal punto di vista del suo particolare patrimonio culturale e religioso”. Le parole del papa

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Il papa parla di fronte all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite (Foto Reuters / Ap Photo)

Ore 10,40 (16,40): IL COLLOQUIO CON BAN KI MOON
Benedetto XVI è arrivato a New York in volo da Washington. Ad accoglierlo, il cardinale Edward Egan di New York, il sindaco Michael Bloomberg e il governatore dello stato, David Paterson. Benedetto XVI si è poi spostato alle Nazioni Unite: ad accogliere qui il pontefice, all'ingresso del Palazzo di Vetro, c'erano il segretario generale Ban Ki Moon e il presidente dell'Assemblea Generale Srgjan Kerim. Una volta entrato nella sede, blindata da eccezionali misure di sicurezza, il papa è stato accompagnato dal capo del protocollo dell'Onu al 38esimo piano per un'udienza privata con il segretario generale.

Ore 06,00 (12,00): L'ATTESA ALLE NAZIONI UNITE
Al Palazzo di Vetro ''c'è grande attesa'' per la visita di Benedetto XVI. Lo conferma l’Osservatore permanente della Santa Sede, mons. Celestino Migliore, che spiega come il pontefice sia considerato “un'autorità morale, capace di suscitare buona volontà e fiducia nel futuro”. “Non chiediamo - ha spiegato - che le religioni conducano operazioni di pace, né mediazioni o risoluzioni nella loro accezione tecnica. Le religioni debbono creare spiritualità, cultura, umanità nuova, pensiero agile orientato alla cura dell'uomo e del mondo''. La Chiesa è tenuta in considerazione soprattutto per il suo contributo a mantenere vive e alimentare spiritualità e trascendenza, senza le quali la società si sfalderebbe. Inoltre il suo messaggio, improntato alla fratellanza universale, alla riconciliazione, alla prossimità con l'uomo e la natura ne fa un alleato naturale nel dialogo e nella cooperazione per lo sviluppo: agenzie, fondi e programmi che operano nei campi dell'educazione, dello sviluppo, dell'assistenza umanitaria mantengono rapporti di collaborazione con le Chiese locali presenti anche negli angoli piu' remoti della terra''.

http://www.korazym.org
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