A New York, il discorso alle Nazioni Unite: serve
consenso multilaterale ma oggi decidono solo in pochi. Richiamo per la
libertà di culto. La scienza rispetti l'etica, i diritti sono la base
per la sicurezza. L'incontro con gli ebrei e i leader cristiani.
È forse il giorno più atteso del viaggio del papa negli Stati Uniti.
Un programma denso con il trasferimento a New York e il discorso
all'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Nel Palazzo di Vetro, è
previsto anche l’incontro con il personale dell'organizzazione. Nel
pomeriggio altri due importanti appuntamenti: la visita alla sinagoga di
East Manhattan e un incontro ecumenico con le altre comunità cristiane
nella Chiesa di San Giuseppe. Durante il suo soggiorno a New York, il
papa sarà ospite dell’Osservatore permanente della Santa Sede alle
Nazioni Unite, mons. Celestino Migliore.
Giovedì, la messa a
Washington, il discorso all'università e ai leader religiosi e
l'incontro con le vittime della pedofilia.
GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA
Ore 18,30 (00,30 ita): L'INCONTRO ECUMENICO
"Il Signore non ci abbandonerà mai nella nostra ricerca
dell’unità". L’incontro di Benedetto XVI con i rappresentanti delle
altre confessioni cristiane nella chiesa di San Giuseppe a New York
parte da una convinzione profonda, per poi affrontare i problemi del
dialogo, in un contesto in cui cresce la frammentazione. Il papa critica
l’"approccio relativistico alla dottrina cristiana simile a quello che
troviamo nelle ideologie secolarizzate", dal momento che la religione
non può essere confinata "al regno mutevole della esperienza personale"
o della "propria coscienza". Un riferimento indiretto ai gruppi della
galassia pentecostale e delle nuove sette cristiane, per ribadire che la
testimonianza di fede diventa credibile solo se basata "sulla nozione di
un insegnamento apostolico normativo – un insegnamento che davvero
sottolinea la parola ispirata di Dio e sostiene la vita sacramentale dei
Cristiani di oggi". "Solo restando saldi all’insegnamento sicuro, - è il
ragionamento del papa - riusciremo a rispondere alle sfide con cui siamo
chiamati a confrontarci in un mondo che cambia": un mondo globalizzato
che unisce i popoli, ma "produce anche un ripiegamento
nell’individualismo".
La cronaca -
Le parole del papa
- Il video
L'incontro ecumenico nella chiesa di San Giuseppe (Foto Reuters/Ap)
Ore 17,30 (23,30 ita): LA VISITA IN SINAGOGA
Dopo l'incontro interreligioso di giovedì, un nuovo gesto di
amicizia verso gli Ebrei. Benedetto XVI visita la sinagoga di East
Manhattan, in occasione dell'inizio della Pasqua ebraica. Un breve
saluto per estendere "uno speciale saluto di pace alla comunità ebraica
degli Stati Uniti e di tutto il mondo". "Trovo toccante il pensiero che
Gesù, da ragazzo, ascoltò le parole della Scrittura e pregò in un luogo
come questo", ha detto il papa, sottolineando il "contributo dela
comunità alla vita della città". Il papa è stato accolto dal rabbino
Schneier e da un coro di bambini che canta "Shalom". Il rabbino capo
parla di "giorno storico" e "augura al papa ''Buon Compleanno''. ''Il
sole sta splendendo su questo giorno -dice Schneier -, quando i fratelli
stanno insieme con piacere''. Il rabbino ricorda le persecuzioni subite
dal popolo ebraico e dà atto al Concilio Vaticano II e allo stesso
Benedetto XVI di perseguire un desiderio sincero di riconciliazione''.
Nessun accenno alle polemiche sulla preghiera del venerdì santo, ma
sorrisi e scambi di doni: fiori di primavera per il papa, che ricambia
con una copia di un antico manoscritto dell'amanuense ebreo Issac Ben
Ovadia. Le parole
del papa
La visita in sinagoga (Foto Reuters/Ap)
Ore 11,15 (17,15 ita): IL DISCORSO ALL'ONU
Dopo i saluti del presidente dell'Assemblea e del segretario generale
dell'Onu - che hanno rivolto al pontefice anche gli auguri per il suo
compleanno festeggiato lo scorso 16 aprile, tocca al papa rivolgersi ai
192 membri degli Stati dell'Onu. Al cuore delle sue parole la dignità di
ogni uomo come pilastro fondamentale dei diritti umani, la distinzione
fra religione e politica, il ruolo pubblico dei credenti, la necessità
di una scienza rispettosa dell’etica e il dovere di ogni Stato di
proteggere e garantire la libertà religiosa e di culto. Benedetto XVI
pronuncia un discorso ad ampio respiro, senza alcun diretto riferimento
a fatti o situazioni specifiche, ma permeato sul ruolo positivo svolto
delle Nazioni Unite e sui suoi compiti a servizio dell’intera umanità.
Il pontefice afferma che il consenso multilaterale è subordinato alle
decisioni di pochi, che è dovere degli Stati proteggere i diritti delle
persone e che la comunità internazionale ha il dovere di intervenire se
ciò non è possibile: sempre e comunque secondo le regole del diritto.
Il papa alle Nazioni Unite: accolto dal presidente dell'Assemblea e
dal segretario generale, si rivolge poi ai rappresentanti di 192 paesi.
(Foto Reuters / Ap Photo)
Benedetto XVI riflette sui rapporti fra libertà, doveri e bene
comune, ricorda che i diritti umani sono universali e non dipendono
contesti culturali, politici, sociali, e invita a mettere in atto un
metodo scientifico che sia rispettoso degli imperativi etici. L’ultima
parte del suo discorso, pronunciato in francese e in inglese, è dedicato
alla religione e al suo ruolo: la separazione fra religione e politica
“porta grandi benefici per tutti”, ma ferma restando la distinzione fra
credente e cittadino, va ugualmente riconosciuta la dimensione pubblica
della religione. Da qui un appello con toni forti a tutti gli Stati per
il rispetto della libertà religiosa, di culto e di educazione:
“Inconcepibile dover rinnegare Dio per godere dei propri diritti”.
La cronaca -
Le parole del papa -
Il video
Il discorso del papa è stato accolto dagli applausi dei rappresentanti
degli Stati. Una volta lasciata la sala, il papa ha incontrato i
dipendenti e il personale amministrativo delle Nazioni Unite, rivolgendo
loro un breve saluto e tracciando un parallelo fra la piccola sede dell’Onu
nel contesto della grande New York e il piccolo Stato del Vaticano nella
grande Roma. “Qui ci viene ricordato il dovere di impegnarci per un
mondo migliore – dice il papa - e proviamo gioia per la genuina
molteplicità ed esuberanza della cultura umana”. Il personale
“costituisce un microcosmo del mondo intero, in cui ogni singola persona
reca un contributo indispensabile dal punto di vista del suo particolare
patrimonio culturale e religioso”.
Le parole del papa
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Il papa parla di fronte all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite
(Foto Reuters / Ap Photo)
Ore 10,40 (16,40): IL COLLOQUIO CON BAN KI MOON
Benedetto XVI è arrivato a New York in volo da Washington. Ad
accoglierlo, il cardinale Edward Egan di New York, il sindaco Michael
Bloomberg e il governatore dello stato, David Paterson. Benedetto XVI si
è poi spostato alle Nazioni Unite: ad accogliere qui il pontefice,
all'ingresso del Palazzo di Vetro, c'erano il segretario generale Ban Ki
Moon e il presidente dell'Assemblea Generale Srgjan Kerim. Una volta
entrato nella sede, blindata da eccezionali misure di sicurezza, il papa
è stato accompagnato dal capo del protocollo dell'Onu al 38esimo piano
per un'udienza privata con il segretario generale.
Ore 06,00 (12,00): L'ATTESA ALLE NAZIONI UNITE
Al Palazzo di Vetro ''c'è grande attesa'' per la visita di
Benedetto XVI. Lo conferma l’Osservatore permanente della Santa Sede,
mons. Celestino Migliore, che spiega come il pontefice sia considerato
“un'autorità morale, capace di suscitare buona volontà e fiducia nel
futuro”. “Non chiediamo - ha spiegato - che le religioni conducano
operazioni di pace, né mediazioni o risoluzioni nella loro accezione
tecnica. Le religioni debbono creare spiritualità, cultura, umanità
nuova, pensiero agile orientato alla cura dell'uomo e del mondo''. La
Chiesa è tenuta in considerazione soprattutto per il suo contributo a
mantenere vive e alimentare spiritualità e trascendenza, senza le quali
la società si sfalderebbe. Inoltre il suo messaggio, improntato alla
fratellanza universale, alla riconciliazione, alla prossimità con l'uomo
e la natura ne fa un alleato naturale nel dialogo e nella cooperazione
per lo sviluppo: agenzie, fondi e programmi che operano nei campi
dell'educazione, dello sviluppo, dell'assistenza umanitaria mantengono
rapporti di collaborazione con le Chiese locali presenti anche negli
angoli piu' remoti della terra''.
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