È destinato a
rimanere tra le pagine più significative del pontificato l’incontro del
papa con le vittime di abusi da parte di sacerdoti. Merito
dell’arcivescovo di Boston, cardinale Sean O’Malley, che è arrivato
direttamente alla nunziatura Washington con una delegazione delle
vittime, a nome di circa un migliaio di persone. Il papa ha ascoltato le
loro storie, - riferisce il direttore della sala stampa della Santa
Sede, padre Federico Lombardi - ha pregato con loro e ha detto parole di
incoraggiamento e di speranza.
Intenso il racconto delle vittime alla Cnn. ''Le lacrime hanno parlato
per me'', ha detto Faith Johnston, mentre Olan Horne ha spiegato che
l’incontro con il papa ''è stato senza filtri'': ''Nessuno ci ha detto
quel che dovevamo dire, abbiamo potuto parlare liberamente''. Horne ha
detto che come prima cosa il papa ''si è scusato'', ed è stato ''straordinario''.
''Ora ho di nuovo speranza'', ha detto Horne: ''Abbiamo ricevuto una
promessa sincera dal papa. Questo primo passo è un inizio. Capiva le
cose di cui parlavamo''. Bernie McDaid ha portato al papa la sua
esperienza di chierichetto vittima di abusi e di una vera e propria
“violenza spirituale''. McDaid ha riferito di aver detto al papa che
''c'è un cancro che cresce nella sua chiesa, che deve fare qualcosa''.
In ogni caso, “le sue scuse mi hanno commosso''.
Positivi anche i commenti della principale associazione delle vittime (Snap),
che si è detta ''grata'', sebbene ritenga che lo storico primo faccia a
faccia con il pontefice ''non avrà impatto concreto''. Più positivo il
giudizio di Gary Bergeron, un esponente molto attivo nell'ambiente delle
vittime. “È un passo cercato da tempo nella direzione giusta'', ha
detto, la Chiesa cattolica ''si basa in parte sul simbolismo e penso che
il simbolismo sarebbe stato orribile senza un gesto di questo tipo”.
All’incontro si è arrivati, come detto, su iniziativa dell’arcivescovo
di Boston, la diocesi più colpita dallo scandalo, con un vescovo
dimissionario (il cardinale Bernard Law), per aver coperto gli abusi.
Secondo fonti della Chiesa americana, il cardinale O’Malley nei mesi
scorsi aveva tentato di portare una piccola delegazione di vittime degli
abusi direttamente a Roma, ma aveva incontrato resistenze nell' ambiente
ecclesiastico. Da qui, la scelta di rivolgersi direttament al papa, dal
quale avrebbe ottenuto il via libera per l'incontro nella Nunziatura di
Washington.
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