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18/04/2008  I gesti e le parole. Il papa incontra le vittime della pedofilia (Mattia Bianchi,  http://www.korazym.org)

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È destinato a rimanere tra le pagine più significative del pontificato l’incontro del papa con le vittime di abusi da parte di sacerdoti. Merito dell’arcivescovo di Boston, cardinale Sean O’Malley, che è arrivato direttamente alla nunziatura Washington con una delegazione delle vittime, a nome di circa un migliaio di persone. Il papa ha ascoltato le loro storie, - riferisce il direttore della sala stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi - ha pregato con loro e ha detto parole di incoraggiamento e di speranza.

Intenso il racconto delle vittime alla Cnn. ''Le lacrime hanno parlato per me'', ha detto Faith Johnston, mentre Olan Horne ha spiegato che l’incontro con il papa ''è stato senza filtri'': ''Nessuno ci ha detto quel che dovevamo dire, abbiamo potuto parlare liberamente''. Horne ha detto che come prima cosa il papa ''si è scusato'', ed è stato ''straordinario''. ''Ora ho di nuovo speranza'', ha detto Horne: ''Abbiamo ricevuto una promessa sincera dal papa. Questo primo passo è un inizio. Capiva le cose di cui parlavamo''. Bernie McDaid ha portato al papa la sua esperienza di chierichetto vittima di abusi e di una vera e propria “violenza spirituale''. McDaid ha riferito di aver detto al papa che ''c'è un cancro che cresce nella sua chiesa, che deve fare qualcosa''. In ogni caso, “le sue scuse mi hanno commosso''.

Positivi anche i commenti della principale associazione delle vittime (Snap), che si è detta ''grata'', sebbene ritenga che lo storico primo faccia a faccia con il pontefice ''non avrà impatto concreto''. Più positivo il giudizio di Gary Bergeron, un esponente molto attivo nell'ambiente delle vittime. “È un passo cercato da tempo nella direzione giusta'', ha detto, la Chiesa cattolica ''si basa in parte sul simbolismo e penso che il simbolismo sarebbe stato orribile senza un gesto di questo tipo”.

All’incontro si è arrivati, come detto, su iniziativa dell’arcivescovo di Boston, la diocesi più colpita dallo scandalo, con un vescovo dimissionario (il cardinale Bernard Law), per aver coperto gli abusi. Secondo fonti della Chiesa americana, il cardinale O’Malley nei mesi scorsi aveva tentato di portare una piccola delegazione di vittime degli abusi direttamente a Roma, ma aveva incontrato resistenze nell' ambiente ecclesiastico. Da qui, la scelta di rivolgersi direttament al papa, dal quale avrebbe ottenuto il via libera per l'incontro nella Nunziatura di Washington.

http://www.korazym.org
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