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16/04/2008 Pedofilia, diritti umani, laicità. Sul volo papale, l'agenda del viaggio
(Mattia Bianchi, http://www.korazym.org)
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La presa di
posizione ferma sulla pedofilia tra il clero, ma anche l’ammirazione per
il modello di laicità positiva degli Usa e la riflessione sul fenomeno
dell’immigrazione. È ricca di spunti la conferenza stampa tenuta da
Benedetto XVI durante il volo per gli Stati Uniti: cinque domande
raccolte nei giorni scorsi dalla sala stampa della Santa Sede, a cui il
papa ha risposto in modo approfondito.
Foto Piero Paolo Cito/Ap Photo
SENTIMENTI E SPERANZE. L’incontro con i giornalisti
del volo papale si è aperto con un’introduzione di padre Federico
Lombardi che ha chiesto al papa una parola sugli obiettivi del viaggio.
Sono due, ha risposto il pontefice, soffermandosi sul secondo centenario
delle diocesi di New York, Philadelphia, Boston e Louisville (“Un
momento di riflessione sul passato e soprattutto di riflessione sul
futuro”) e sul discorso all’assemblea generale delle Nazioni Unite.
“Sono passati 60 anni dalla Dichiarazione Universale dei Diritti
dell’Uomo. – ha detto - Questa è la base antropologica, la filosofia
fondante delle Nazioni Unite, il fondamento umano e spirituale sul quale
sono costruite. Quindi, è realmente un momento di riflessione, il
momento di riprendere coscienza di questa tappa importante della
storia”. In generale, spiega, “vado negli Stati Uniti proprio con gioia!
(…) Conosco questo grande Paese, conosco la grande vivacità della Chiesa
nonostante tutti i problemi, e sono contento di poter incontrare, in
questo momento storico sia per la Chiesa che per le Nazioni Unite,
questo grande popolo e questa grande Chiesa”.
Foto di Gregorz Galazka
MAI PIU’ PRETI PEDOFILI. È toccato al vaticanista
americano John Allen rompere il ghiaccio con una domanda sulla pedofilia
tra il clero. Il papa ha risposto in inglese, spiegando che la vicenda
degli abusi “è una grande sofferenza per la Chiesa negli Stati Uniti e
per la Chiesa in generale, e per me personalmente”. “Se leggo i
resoconti di questi avvenimenti, - ha detto - mi riesce difficile
comprendere come sia stato possibile che alcuni sacerdoti abbiano potuto
fallire in questo modo nella missione di portare sollievo, di portare
l’amore di Dio a questi bambini. Sono mortificato e faremo tutto il
possibile per assicurare che questo non si ripeta in futuro”. Benedetto
XVI ha indicato tre piani di azione: precisando che l’omosessualità non
c’entra con la pedofilia, ha ribadito la volontà di escludere dal
ministero i preti pedofili e di “fare giustizia e aiutare le vittime”.
Poi, continua, c’è il piano pastorale: “Le vittime avranno bisogno di
guarire e di aiuto e di assistenza e di riconciliazione. Questo è un
grande impegno pastorale e io so che i Vescovi ed i sacerdoti e tutti i
cattolici negli Stati Uniti faranno il possibile per aiutare, assistere,
guarire. Abbiamo fatto delle ispezioni nei seminari e faremo quanto è
possibile perché i seminaristi ricevano una profonda formazione
spirituale, umana ed intellettuale. Solo persone sane potranno essere
ammesse al sacerdozio e solo persone con una profonda vita personale in
Cristo e che abbiano anche una profonda vita sacramentale”.
Foto di Gregorz Galazka
L’IMMIGRAZIONE. Il giornalista messicano Andrés
Leonardo Beltramo Alvares, invece, ha chiesto al pontefice un commento
sulla presenza massiccia di immigrati ispanici tra i fedeli della Chiesa
statunitense e su certe spinte discriminatorie presenti nella società
americana. “Bisogna distinguere tra misure da prendere subito e
soluzioni a lunga scadenza”, risponde il papa, convinto che “la
soluzione fondamentale è che non ci sia più bisogno di emigrare”.
Dobbiamo lavorare, è il ragionamento, perché in ogni Paese “ci siano
posti di lavoro sufficienti, un tessuto sociale sufficiente, uno
sviluppo sociale”. “Su questo punto – continua - vorrei parlare con il
Presidente, perché soprattutto gli Stati Uniti devono aiutare i Paesi a
svilupparsi. (…) E’ molto importante aiutare soprattutto le famiglie.
Alla luce dei colloqui che ho avuto con i Vescovi, il problema primario
è che le famiglie siano protette, non siano distrutte. Quanto si può
fare, si deve fare”. E ancora: “Vorrei anche dire che ci sono tanti
problemi, tante sofferenze, ma c’è anche tanta ospitalità! Io so che
soprattutto la Conferenza Episcopale Americana collabora moltissimo con
le Conferenze Episcopali dell’America Latina in vista degli aiuti
necessari. Con tutte le cose dolorose, non dimentichiamo anche tanta
vera umanità, tante azioni positive che pure ci sono”.
Foto di Pier Paolo Cito/Ap Photo
STATI UNITI E LAICITA’. UN ESEMPIO PER L’EUROPA? La
palla è poi passata al vaticanista del Giornale, Andrea Tornielli, che
ha posto una domanda sul ruolo pubblico della religione negli Stati
Uniti, in confronto con la secolarizzazione dell’Europa. “Non possiamo
semplicemente copiare gli Stati Uniti, perché abbiamo la nostra storia –
risponde Benedetto XVI - ma dobbiamo tutti imparare l’uno dall’altro”.
“Gli Stati Uniti – spiega - hanno incominciato con un concetto positivo
di laicità, perché questo nuovo popolo era composto da comunità e
persone che erano fuggite dalle Chiese di Stato e volevano avere uno
Stato laico, secolare che aprisse possibilità a tutte le confessioni,
per tutte le forme di esercizio religioso. Così è nato uno Stato
volutamente laico: erano contrari ad una Chiesa di Stato. Ma laico
doveva essere lo Stato proprio per amore della religione nella sua
autenticità, che può essere vissuta solo liberamente”. (…) Sappiamo che
Alexis de Toqueville, studiando l’America, ha visto che le istituzioni
laiche vivono con un consenso morale di fatto che esiste tra i
cittadini. Questo mi sembra un modello fondamentale e positivo”. Oggi,
si registra “anche negli Stati Uniti l’attacco di un nuovo secolarismo”,
tuttavia, “il fondamento, il modello fondamentale mi sembra anche oggi
degno di essere tenuto presente anche in Europa”.
Foto di Alessia Giuliani/Catholic Press Photo
IL RUOLO DELLE NAZIONI UNITE. Spazio, infine, ad una
domanda sul ruolo dell’Onu nella difesa dei principi “non negoziabili”.
Il papa risponde ad una domanda del giornalista americano John Thavis e
chiarisce che l’obiettivo delle Nazioni Unite deve essere proprio la
salvaguardia dei “valori comuni dell’umanità, sui quali è basata la
convivenza pacifica”: “l’osservanza della giustizia e lo sviluppo della
giustizia”. “A me sembra molto importante che il fondamento delle
Nazioni Unite sia proprio l’idea dei diritti umani, dei diritti che
esprimono valori non negoziabili, che precedono tutte le istituzioni e
sono il fondamento di tutte le istituzioni. Ed è importante che ci sia
questa convergenza tra le culture che hanno trovato un consenso sul
fatto che questi valori sono fondamentali, che sono iscritti nello
stesso essere Uomo”. (…) “Confermare questa concezione fondamentale e
aggiornarla in quanto possibile, è un obiettivo della mia missione”.
- IL TESTO INTEGRALE
http://www.korazym.org
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