Il testo integrale dei discorsi pronunciati da
Benedetto XVI nel suo primo viaggio in America Latina, dal 9 al 14
maggio. Su Korazym.org, le traduzioni in lingua italiana.
Volo papale: Conferenza stampa del papa
Il rapporto tra Chiesa e Stato, la posizione dei politici che
votano leggi sull'aborto, la teologia della liberazione, la sfida delle
sette, ma anche la beatificazione di mons. Oscar Romero. Benedetto XVI
non si sottrae alle domande dei giornalisti e durante il lungo volo che
lo porterà in Brasile improvvisa una conferenza stampa.
Il testo integrale
Ore 16,30 (21,30 ita): Cerimonia di benvenuto - Aeroporto
di San Paolo
“Il Brasile occupa un posto molto speciale nel cuore del Papa”
perché “è nato cristiano e possiede oggi il numero più elevato di
cattolici”, ma anche perché “è una Nazione ricca di potenzialità con una
presenza ecclesiale che è motivo di gioia e speranza per tutta la
Chiesa”. Sono queste le prime parole del papa in Brasile. Nella
cerimonia di benvenuto all'aeroporto internazionale di San Paolo, il
pontefice riceve il saluto del presidente Lula, chiarisce il significato
della sua visita ( “Ha una portata latinoamericana ed un carattere
fondamentalmente religioso) e invita i cattolici a “contribuire in
maniera particolare al servizio del bene comune della Nazione”. Premesso
che “la Chiesa vuole soltanto indicare i valori morali di ogni
situazione e formare i cittadini perché possano decidere coscientemente
e liberamente”, Benedetto XVI rimarca la dimensione “evangelizzatrice”,
“la solidarietà con i poveri e gli abbandonati”, ma anche la promozione
della vita “dal momento del suo concepimento fino al suo declino
naturale”, della famiglia cellula base della società e della gioventù.
Ai governanti, l'augurio di farsi interpreti del bene comune,
rafforzando i vincoli di fraternità cristiana.
Il testo integrale
Ore 18,45 (23,45 ita): Saluto al monastero di São
Bento - San Paolo
È il primo incontro con la folla per Benedetto XVI. Dopo aver raggiunto
in papamobile il monastero di San Benedetto, si affaccia al balcone
dell'edificio per salutare e benedire i presenti. “Questa calorosa
accoglienza commuove il papa! Grazie per aver voluto aspettarmi”, dice
il pontefice, spiegando che “questi giorni, per voi tutti e per la
Chiesa, saranno pieni di emozioni e di gioia”. Sentimenti racchiusi in
poche parole: “È una Chiesa in festa!”.
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Giovedì 10 maggio
Ore 18,00 (23,00 ita): Incontro con i giovani - Stadio
Municipale del Pacaembu
“Gesù è un maestro buono”, “chi riconosce il bene vuol dire che ama” e
“chi ama conosce Dio”. Nell'incontro con i giovani di San Paolo,
Benedetto XVI torna a parlare di amore: il senso pieno del
cristianesimo, ma soprattutto la risposta alle difficoltà e alle ferite
delle nuove generazioni del continente. Il papa pensa alla realtà della
paura "di morire e di fallire", della violenza e della droga. Eppure, la
giovinezza è una ricchezza e Benedetto XVI lo ribadisce, prendendo
spunto dal dialogo evangelico tra Gesù e il giovane ricco. Un'occasione
per chiedere ai presenti di percorrere “la strada di Dio”: ispirarsi “ai
valori morali universali”, fare della famiglia “un centro irradiante
pace e gioia”, promuovere la vita, “tutelare gli anziani". E ancora:
“santificare il lavoro”, mettendo da parte la “smisurata ambizione di
ricchezza e di potere” e la corruzione, “adempiere ai doveri nei
confronti dello Stato”, rispettando le leggi ed essendo onesti. In
definitiva, impegnarsi per costruire “una società più giusta e solidale,
riconciliata e pacifica”. Il papa pone poi attenzione al sacramento del
matrimonio e chiama i giovani alla fedeltà coniugale, ma anche alla
castità nel fidanzamento. “Non sperperare la vostra gioventù, - dice
- voi non siete solo il futuro della Chiesa e dell'umanità, continua, ma
il presente giovane".
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Venerdì 11 maggio
Ore 9,30 (14,30 ita): Canonizzazione di frei Antonio Galvão
- Aeroporto "Campo de Marte"
Una omelia appassionata quella della messa di canonizzazione di Fra
Galvao, il “primo brasiliano elevato alla gloria degli altari”:
Benedetto XVI ne tratteggia i caratteri essenziali, puntando in modo
particolare sul suo forte influsso evangelizzatore e sulla sua vicinanza
ai poveri e ai malati, con un forte riferimento finale alla santità del
matrimonio e alla centralità della devozione mariana. “Il Papa vi ama!”,
esclama il pontefice, sorprendendo i poco avvezzi a manifestazioni di
affetto così esplicite. Con i tratti essenziali della vita del frate
francescano, il papa ricorda anche che le iniziative di pastorale
sociale “portano in se stesse il sigillo divino se sono orientate verso
il bene dei poveri e degli infermi” e che (citazione dalla Gmg 2005) “i
veri riformatori della nostra epoca sono i santi, perché soltanto da
essi e soltanto da Dio viene la vera rivoluzione, il cambiamento
decisivo del mondo”. Un cambiamento, una santità che – conclude
Benedetto XVI - “non solo è possibile ma anche necessaria ad ognuno nel
proprio stato di vita, per svelare al mondo il vero volto di Cristo,
nostro amico!”. Il
testo integrale
Ore 16,00 (21,00 ita): Incontro con i vescovi del Brasile -
Cattedrale di San Paolo
È la salvezza delle anime e non un'altra la finalità della
Chiesa. Benedetto XVI lo ha ribadito ai vescovi del Brasile, incontrati
nella cattedrale di San Paolo: non una visione esclusiva, ma la
convinzione che tutto debba discendere da qualcosa di più grande, dato
che senza fede in Cristo, “manca l’essenziale anche per la soluzione
degli urgenti problemi sociali e politici”. Solo così i cristiani
possono rispondere alle sfide dei tempi presenti, a cominciare dallo
“smarrimento sconcertante” che sta attraversando la vita sociale.
L'analisi entra nel merito dei problemi: le questioni etiche su
matrimonio, vita e famiglia, ma anche le derive della teologia della
liberazione, il fenomeno delle sette, l'urgenza dell'evangelizzazione e
della formazione (dai catechisti ai sacerdoti), l'importanza di aderire
alla dottrina e alle norme liturgiche. Spazio poi alle problematiche
sociali, con l'invito a mettere al centro la dignità dell'uomo, al di là
di semplici fattori economici. In questo senso, è importante formare i
politici e tutta la società per “dare un volto umano e solidale
all’economia”, agendo per il bene comune piuttosto che per cercare
profitti personali. Sfide complesse per la Chiesa locale, invitata dal
papa a lavorare sempre nella concordia, avendo per vostro fondamento
“una comunione che nell’Eucaristia trova il suo momento culminante e la
sua sorgente inesauribile”.
Il testo integrale
Sabato 12 maggio
Ore 10,30 (15,30 ita): Incontro con le suore
di clausura della Fazenda - Guaratinguetá
Un vero inno alla speranza in una società che non vede alcun
futuro, con la sottolineatura dell’opera nascosta ma profonda delle
suore di clausura e una lode francescana della bellezza della natura e
di tutte le creature. Benedetto XVI visita la “Fazenda da Esperança” e
pronuncia un discorso incentrato sulla speranza e sulla lode. Nella
“Fazenda” vivono molti “giovani che cercano di superare il problema
della droga, dell’alcool e della dipendenza dalle sostanze chimiche” e
il papa individua questo luogo come il posto giusto per annunciare e
“testimoniare il Vangelo in mezzo a una società consumistica lontana da
Dio”, incapace di vedere “alcun futuro o speranza”. Di fronte alla
realtà della tossicodipendenza, e non solo di quella, “non bisogna mai
perdere la speranza!”, dice Benedetto XVI, per il quale occorre anzi
““edificare e costruire la speranza tessendo la tela di una società che,
nello stendere i fili della vita, perde il vero senso della speranza”.
Alle suore l’invito a proclamare la speranza che non delude e la
consolazione dei “tanti cuori materni e paterni che piangono di dolore
per i loro figli ancora tossicodipendenti”, e alle preghiere di quelle
religiose che annunziano “col silenzio” un messaggio “che vince dolore,
droga e morte” il papa affida la Conferenza dei vescovi che si va ad
aprire. Il testo
integrale
Ore 10,45 (15,45 ita): Incontro con la Comunità della
Fazenda - Guaratinguetá
La presenza piena di amore di Dio nella vita personale di ogni
giovane segnato dall’esperienza della droga e un severo richiamo agli
spacciatori per il male che compiono in una società che ha i più alti
tassi di dipendenza dalle droghe e dagli stupefacenti: è intenso il
discorso che il papa rivolge soprattutto ai ragazzi tossicodipendenti in
fase di recupero ospiti delle “Fazendas”. Dio ha bussato nella vostra
vita – dice loro – attraverso una persona amica o una serie di
coincidenze e ha reso così possibile il vostro recupero: un Dio che “non
costringe e non opprime la libertà individuale”, ma chiede solamente
“l’apertura della nostra coscienza”. In un contesto di speranza, anche
un severo monito agli spacciatori, affinché “riflettano sul male che
stanno facendo a una moltitudine di giovani e di adulti di tutti gli
strati sociali: Dio chiederà loro conto di ciò che hanno fatto”, perché
“la dignità umana non può essere calpestata in questo modo”.
Il testo integrale
Ore 18,00 (23,00 ita): Recita del Santo Rosario
- Santuario di Aparecida
“Rimanete alla scuola di Maria”. È l'invito che Benedetto XVI vuole
lanciare dal santuario della Madonna Aparecida, dopo la recita del
rosario. “Il papa vi ama e prega per voi”, dice il pontefice per poi
ringraziare i sacerdoti e i missionari, i diaconi e i seminaristi, i
religiosi e le religiose. Ma Benedetto XVI si rivolge a tutti gli uomini
e le donne dell'America Latina, con “una grande sete di Dio”. E
riferendosi indirettamente al fenomeno delle sette, ribadisce che “nella
Chiesa cattolica troviamo tutto ciò che è buono, tutto ciò che è motivo
di sicurezza e di sollievo”, perché “la Chiesa è la nostra casa”. Da
qui, l'invito alla coerenza e alla fedeltà, da coltivare con “una solida
formazione dottrinale e spirituale” (a partire dal Catechismo),
condizione per costruire “una società più giusta, più umana e
cristiana”. Speranze che il papa affida alla Madonna Aparecida: “Madre
nostra, proteggi la famiglia brasiliana e latinoamericana!”.
Il testo integrale
Domenica 13 maggio
Ore 10,00 (15,00 ita): Santa Messa - Aparecida
Il papa celebra la messa inaugurale della conferenza generale
dei vescovi latinoamericani e dei Caraibi e richiama lo stile
comunitario delle origini del cristianesimo e l'azione dello Spirito
Santo. Lo spunto per evidenziare ancora una volta la vera dimensione
della fede. “La missione di Cristo si è compiuta nell’amore”, dice, la
Chiesa si “sente discepola e missionaria di questo Amore”, “non fa
proselitismo”, ed è “missionaria solo in quanto discepola”. La fede
diventa così un tesoro inestimabile per il continente latinoamericano,
“la forza che vince il mondo”, “la gioia che nulla e nessuno potrà
togliervi”, “la pace che Cristo vi ha conquistato con la sua Croce”. E
ancora, riferendosi agli eccessi della Teologia della Liberazione: il
cristianesimo non è “un’ideologia politica, non un movimento sociale,
non un sistema economico”; piuttosto “è la fede in Dio Amore, incarnato,
morto e risorto in Gesù Cristo”. Parlando della vita eterna e della
“Gerusalemme celeste”, il papa invita poi a radicare ogni cosa nella
carità con cui “possiamo avvicinarci ad essa e in qualche misura già
abitarvi”. Ecco così, la Chiesa di Benedetto XVI: “tutta animata e
mobilitata dalla carità di Cristo”, “immagine storica della Gerusalemme
celeste”, “anticipo della Città santa, splendente della gloria di Dio”,
capace di sprigionare “una forza missionaria irresistibile, che è la
forza della santità”. Il
testo integrale
Ore 12,00 (17,00 ita): Regina Coeli - Aparecida
Ore 16,00 (21,00 ita): Apertura della conferenza
dell'episcopato - Aparecida
Il primato di Dio e dell'evangelizzazione per rispondere alle sfide
dell'America Latina. Benedetto XVI tira le somme del suo viaggio in
Brasile, partecipando alla sessione inaugurale della conferenza generale
dell'episcopato latinoamericano e dei Caraibi di Aparecida. Un discorso
di sei paragrafi, pronunciato davanti a 266 vescovi - 162 membri
effettivi, 81 invitati, 8 osservatori e 15 periti - che fino al 31
maggio si interrogheranno su come costruire il futuro della Chiesa, in
una società chiamata a fare i conti con la secolarizzazione, il
proselitismo delle sette e problemi sociali ancora gravi. Il papa invita
a partire dalla fede, tesoro del continente, spiegando come il
cristianesimo non sia stato imposto da una cultura straniera, ma si sia
integrato con le etnie indigene, creando una “grande sintonia pur nella
diversità di culture e lingue”.
Il testo integrale
Ore 19,40: (00,40 ita): Cerimonia di congedo -
Aeroporto di San Paolo
Archivio Vaticano
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