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05/09/2011 Circumvesuviana, tagli alle corse del 25% (Gennaro Sannino, www.inchiestanapoli.it)

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Molti utenti sembrano intenzionati a mettere in campo una class action contro l’azienda


In molti si aspettavano di più. Una trentina tra giornalisti, sindacalisti e manifestanti. Qualcuno, anche qualche passante, grida al megafono; si fa opera di volantinaggio. Pochi gli interessati. Il primo appuntamento, di quella che sembra essere una serie, per il “salvataggio” del trasporto pubblico in Campania è andato semideserto. «È per lo scarso senso civico dei cittadini», argomenta qualcuno.

Eppure i temi affrontati stamattina alla stazione Terminale-Porta Nolana della Circumvesuviana non erano di poco conto. L’EAV, l’Ente Autonomo Volturno, è l’azienda di trasporto pubblico regionale che controlla la Circumvesuviana, la Sepsa e Metrocampania Nordest; ed è la principale accusata per il caos degli ultimi giorni. «È bastato – si legge in un comunicato diffuso dalla ‘Rete per il diritto al trasporto pubblico’ – che i ferrovieri rinunciassero agli straordinari per mandare in crisi un’azienda che si sta auto-smantellando da anni, con meno di trecento assunzioni a fronte di quasi mille pensionamenti».

 Il risultato è noto: la linea Napoli-Sarno e la ‘bretella’ di Napoli-San Giorgio completamente ferme. E i tagli non si esauriscono qui: dal 12 settembre, infatti, si prevede la cancellazione del 25-30% delle corse.

Sul dato concordano sia la Rete che il sindacato Filt-Cgil, presente all’appuntamento di questa mattina: «Questo piano di tagli è in totale controtendenza con la nuova ZTL della giunta De Magistris: con questo smantellamento migliaia di persone non avranno più diritto alla mobilità e avremo una città piena di macchine», è il pensiero di Raffaele Ciscognetti, tra i dirigenti regionali del sindacato.

Ciscognetti denuncia anche la riduzione della fascia di esercizio (l’ultimo treno da Napoli partirà alle 20) e ulteriori tagli nei weekend: «La domenica le linee resteranno chiuse». Qual è la possibile soluzione? «Ridurre sensibilmente l’evasione porterebbe subito nelle case degli enti almeno 6-7 milioni di euro e la creazione di un, per ora inesistente, piano integrato dei trasporti a livello regionale, contribuirebbe a ridurre gli sprechi».

Dalla Regione, nei giorni scorsi, l’assessore al ramo Vetrella si scherniva: «Ancora una volta – nella consapevolezza che gli utenti stanno subendo disagi intollerabili che stiamo cercando di ridurre al minimo – e dei quali mi scuso, ricordo che abbiamo ereditato una situazione disastrosa, con un buco di oltre 500 milioni di euro nei bilanci aziendali che provocano a loro volta altri milioni all'anno di interessi da pagare alle banche, e che non consentono alle stesse società di pagare per tempo i fornitori.

Senza contare l'altro deficit di circa 18 milioni di euro all'anno che abbiamo trovato, causato dal sistema di tariffazione integrata Unicocampania». Sui 500 milioni Ciscognetti espone una realtà diversa: «300 milioni sono fermi alla cassa perché destinati a nuove infrastrutture; 90 milioni sono crediti maturati dalla Regione, per i quali è previsto già un pagamento a 10 anni».

La situazione per i passeggeri è particolarmente difficile in periferia. Abbiamo già raccontato di come, nel quartiere Ponticelli, tutte le stazioni della Circumvesuviana siano chiuse da giorni. Anche nella Sesta Municipalità si stanno quindi muovendo le acque per arginare la situazione: domani mattina si riunirà la Commissione viabilità e per mercoledì 7, in municipio a Ponticelli, è previsto un incontro alle 17:30 per iniziare un’azione legale, una vera e propria class action, contro la Circumvesuviana.

www.inchiestanapoli.it

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