Molti utenti sembrano intenzionati a mettere in campo una class action contro l’azienda
In molti si aspettavano di più. Una trentina tra giornalisti,
sindacalisti e manifestanti. Qualcuno, anche qualche passante, grida al
megafono; si fa opera di volantinaggio. Pochi gli interessati. Il primo
appuntamento, di quella che sembra essere una serie, per il “salvataggio”
del trasporto pubblico in Campania è andato semideserto.
«È per lo scarso senso civico dei cittadini», argomenta qualcuno.
Eppure i temi affrontati stamattina alla stazione
Terminale-Porta Nolana della Circumvesuviana non
erano di poco conto. L’EAV, l’Ente Autonomo Volturno, è
l’azienda di trasporto pubblico regionale che controlla la
Circumvesuviana, la Sepsa e Metrocampania Nordest;
ed è la principale accusata per il caos degli ultimi giorni. «È bastato –
si legge in un comunicato diffuso dalla ‘Rete per il diritto al
trasporto pubblico’ – che i ferrovieri rinunciassero agli
straordinari per mandare in crisi un’azienda che si sta auto-smantellando
da anni, con meno di trecento assunzioni a fronte di quasi mille
pensionamenti».
Il risultato è noto: la linea Napoli-Sarno
e la ‘bretella’ di Napoli-San Giorgio completamente
ferme. E i tagli non si esauriscono qui: dal 12 settembre, infatti, si
prevede la cancellazione del 25-30% delle corse.
Sul dato
concordano sia la Rete che il sindacato Filt-Cgil, presente
all’appuntamento di questa mattina: «Questo piano di tagli è in totale
controtendenza con la nuova ZTL della giunta De Magistris: con questo
smantellamento migliaia di persone non avranno più diritto alla mobilità e
avremo una città piena di macchine», è il pensiero di Raffaele
Ciscognetti, tra i dirigenti regionali del sindacato.
Ciscognetti denuncia anche la riduzione della fascia di esercizio
(l’ultimo treno da Napoli partirà alle 20) e ulteriori tagli nei weekend:
«La domenica le linee resteranno chiuse». Qual è la possibile soluzione?
«Ridurre sensibilmente l’evasione porterebbe subito nelle case degli enti
almeno 6-7 milioni di euro e la creazione di un, per ora inesistente,
piano integrato dei trasporti a livello regionale, contribuirebbe a
ridurre gli sprechi».
Dalla Regione, nei giorni scorsi, l’assessore al ramo Vetrella
si scherniva: «Ancora una volta – nella consapevolezza che gli utenti
stanno subendo disagi intollerabili che stiamo cercando di ridurre al
minimo – e dei quali mi scuso, ricordo che abbiamo ereditato una
situazione disastrosa, con un buco di oltre 500 milioni di euro nei
bilanci aziendali che provocano a loro volta altri milioni all'anno di
interessi da pagare alle banche, e che non consentono alle stesse società
di pagare per tempo i fornitori.
Senza contare l'altro deficit di circa 18
milioni di euro all'anno che abbiamo trovato, causato dal sistema di tariffazione integrata Unicocampania». Sui 500 milioni Ciscognetti espone
una realtà diversa: «300 milioni sono fermi alla cassa perché destinati a
nuove infrastrutture; 90 milioni sono crediti maturati dalla Regione, per
i quali è previsto già un pagamento a 10 anni».
La situazione per i passeggeri è particolarmente difficile in
periferia.
Abbiamo già raccontato di come, nel quartiere Ponticelli,
tutte le stazioni della Circumvesuviana siano chiuse da giorni. Anche
nella Sesta Municipalità si stanno quindi muovendo le
acque per arginare la situazione: domani mattina si riunirà la Commissione
viabilità e per mercoledì 7, in municipio a Ponticelli, è previsto un
incontro alle 17:30 per iniziare un’azione legale, una vera e propria
class action, contro la Circumvesuviana.
www.inchiestanapoli.it
Archivio Trasporti
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