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04/06/2007  Alla scoperta dell’abbazia di Casamari (Anna Maria Lepone, http://www.korazym.org)

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Sorge nel territorio del comune di Veroli, provincia di Frosinone, in località Cerrate, patria del console romano Caio Mario da cui deriva il nome Casa Mari. Fondata nel 1035 dai benedettini, nel 1140 divenne cistercense.

L’ordine dei cistercensi è un ramo dell’ordine benedettino, fondato da Bernardo di Clairvaux che si ispirò ad una interpretazione più rigorosa della Regola di Benedetto da Norcia.

Nel 1152, dunque, i monaci cistercensi, iniziarono a costruire l’attuale monastero secondo i principi architettonici tipici del loro ordine, demolendo in parte il fabbricato benedettino. Protetta da Federico II, Casamari riuscì a controllare 18 abbazie, costituendo per circa 200 anni un centro di potere politico e religioso di notevole importanza. La decadenza ebbe inizio nel XV secolo e culminò circa tre secoli più tardi, con il saccheggio da parte delle truppe napoleoniche. Nel 1874 venne dichiarata monumento nazionale. Negli ultimi decenni, un’attenta opera di restauro le ha restituito l’antico splendore.

Intorno al chiostro, incorniciato da una serie di colonne binate, si snodano le varie costruzioni abbaziali di cui la maggiore è la chiesa, consacrata nel 1217, la cui semplice facciata è preceduta da un portico gotico sotto il quale si apre il bellissimo portale d’ingresso.
L’interno, di tipica impronta cistercense, è a tre navate sormontate da volte ogivali; grandi pilastri scandiscono lo spazio in sette campate regolari. Nella parte absidale si aprono cinque monofore ad arco acuto ed un rosone a sei lobi. Imponenti il coro ligneo e l’organo con ben 1525 canne. In fondo alla navata destra della basilica, una porta immette nel vicino refettorio con sette possenti colonne cilindriche. Di notevole interesse anche la sala capitolare, a tre navate di chiara ispirazione francese.

Casamari resta una delle rare abbazie cistercensi in cui la vita monastica non è stata mai interrotta dalla sua fondazione fino ad oggi , tranne tra il 1811 ed il 1814.

Nella casa abbaziale vi è la rivendita di libri stampati dalla tipografia del monastero, ma anche di olio, cosmetici, cioccolato ed altri prodotti fatti dai monaci. La liquoreria prepara vari sciroppi, liquori ed elisir.

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