Trenitalia e le pulci e', per ora, una storia
infinita: cominciata ma che non si sa dove, quando e come finira'. Noi
auspichiamo che finisca nel modo migliore per ognuno, ma qualche dubbio,
visto l'andazzo, ci viene.
Stiamo parlando di un andazzo che, allo stato, ha visto la soppressione
di 32 convogli dal 14 ottobre al 6 gennaio: tutti treni che collegavano
la Calabria, la Sicilia, Napoli e Lecce tra di loro e con Roma, Torino e
Milano. Treni che abitualmente sono molto piu' affollati nel periodo
delle vacanze di Natale e che non ci saranno, treni i cui vagoni sono tutti
da e per le zone piu' trascurate del servizio ferroviario monopolista (sara'
un caso che non c'e', per esempio, alcun convoglio sulla tratta
Torino-Venezia o in Emilia Romagna, Toscana, Marche, etc?): condizione
atavica del Mezzogiorno del nostro Paese su cui costruire politiche piu' o
meno vittimistiche che si rinnoveranno ogni tanto con bagno di soldi? Non lo
sappiamo e ci auguriamo di no. Per quanto ci riguarda registriamo solo un
fatto: Trenitalia ha deciso di far pagare agli utenti i propri disservizi
e le proprie incapacita' gestionali. Non sappiamo quali e quanti saranno
i servizi sostitutivi, ma crediamo che un pullman che da Siracusa vada a
Torino o qualcosa di spezzettato tra altri treni (gia' affollati per conto
loro) e pullman, sia sempre una toppa che si poteva evitare con un minimo
di programmazione
. Trenitalia ha preferito, a frittata gia' fatta, fare il "beau geste" del
ritiro in grande stile, caricandolo tutto sulle spalle degli utenti.
Ci domandiamo se questo sia conforme allo standard del servizio che
questo gestore deve fornire, e chiediamo lumi, con richiesta di intervento,
al ministro delle Infrastrutture e Trasporti
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