Il nuovo
Codice del consumo regola, agli articoli dal 45 al 68, i
contratti conclusi al di fuori degli esercizi commerciali (o per
strada o in alberghi o su autobus) e i
contratti a distanza. Le normative sono molto simili, ma
con delle distinzioni. Sono comunque contratti particolari per i
quali vale il diritto di recesso entro 10 giorni lavorativi,
previsto a garanzia dei soli consumatori privati (acquisti senza
partita iva), che si differenziano da quelli conclusi
recandosi in un negozio ad acquistare un capo d'abbigliamento o
firmando nella sede di una scuola per frequentare un corso
d'inglese. E' per questo motivo che molte societa' attrezzano
lussuose sedi in cui portare i potenziali clienti. Spesso il
consumatore incantato dallo sfarzo, pone poca attenzione a cio'
che firma e il recesso non si puo' esercitare.
In questa scheda spieghiamo i contratti negoziati fuori dai
locali commerciali, tra cui sono comprese le vendite a
domicilio, per strada, nell'ambito di fiere o durante escursioni
organizzate dal venditore.
Il diritto di recesso (o di “ripensamento”)
Per le vendite avvenute fuori dai locali commerciali, si puo'
recedere senza penalita' e senza darne alcuna giustificazione,
inviando al venditore una lettera raccomandata a/r entro
dieci giorni lavorativi dalla data di sottoscrizione del
contratto.
Da quando decorrono i 10 giorni?
- Se l'acquisto e' avvenuto senza la presenza del venditore (ad
esempio per posta tramite catalogo), o se quest'ultimo aveva
mostrato o illustrato un prodotto o modello differente da quello
poi acquistato, i dieci giorni lavorativi decorrono dalla data
di ricevimento del prodotto.
- Se invece il venditore avesse fornito informazioni incomplete
o inesatte sul diritto di recesso (vedi qui sotto “L'obbligo per
il venditore di informare il consumatore sul diritto di
recesso”), si puo' recedere entro sessanta giorni dal giorno di
ricevimento del prodotto acquistato.
Nessuna penale e' prevista a carico del consumatore per
aver esercitato il recesso.
Restituzione del prodotto
Il bene deve essere restituito, a spese del consumatore, in
normale stato di conservazione (ovvero, deve essere custodito e
adoperato con cura) nella modalita' e nei tempi previsti dal
contratto.
Qualora sia stato effettuato un pagamento, il rimborso al
consumatore deve avvenire gratuitamente entro 30 giorni
dalla data in cui il venditore e' stato informato del recesso.
Se il venditore non dovesse provvedere spontaneamente, conviene
intimare il rimborso tramite una raccomandata A/R di
MESSA IN MORA.
Attenzione: non esiste il diritto di recesso per acquisti
fatti con partita iva, per acquisti inferiori a 26 euro, e per
servizi di cui si e' gia' usufruito.
Esclusioni
Attenzione, non esiste il diritto di recesso per i
contratti relativi:
- alla costruzione, vendita, e locazione di beni immobili;
- alla fornitura di prodotti alimentari o di uso corrente
consegnati con scadenza regolare;
- alle assicurazioni;
- agli strumenti finanziari;
- a servizi che sono gia' in erogazione.
Obbligo per il venditore di informare il consumatore sul
diritto di recesso
Il nuovo codice del consumo impone al professionista di fornire
al consumatore, per iscritto, il termine, la modalita’, e
le condizioni per l’esercizio del diritto di recesso. Inoltre,
sempre per iscritto, il professionista deve indicare le
generalita’ (denominazione, sede, indirizzo) del soggetto verso
cui si puo’ esercitare il diritto di recesso e a cui puo' essere
restituito il prodotto. Tutto' cio' deve essere riportato
direttamente sulla nota d'ordine, separatamente dalle altre
clausole contrattuali, ed in caratteri tipografici uguali o
superiori a quelli delle altre informazioni li' presenti. Per i
venditori che non forniscono queste informazioni, o lo fanno
solo parzialmente - di fatto ostacolando il diritto di recesso –
sono previste sanzioni dai 516 ai 5165 euro.
Archivio Truffe Raggiri
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