I comitati di quartiere pronti a scendere in piazza contro l’ipotesi di
realizzare un impianto per il trattamento della frazione secca, il sindaco
pronto a chiedere un incontro con i promotori dell’iniziativa e spiegare loro
che «non c’e’ modo migliore per tutelare l’ambiente».
Sono divergenti le posizioni tra il primo cittadino e una buona parte della
comunità di Torre del Greco in merito alla proposta, avanzata dallo stesso Ciro
Borriello in sede di incontro tra la Provincia e i rappresentanti delle
amministrazioni degli altri Comuni della zona rossa del Vesuvio, circa il fatto
di essere disposto a costruire in città - all’interno delle ex cave di villa
Inglese, a due passi dal lungomare cittadino - un impianto per trattare la
frazione secca-indifferenziata dei rifiuti.
Per i comitati che hanno promosso una raccolta firme che si ripeterà anche
domenica prossima prima di un corteo programmato per il 2 dicembre,
significherebbe trattare a Torre del Greco la frazione secca prodotta da tutte
le altre città dell’area vesuviana: «Niente di più sbagliato - sostiene, invece,
Ciro Borriello, pronto a convocare una conferenza stampa per spiegare le sue
ragioni - visto che nessuno ha mai parlato di questo.
In sede di vertice con le
altre amministrazione, ho sempre sostenuto che servono per i 19 comuni
interessati almeno due impianti di questo tipo. Una cosa che intendo ribadire in
occasione dell’incontro tra gli enti che si sono detti disposti a ospitare
impianti nelle loro citta’ per il trattamento delle diverse frazioni della
differenziata».
Il leader locale del Pdl smorza, insomma, la paura che l’immondizia sarà
trattata a Santa Maria la Bruna, anche se «qui ci sono realtà che possono
tranquillamente ospitare l’impianto, che comunque potrebbe essere
tranquillamente realizzato anche nella zona dell’ex Porcilaia» posta a ridosso
di Trecase.
Il sindaco si dice anche pronto a fare una proposta «rivolta al
collega di Ercolano, che da quello che si legge sui giornali avrebbe avviato le
procedure per realizzare un impianto per la trasformazione dell’umido in compost
sul proprio territorio di competenza. In parole povere: Torre del Greco sarebbe
pronta a prendere la frazione secca prodotta dalla vicina Ercolano, che
ricambierebbe ‘accogliendo’ il nostro umido. Sarebbe un modo per risparmiare sui
costi elevati per smaltire l’umido, oggi superiori ai 150 euro a tonnellata».
Un recente consiglio comunale ha disposto l’effettuazione di un referendum
popolare per decidere sull’impianto per trattare il secco-indifferenziato. Ma
per il sindaco una soluzione a due come quella ipotizza con Ercolano
«supererebbe le logiche del referendum, visto che questo e’ nato facendo
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