13/09/2010 Torre del Greco. Depuratore a Leopardi, nasce un comitato civico (http://www.torresette.it)
Il giorno 10 Settembre 2010 a Torre del Greco si è riunita un’assemblea
pubblica composta da cittadini, associazioni, partiti politici, fondazioni
culturali, movimenti e comitati di quartiere per discutere della problematica
del depuratore industriale che a breve sorgerà in città.
Durante suddetto incontro è emersa la contrarietà dell’assemblea alla
costruzione di tale mega-impianto; vista la sua vocazione NON industriale, non
ha senso costruire a Torre del Greco un grande impianto industriale di sostanze
altamente tossiche con un inevitabile alterazione dell’ecosistema, ciò
comprometterebbe definitivamente il rilancio turistico della città già
penalizzata nei decenni passati per il mancato insediamento di altri poli
produttivi. Inoltre la città di Torre del Greco rientra in una zona rossa ad
alto rischio sismico e vulcanologico, questo esporrebbe ulteriormente la città
ai vari rischi derivanti dal trattamento di materiali altamente tossici, nocivi
e pericolosi. Non ultima la problematica del valore degli immobili: con la
costruzione dell’ecomostro si avrà un netto crollo dei prezzi delle case.
Per salvaguardare l’ambiente e il diritto alla salute, nasce la “rete civica
anti-depuratore industriale”. Obiettivo di questo soggetto sarà sensibilizzare
la cittadinanza sulle problematiche derivanti dalla realizzazione di questo
mega-impianto promuovendo una raccolta firme per una petizione popolare, una
verifica tecnica ed amministrativa di tutti gli atti e della progettazione, si
contatteranno le città limitrofe che inevitabilmente saranno coinvolte in questo
scempio, si chiederà un’audizione presso il Ministero dell’Ambiente e presso la
quinta commissione permanente regionale (Ambiente, Ciclo integrato delle acque,
Difesa del suolo, Parchi e Riserve naturali, Protezione civile), si
organizzeranno tavoli tecnici e sarà utilizzato come gruppo ufficiale del social
network Facebook “No al depuratore industriale a Torre del Greco”.
Si invita la cittadinanza a dare il proprio contributo.
Contatto e-mail: reteantidepuratoretossico@gmail.com
RETE CIVICA ANTI-DEPURATORE INDUSTRIALE
http://www.torresette.it
13/09/2010 Torre del Greco: ecco come sarà il depuratore dei veleni industriali (Arnaldo M.Iodice, http://www.lapilli.eu)

Cinque
nuove aree verdi piene di Acacia melanoxylon (pianta comunemente
conosciuta come mimosa), e un recinto di cipressi dovrebbero rendere meno brutto
alla vista l'impianto di depurazione che dovrebbe sorgere a
Torre del Greco, in zona Santa Maria la Bruna, almeno
secondo il progetto originario. Per combattere il diffondersi dei
cattivi odori, invece, alcune zone della struttura verranno coperte. Tutto ciò
per rendere minimo l'impatto ambientale e visivo del depuratore che la Wisco
vuole costruire all'interno della proprietà di Trenitalia.
La Water & Industrial Services Company
S.p.A. (Wisco), società partecipata al 51% da Enel e
al 49% da Trenitalia, gestisce una rete di 23 impianti di
trattamento chimico-fisico delle acque industriali distribuiti su tutto il
territorio nazionale. Ogni anno la Wisco tratta circa 600mila tonnellate di
reflui industriali, e attualmente ha in corso un progetto di conversione di
alcuni impianti in piattaforme per il trattamento di reflui industriali
conto terzi, in modo da recepire la maggior parte delle tipologie di
reflui industriali provenienti dalle più svariate attività produttive. È questo
il caso dell'impianto già esistente a Santa Maria la Bruna. La relazione
tecnica presentata il 25 ottobre 2004 dalla Wisco, riguardante il
progetto chiamato “Intervento di adeguamento funzionale tecnologico
e delocalizzazione funzionale dell'impianto di depurazione esistente”,
parla di un intervento di “adeguamento e delocalizzazione”
dell'impianto già esistente “all'interno delle Officine Grandi Riparazioni
di Trenitalia Spa”. L'intervento ha lo scopo di “ampliare le tipologie
dei rifiuti trattati, con particolare riguardo ai rifiuti speciali per i quali
sussiste un'offerta di smaltimento deficitaria rispetto alla produzione”, e
di “adeguare il processo di depurazione in corso nel rispetto delle
normative Europee di futura applicazione che tendono ad una maggiore restrizione
dei limiti di scarico”. In più, l'impianto si avvarrà, per quel che
riguarda la ricezione dei rifiuti, anche della strada ferrata, “riducendo
contestualmente la mobilità su gomma, in linea con il Piano Stralcio dei Rifiuti
Speciali in Campania”. Il nuovo impianto dovrebbe sorgere a circa 300 metri
dall'impianto già esistente (che tratta esclusivamente rifiuti liquidi derivati
dalle operazioni di manutenzione e lavaggio dei treni di Trenitalia), e quindi
spostarsi nella parte della proprietà più vicina al marciapiede di viale Europa.
Quest'aera è delimitata, lungo il suo perimetro,
dalle infrastrutture di Trenitalia, e confina a Nord-Est con l'area delle ex
cave di pietra lavica, a Nord e Nord-Ovest con viale Europa e a Sud-Est con il
litorale. Si tratta di una zona in cui, sempre secondo i progettisti della Wisco,
“la dislocazione di nuclei abitativi più significativi è concentrata
prevalentemente lungo l'arteria della SS18 (via Nazionale) distante circa 1 km”,
mentre “l'abitato di Torre del Greco si estende ad Ovest, ad una
distanza di circa 2-3 km dal sito di installazione, incrementando la sua densità
fino a raggiungere il Centro Antico a circa 5-6 km” (nel progetto
non viene fatto riferimento all'estrema vicinanza del terreno con il marciapiede
di viale Europa). Stando al progetto, i lavori interesserebbero circa 5.885 dei
6.875 mq che compongono la superficie complessiva disponibile per la
realizzazione dei lavori. L'impianto sarà posizionato al di sotto di
viale Europa e l'altezza massima raggiunta dai fabbricati sarà
inferiore, nei progetti della società, al piano della strada. Sul lato delle
officine si prevede, da una parte, la realizzazione di un muro perimetrale
sormontato da una ringhiera, mentre dall'altra saranno impiantati dei cipressi a
distanza di un metro l'uno dall'altro. Per quanto riguarda l'area di accesso
all'impianto, invece, “sul lato della scarpata della strada, sarà realizzato
un muro perimetrale in cemento armato con un marciapiede per il passaggio dei
pedoni prefabbricato […], mentre nella zona non sottoposta alla strada ma
limitrofa alle officine Trenitalia è prevista anche la presenza di ringhiera,
marciapiede e cipressi”. Secondo la Wisco, “la localizzazione dell'area
d'installazione risulta essere adeguata alla tipologia d'intervento, in
considerazione dei criteri di scelta adottati”. Questi criteri sono di tre
tipi diversi.
Logistico: “Il sito è ben
raggiungibile”, scrivono i progettisti, nonostante le “condizioni di
disagio del traffico – disfunzioni considerate “facilmente
gestibili” – nella viabilità prossimale all'area”. La struttura,
dunque, può godere di una “discreta viabilità di accesso”,
rappresentata “da strade a gerarchia superiore come l'autostrada A3 che
congiunge Napoli a Salerno, la strada denominata 'Panoramica' che collega il
sito ai distretti industriali suddetti, ed al loro interland ricco di realtà
produttive di piccole e medie dimensioni che dalle nostre indagini rappresentano
il 15-30% del mercato a cui si rivolgerà l'intervento”. Infine, c'è la
SS18, “che rappresenta la bretella di collegamento ai caselli autostradali
di Torre del Greco e Torre Annunziata”: casello, questo, posto “a poche
centinaia di metri dall'ingresso dell'impianto”. Nel progetto non viene
fatto riferimento nè al traffico che blocca la zona nelle ore di punta, né ai
due incroci (quello al confine tra Torre del Greco e Torre Annunziata e quello
tra via Nazionale e viale Europa), all'altezza dei quali spesso il traffico
diventa critico.
Sociale: per i progettisti della
Wisco “la densità abitativa della zona è molto bassa”,
in quanto essa aumenterebbe a partire “da circa 2-3 km dall'area in esame,
diventando fortemente critica nel centro di Torre del Greco distante 5 km”.
Inoltre, a poche centinaia di metri dall'area interessata, è presente “un
impianto di depurazione comunale in esercizio” che, secondo il parere della
Wisco, renderebbe plausibile il permesso di costruire il loro impianto di
depurazione. In più nel progetto viene evidenziato come nelle aree limitrofe, il
P.R.G. – il Piano Regolatore Generale – locale, preveda “la costruzione di
un inceneritore di rifiuti solidi, la costruzione di un macello e la
realizzazione di un palazzetto per lo sport”: tutte strutture considerate
di pubblica utilità e che la Wisco considera “in linea con
l'intervento di riqualificazione”, oggetto di questa richiesta.
Ambientale: secondo la Wisco, “l'area
in esame non presenta grossi nuclei abitativi in un raggio di 1 km, in essa non
sono ravvisabili problematiche inerenti alle caratteristiche geologiche,
idrogeologiche, geotecniche dei terreni ed è ubicata in zona a Basso Rischio di
instabilità”. L'uso attuale del suolo, dunque, si disporrebbe “per
normativa e per conformazione, ad un tale insediamento, presentando una
posizione sottoposta rispetto alla strada prospiciente che consente un buon
mascheramento dell'impianto e non preclude la panoramicità della zona. Essa
infatti è posta a circa 12 m e in alcuni punti 14 m dal piano di calpestio
considerato sulla strada di percorrenza veicolare e pedonale (viale Europa)”.
Anche alla Soprintendenza per i beni Architettonici ed il Paesaggio
e per il Patrimonio Storico, Artistico e Etnoantropologico di Napoli e Provincia
il progetto va bene: in una comunicazione, datata 7 settembre 2005, si afferma
che non sussistono gli estremi per procedere all'annullamento
dell'autorizzazione paesaggistica (la n.35, rilasciata l'8 giugno 2005 dal
comune di Torre del Greco), a patto che “la cubatura non superi il 40% di
quella oggetto di dismissione (delocalizzazione)”, e che, “ai fini
della mitigazione dell'impatto ambientale, sia predisposta una sistemazione a
verde delle aree libere che tenga conto delle caratteristiche delle zone
limitrofe, ed un uso di materiali tradizionali per le coperture dei volumi”.
Il 22 settembre il Sesto Settore – Ambiente e Territorio – del Comune di Torre
del Greco, comunica alla Giunta Regionale della Campania Settore Provinciale
Ecologia – Tutela dell'Ambiente, Disinquinamento e Protezione Civile, che la
cubatura utile dell'impianto è pari a circa 1.542 metri cubi, e che pertanto “non
supera il 40% di quella oggetto di dismissione, stimata invece in circa 5.600
metri cubi”. In più, sarebbe stato lo stesso comune di Torre del Greco a “richiedere,
prima del rilascio del titolo abilitativo all'esecuzione dei lavori, adeguato
progetto di sistemazione a verde delle aree libere che dovrà tenere conto delle
indicazioni dettate dalla Soprintendenza”. E difatti il 28 settembre, il
Sesto Settore del Comune corallino, comunica alla Soprintendenza che “ha
motivo di ritenere soddisfacenti ed in linea con le raccomandazioni
architettoniche-ambientali imposte dalla Soprintendenza le scelte progettuali
proposte dalla Soc. Wisco Spa, e, pertanto, rinvia alla fase di collaudo delle
opere medesime, l'accertamento, relativamente agli aspetti in argomento, della
conformità di quando proposto in progetto e realizzato”.
http://www.lapilli.eu
31/07/2010 Un fronte comune contro il depuratore industriale (Giovani Democratici Torresi, gdtorredelgreco@gmail.com)
Cari amici ed amiche Torresi,
nonostante le grandi battaglie combattute dalla società civile negli ultimi
anni, lo spettro della costruzione del DEPURATORE INDUSTRIALE a Torre del
Greco è tornato a materializzarsi nell'ultimo periodo. L'ARPAC (Agenzia
Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Campania) ha, infatti,
rilasciato le autorizzazioni alla Wisco S.p.a., società incaricata della sua
realizzazione; parallelamente, il TAR ha dato ragione alla Wisco, che aveva
citato in giudizio l'Amministrazione comunale per averle revocato i permessi
necessari alla costruzione.
In attesa di ulteriori sviluppi della vicenda, i Giovani Democratici di
Torre del Greco sentono la necessità inderogabile di costituire una rete di
associazioni, partiti politici, fondazioni culturali, movimenti e comitati
di quartiere che all'occorrenza sia in grado di informare, coinvolgere e
portare in strada un congruo numero di cittadini.
La suddetta rete assumerà una denominazione ispirata alle proprie finalità e
produrrà in prima istanza un comunicato stampa con l'obbiettivo di informare
i vertici della Wisco e quella parte di politica eventualmente ad essi
legata da interessi economici che la Cittadinanza tutta non è disponibile ad
assistere passivamente a un ulteriore scempio del proprio territorio e che
si opporrà con ogni mezzo lecito ad operazioni che possano compromettere la
sicurezza ambientale e la vivibilità del Comune.
Per contatti: gdtorredelgreco@gmail.com
Giovani Democratici di Torre del Greco
Wisco (da Wikipedia, l'enciclopedia libera)
Wisco - Water & Industrial Services Company S.p.A. è una
azienda
italiana che opera nel settore della
depurazione e del
trattamento delle acque reflue, soprattutto presso le
Officine
di
Manutenzione di
Trenitalia, ma anche svolgendo servizi conto terzi.
Storia
Wisco viene fondata da
Trenitalia nel
luglio
2002 come
Hydroitalia S.p.A. conferendole 46 impianti per la depurazione e del
trattamento delle acque reflue industriali, prodotte dalle Officine di
Manutenzione di Trenitalia.
Nel
febbraio 2003
Hydroitalia diventa En. Hydro S.p.A. con l'entrata nel
capitale sociale da parte di
EnerTad S.p.A.
ed
Enel Hydro S.p.A. con il 25.5% ciascuno.
Nel 2004 En.
Hydro si scinde in due società:
Sodai Italia S.p.A. e Wisco S.p.A. ricevendo 23 impianti a testa.
Wisco è partecipata al 51% da Enel Hydro e al 49% da Trenitalia.
Impianti
Bolzano,
Verona,
Vicenza,
Treviso,
Mestre, Bologna San Donato,
Bologna,
Rimini, Napoli
Centrale,
Benevento,
Salerno,
Santa Maria la Bruna,
Foggia,
Bari Lamasinata,
Lecce Surbo,
Paola,
Reggio Calabria, Saline Ioniche, Catania OGR,
Catania OMR,
Messina,
Palermo,
Siracusa.
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11/09/2010 Torre del Greco: proposte e idee della nuova “rete civica” anti-depuratore (Arnaldo M.Iodice, http://www.lapilli.eu)

Chi
formerà la nuova “rete civica anti-depuratore industriale”, il movimento nato a
Torre del Greco appena due giorni fa in un'assemblea pubblica e volto a
sensibilizzare “la cittadinanza sulle problematiche derivanti dalla
realizzazione di questo mega impianto”? Per cominciare, ci sono già i vari
“cittadini, associazioni, partiti politici, fondazioni culturali, movimenti e
comitati di quartiere”, che venerdì sera hanno partecipato all'incontro
organizzato dai Giovani Democratici di Torre del Greco nella loro sede.
Ma le
adesioni sono destinate ad aumentare, considerando solo che il gruppo Facebook
del movimento (“No al depuratore industriale a Torre del Greco”) conta già quasi
500 membri. Ma il movimento può già contare sull'appoggio di alcune forze
politiche (come Italia dei Valori e Partito Democratico, presenti al dibattito
di venerdì scorso), che hanno gradito la proposta: per Anita Sala, consigliere
regionale di Idv, la proposta di costruire un movimento civico rappresenta “un
ottimo punto di partenza, attraverso cui smobilitare le coscienze e, perchè no,
costituire un ente giuridico per poterci muovere meglio. Sono d'accordo –
continua il consigliere Sala – ad agire prima di tutto in tribunale (Idv
chiamerà in aiuto alcuni avvocati) e, se questo non dovesse bastare, ad indire
un referendum. In più, dobbiamo parlare anche con gli altri sindaci dell'area
vesuviana, perchè non possiamo restare a guardare mentre la Campania diventa la
pattumiera d'Italia”.
Sulla stessa lunghezza d'onda il compagno di partito, il
ragioniere Ristoratore, il quale parla del depuratore come di un “ulteriore
tentativo di imbarbarire il territorio”, con un progetto che “darà vantaggi a
tutta Italia meno che a Torre del Greco”, e che creerà solo “problemi legati
allo stoccaggio, al trasporto ed alla gestione del depuratore: chi controllerà,
mi chiedo io, i processi di costruzione e depurazione? Chi ci assicura che tutto
funzionerà al meglio?
Secondo me – conclude Ristoratore – si deve agire su
diversi piani contemporaneamente, senza tralasciare niente. In particolare,
bisogna creare un forte movimento popolare”. Che questa sia la strada da seguire
ne è convinto anche Luca Chiusari della Cgil, anche se, in realtà, la sua
esperienza decennale nel campo del sindacato lo ha reso molto pessimista:
“Alcuni anni fa cominciammo a protestare contro la costruzione di questo
depuratore (che allora era ancora solo un'ipotesi), mettendo a Leopardi due
gazebo e venendo anche attaccati dalla polizia.
Volete sapere in quanti eravamo?
Una quindicina. In questo caso, come anche in quello relativo alla chiusura
dell'ospedale Maresca, le colpe sono sicuramente dei politici, di destra e di
sinistra: ma la popolazione dov'è? Bisogna che i cittadini partecipino alle
proteste, alle decisioni. Senza non si va da nessuna parte”. Per il consigliere
comunale dell'Udeur Massimo Meo (che per la questione depuratore arrivò anche a
lasciare la maggioranza), la strada da seguire non è quella del referendum,
“visto che a Torre del Greco non c'è un regolamento in materia referendaria”, ma
quella di “farsi aiutare da qualche professore universitario di grande fama che
possa darci consulenze importanti nell'ambito ambientale e in quello del diritto
amministrativo”.
Ed è proprio in quest'ultimo ambito che, secondo Carlo Ceglia
dell'associazione “per il rilancio di Torre del Greco”, bisogna maggiormente
darsi da fare, perchè “nella relazione presentata dalla Wisco si parla della
zona di Leopardi come di una porzione di città in cui non ci sono né centri
abitati né traffico. Cose che, ovviamente, non corrispondono al vero. In più se
consideriamo che a Bologna, Vicenza e Venezia la costruzione di simili impianti
è stata bloccata, due conti possiamo anche farceli da soli”.
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