Sono 100.000 i morti per arma da fuoco negli Stati Uniti dall'11 settembre 2001.
Studenti nelle scuole, religiosi, lavoratori, pacifici vicini di casa e ignari familiari, tante persone con una normale aspettativa di vita - non gangster o portavalori, per intendersi, ma persone che non avevano messo in conto di esere fermate da una pallottola sul loro cammino - sono state bloccate in un trend di omicidi che non diminuisce nonostante le presunte virtu' dissuasive della pena di morte esistente in molti Stati della federazione.
Secondo Bob Herbert, del New York Times, a diffrenza che per l'11 settembre, pero', "nessuna intensificazione della coscienza ha accompagnato questo macello, che ha avuto niente a che fare con terrorismo. I mezzi di informazione e la maggior parte dei politici appena si sono preoccupati di notarlo".
Cosi', mentre dopo la morte di poco piu' di 3000 persone negli attentati di New York del 2001 si sono varate misure per controllare le persone, per impedire di portare linquidi sugli aerei e per interrogare piu' liberamente i detenuti senza prove e senza autorizzazione del giudice, le armi da fioco possono essere acquistate (persino su internet) senza difficolta' e detenute senza licenza, venendo usate per rapine a mano armata, violenze di gruppo, aggressioni domestiche, scoppi di follia scolastica e vari crimini.
Sembra pero' che un certo allarme si stia facendo strada nei capi della polizia della nazione. Le citta' che stanno avendo problemi notevoli sono tante, da Filadelfia a Baltimora, da New York a Newark. Il capo della polizia di Los Angeles, Bill Bratton, avverte della possibilita' di una escalation della violenza criminale negli Stati Uniti.
Un gruppo di inchiesta della polizia di cui Bratton e' presidente, peraltro, ha analizzato le tendenze crimiali nel 2005 e nel 2006, notando aumenti preoccupanti nei furti, nelle aggressioni aggravate e negli omicidi. Inoltre nota che sono in aumento le rapine di cellulari o IPod cui partecipano giovani con poco riguardo per le vite delle loro vittime.
Secono alcuni quindi occorrerebbe portare il problema nel dibattito elettorale nazionale. Tuttavia vi e' anche chi contrasta l'idea di tenere sotto controllo il possesso di armi e munizioni.
* si ringrazia Claudio Giusti
Archivio Terrorismo
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