Il bilancio provvisorio della scossa che ha devastato L'Aquila e i
centri limitrofi. Il governo stanzia 30 milioni. E non sono mancati i
primi arresti per sciacallaggio. Notte fuori di casa per migliaia di
persone
BILANCIO PROVVISORIO. I morti accertati sarebbero oltre 179 e
1.500 i feriti. Per ora si contano 34 dispersi. Un bilancio assolutamente
provvisorio, come speriamo sia provvisorio quello delle oltre 100 persone
estratte vive dalle macerie a quasi 24 ore dalle 3:32 del 6 aprile 2009,
quando la scossa di magnitudo 5,8 Richter – un livello che corrisponde
all'ottavo-nono della scala Mercalli – ha devastato l'Aquila e i piccoli
centri attorno al capoluogo abruzzese. Le urla degli abitanti e gli schianti
dei crolli hanno spezzato il buio, ma solo le prime luci del giorno hanno
mostrato gli effetti del terremoto: case venute giù come se fossero di carta
velina. Oltre 17mila gli sfollati.
PICCOLI CENTRI CANCELLATI. Devastati tanti piccoli centri,
oltre al capoluogo che pare colpito da un bombardamento: Paganica, Camarda,
Tempera, San Demetrio nei Vestini, Castelnuovo. Sempre dai soccorritori si
apprende che altri due piccoli centri dell'aquilano, Villa Sant'Angelo ed il
Borgo di Castelnuovo, sono stati quasi cancellati dal sisma. A Onna, il
centro a pochi chilometri dall'Aquila che è il più danneggiato, è la
disperazione: "A Onna siamo in 350. Finora avrò contato una cinquantina
delle persone che conosco, ancora vive", ha riferito un uomo che risiede
nella frazione dove ieri le prime bare sono state allineate su un prato.
GIÙ CHIESE E MONUMENTI. Nel capoluogo i crolli hanno
interessato tutte le zone della città: sei ragazzi sono stati estratti vivi
dalla Casa dello studente, ma un loro collega è ancora disperso. Un po'
ovunque giù cupole di chiese e campanili: crollata la parte absidale della
Basilica di Santa Maria di Collemaggio, della cupola di Giuseppe Valadier
della chiesa delle Anime Sante, del campanile della chiesa di San
Bernardino. Crollato parzialmente anche il transetto del Duomo dell'Aquila.
30 MILIONI STANZIATI. "Nessuno sarà lasciato da solo", è la
promessa del premier Silvio Berlusconi che ha definito l'accaduto come "una
tragedia senza precedenti", dopo aver raggiunto L'Aquila ed aver sorvolato
in elicottero l'area colpita dal sisma. Subito dopo ha presieduto a Roma la
sedua del Consiglio dei ministri che ha conferito "i poteri di attuazione
degli interventi d'emergenza" al sottosegretario Guido Bertolaso. "Per i
primi giorni sono stati stanziati 30 milioni di euro di fondi immediati, in
attesa di quantificare giovedì le risorse strutturali", ha spiegato
Berlusconi.
CRITICHE AI SOCCORSI. Fin da subito si sono mossi i
soccorsi coordinati dalla protezione civile, ma dalle aree del terremoto si
sono levate anche critiche: "Dove sono gli aiuti? E le tende?" chiede
qualcuno a Onna, lamentando di essere rimasti per ore senza contatti con i
soccorritori. Il ministro dell'interno Roberto Maroni e Bertolaso, hanno
però sottolineato la prontezza con cui si è messa in moto la macchina dei
soccorsi, sia a livello locale che nazionale. "Le operazioni erano già
partite un quarto d'ora dopo il sisma. Più rapido di così non si poteva
fare", ha detto il ministro. E concorda un volontario della protezione
abruzzese: "Abbiamo corso pericoli per arrivare in case crollate in vicoli
piccoli". E se qualche ritardo c'é stato, spiega uno dei componenti della
protezione civile regionale, va tenuto conto che era praticamente
impossibile far fronte subito a tutte le esigenze e controllare un
territorio tanto vasto".
SCIACALLI IN AZIONE. Alcuni centri sono delle vere e
proprie città fantasma. E nelle tante abitazioni lasciate vuote dalla fuga
notturna sono già avvenuti i primi arresti per sciacallaggio. A riferirlo è
stato il capo della polizia, Antonio Manganelli, secondo quanto riportato
dal sito della stessa polizia di Stato: "Ho visto arrivare nella tendopoli
adibita a questura - ha spiegato Manganelli - degli arrestati sorpresi
mentre rubavano nelle case abbandonate. È una triste consuetudine".
UN’ALTRA LUNGA NOTTE. Intanto ci si prepara alla prima
notte dopo il terremoto, una notte fredda e di pioggia che ha cominciato a
cadere sugli sfollati per i quali si stanno predisponendo le tendopoli o
cercando migliaia di posti letto negli alberghi lungo la costa. A L'Aquila
in tantissimi trascorreranno la notte nelle auto parcheggiate in piazzali o
comunque in aree lontane dagli edifici: la paura non è passata e la scossa
del tardo pomeriggio di magnitudo 4.1 fa ricordare che il terremoto è ancora
lì, in agguato, ancora una volta nella notte.
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