Gli italiani dedicano al consumo di Tv 262 minuti
al giorno. La Tv analogica ne assorbe il 77%, la satellitare il
15%, la Tdt il 7,6%, l'Iptv lo 0,2%: questi i valori medi di novembre 2008.
Sono dati diffusi nell'ambito della conferenza nazionale sul digitale
terrestre che si svolge a Roma oggi e domani. Il digitale
terrestre ha raggiunto la quota del 7,6% in un tempo piuttosto
breve, rispetto ai 13 anni impiegati dal satellite per raggiungere analoghe
quote d'ascolto. I dati di utilizzo delle diverse piattaforme mostrano, tra
l'aprile 2007 e il novembre 2008, un aumento costante della Tdt con
un'impennata tra ottobre e novembre 2008, dal 6,4% al 7,6% (+18,8%), solo in
parte attribuibile allo switch-off della Sardegna.
Il progressivo passaggio al digitale terrestre non ha eroso
la quota d'ascolto prodotto dal satellite: al contrario, trainato
dall'offerta pay di Sky, l'ascolto satellitare è cresciuto, seppur con minor
intensità rispetto alla Tdt (dal 14,2% nell'aprile 2007 al 15% nel novembre
2008, con un picco record del 16,2% a giugno/luglio 2008). Non avvenendo a
discapito degli ascolti satellitari, la crescita degli ascolti Tdt avviene
dunque ai danni della piattaforma analogica. È questo un risultato armonico
per il sistema Tv: l'analisi dei dati mostra infatti come, nel periodo
considerato, al decremento del 6,1% dell'analogico corrisponda quasi
interamente la crescita della Tdt (5,1%).
La Sardegna è ad oggi il più vasto territorio all digital europeo.
Solo nell'aprile 2007 l'analogico era al 63,5%, seguito dal Tdt al 21,9% e
dal satellite al 14,6%; nel novembre 2008, scomparsa la quota analogica, le
quote si sono praticamente invertite, con la Tdt (in dotazione esclusiva) al
68% e il satellite (pay+free) al 22,3% - una crescita di 7,7 punti
percentuali, ma si tratta di valori "standard", la quota è pari ad esempio a
quella della Calabria. E c'è un 20% circa di sovrapposizione (Tdt e
satellite) a livello di accesso.
Da ottobre i sardi seguono quindi la Tv esclusivamente su
digitale mentre editori ed analisti seguono con interesse l'impatto
del digitale sulle loro abitudini di consumo. Il tempo dedicato dai sardi
alla Tv nel primo mese all digital è stato di 268 minuti al giorno, sopra la
media nazionale, ma non è una novità: nel novembre 2007 furono ben 277.
Lungi dal significare un improvviso mutamento delle abitudini televisive,
questi valori segnalano piuttosto che non tutti i televisori sardi sono
dotati di decoder digitali.
A conforto di questa ipotesi, i dati: nel novembre 2007, il 33%
dei sardi ha seguito i programmi Tv da solo; nel 2008 la quota è
salita al 36%. La visione in solitario della Tv non ha coinvolto in egual
misura le reti: + 9,9% dei sardi hanno seguito da soli le reti ex
analogiche, ma la visione collettiva dei canali digitali è salita di ben il
47,3%. Che sia la scarsa digitalizzazione dei televisori secondari o
l'effetto curiosità, la visione collettiva delle nuove offerte digitali (sat
e tdt, free e a pagamento) è cresciuta, a fronte del calo delle ex
analogiche.
Nel novembre 2007 le reti, nazionali e locali, il cui ascolto
era esclusivamente analogico, produssero in Sardegna uno share del 90,3%.
Nel primo mese solo digitale la loro quota è dell'82,1%. La share dei canali
digitali prodotti dalle emittenti analogiche è, nello stesso arco di tempo,
salita dallo 0,9% al 6,7%; gli editori hanno quindi già recuperato buona
parte del gap grazie alla diversificazione dell'offerta e alla segmentazione
dei pubblici. Peraltro anche i canali digitali degli altri editori digitali
sono cresciuti (dall'8,8% all'11,3%).
Il peso della Sardegna sul popolo della Tv è del 3%,
mentre la popolazione sarda è il 2,8% di quella italiana. Ci sono poi le
differenze nella composizione: il peso dei maschi in Sardegna è superiore al
resto d'Italia; in Sardegna le persone con età compresa tra i 35 ed i 44
anni sono
il 21%, in Italia il 17%, mentre gli over 65, grandi consumatori di Tv, sono
il 15% in Sardegna e il 21% in Italia. In Sardegna le famiglie composte da 4
persone sono il 40%, in Italia il 28% ecc. Ci vuole quindi estrema cautela
quindi nell'estendere i dati del laboratorio Sardegna
all'intera penisola.
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