Partirei dalle conclusioni di Gavosto. Nessuno credo
metta in dubbio che la liberalizzazione della
telefonia ha offerto importanti benefici ai consumatori, anche in
Italia. Il punto è un altro, ovvero se questi benefici sono congrui.
Considerato che la liberalizzazione è partita nel 1998 in tutta Europa
quanto avvenuto nei nostri principali partner dell'Unione Monetaria, Francia
e Germania, è un importante termine di riferimento, anche per i riflessi
sulla competitività del nostro sistema paese.
Innanzitutto, se è vero che non disponiamo di indici che descrivano
l'andamento dei prezzi dei "soli" servizi telefonici per tutti i singoli
paesi, disponiamo però di misurazioni Eurostat su Francia, Germania e
Italia (si veda il Grafico contenuto nel mio articolo del 9/12), che
rappresentano circa il 70% dei consumatori dell'area euro. Aggiungo, l'Eurostat
fornisce anche un indice complessivo per l'area della moneta unica,
che affianco per completezza a quelli già citati.
Secondo, non è corretto trarre conclusioni sull'andamento del costo
dei servizi di telefonia analizzando
una voce che include anche il costo gli apparecchi telefonici, in
particolare quelli della telefonia
mobile. Infatti, nel grafico proposto da Gavosto l'indice dei prezzi dei
servizi e degli apparecchi telefonici scende vertiginosamente nell'ultimo
anno: tale è dovuta alla caduta dei prezzi dei telefonici cellulari,
che in Italia pesano circa un terzo di quella voce e i cui prezzi sono scesi
del 25%.
La discesa dei prezzi dei cellulari è frutto della concorrenza delle
produzioni dell'est asiatico (Samsung e LG tanto per citarne alcune) più
che effetto della liberalizzazione della
telefonia.

Fonte: elaborazioni dell'autore su dati Eurostat


Indice
Il telefono, la tua bolletta di Carlo Cambini
Il beneficio corre sul filo. La risposta di Andrea Gavosto
Ma la bolletta non è "fredda". La controreplica di Carlo Cambini
L'opinione di Donato Berardi
Il commento di Carlo Scarpa
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