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25/04/2007 Napolitano: Il 25 aprile è la festa di tutti gli italiani (http://www.canisciolti.info)

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: "Ci si può ritrovare senza riaprire le ferite del passato nel rispetto di tutte le vittime e nell'omaggio non rituale alla liberazione dal nazifascismo come riconquista dell'indipendenza e della dignità della Patria". Il presidente ha posto l'accento sulla pluralità di contributi che arrivarono, sia dai partigiani che dai militari per la liberazione d'Italia spiegando che "questa più comprensiva visione del percorso che condusse l'Italia dal crollo dell'8 settembre 1943 all'insurrezione del 25 aprile 1945 può favorire un effettivo riconoscimento unitario, oggi nel nostro Paese, del valore della festa che ovunque celebriamo".

Nelle ricostruzioni storiche sui giorni successivi all'8 settembre 1943 non mancano le polemiche sul ruolo dei militari italiani ma il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano da oDa Cefalonia, commemorando i martiri del 1943, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, auspica l'abbattimento delle divisioni interne di fronte alla festa del 25 aprile. Una ricorrenza, sottolinea il Capo dello Stato, che "e' la festa di tutti gli italiani". La cerimonia si e' tenuta di fronte al monumento ai caduti della divisione Aqui, morti a Cefalonia.

Napolitano dice no a divisioni su una festa che deve essere di tutti e ricorda le sue parole nel discorso di insediamento davanti al Parlamentoggi a Cefalonia per rendere omaggio ai caduti della divisione Acqui, difende il loro eroismo: "Non c'è polemica storiografica o pubblicistica, non c'è disputa sulle cifre o sulle persone che possa oscurare l'eroismo e il martirio delle migliaia di militari italiani che scelsero di battersi, caddero in combattimento, furono barbaramente trucidati dopo la sconfitta e la resa o portati alla morte in mare o deportati in Germania".

Davanti alla storia e ai valori che animarono la Liberazione, "il nostro compito non è solo ricordare, ma costruire", così le parole del presidente della Repubblica sintetizzano al meglio le celebrazioni del 62esimo anniversario della Liberazione che oggi, a Roma, ha visto le alte cariche dello Stato partecipare alle celebrazioni di piazza Venezia. Secondo il capo dello Stato "è necessario considerare quei valori e quegli insegnamenti nel loro significato non contingente, non destinato ad esaurirsi con gli eventi del passato". Solo così, ha rilanciato Napolitano "riusciremo a vivere il 25 aprile non semplicemente come richiamo alla memoria, ma come punto di partenza per costruire insieme un futuro migliore".

E di dovere del ricordo parla anche il presidente del Senato, Franco Marini, secondo il quale il 25 aprile conserva ancora alto il valore della memoria di un periodo fondamentale nella storia della Repubblica. Gli fa eco il presidente della Camera, Fausto Bertinotti, che aggiunge tra i valori citati da Marini quello che costituisce "la sola grande religione civile: l'antifascismo da cui è nata la Repubblica".

Ancorare il futuro al ricordo è, anche per il presidente del Consiglio, una necessità ed un dovere morale. "mi sembra giusto non perdere la memoria - dice Prodi ai giornalisti - perché il tempo passa, le generazioni cambiano, ma la memoria va mantenuta" essendo "uno strumento per vivere bene il presente".

Toni solenni anche per il ministro dell'Interno, Giuliano Amato, che alla Resistenza dedica un lungo omaggio. Chi partecipò ai combattimenti, ha detto nel suo intervento alla cerimonia, non fu un'esigua minoranza". Ricordare che nella Resistenza affondano le radici della nostra democrazia non è davvero - per il segretario dei Ds, Piero Fassino - un atto formale o celebrativo". Il leader di An, Gianfranco Fini, chiede infine di onorare "una festa di unità nazionale" e "una festa all'insegna della verità storica e non della faziosità ideologica".

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