In prossimita'
del Giorno della memoria (27 gennaio) al palazzo del Quirinale si e' svolta una
cerimonia alla presenza del Capo dello Stato. Vi hanno preso parte alcuni
esponenti istituzionali, fra cui il presidente del Consiglio Romano Prodi, e i
vincitori del concorso "I giovani ricordano la Shoah", indetto dal Ministero
della Pubblica Istruzione in collaborazione con l'Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane e sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica, nonche' gli
studenti che hanno partecipato alla visita ad Auschwitz organizzata dal Comune
di Roma.
Sempre oggi, il
Consiglio dei ministri all'unanimita' ha approvato il disegno di legge
"Disposizioni penali per contrastare l’istigazione e l’apologia di crimini
contro l’umanità", che reintroduce le norme sulla discriminazione per motivi
razziali, etnici, nazionali, religiosi (e di orientamento sessuale) prevedendo
anche il carcere e prevede l'istituzione di un osservatorio sull'antisemitismo.
Il presidente
della Repubblica ha ricordato nel suo discorso che la data del 27 gennaio fu
scelta come ricorrenza del giorno in cui vennero abbattuti i cancelli di
Auschwitz. Secondo Napolitano, "la memoria della Shoah non si attenua, nella
coscienza degli Italiani e degli Europei. Sempre nuove ricerche continuano ad
accrescere la conoscenza di quella che fu, forse, la più immane tragedia nella
storia d'Europa. Sì, è non solo doveroso ma importante ricordare, conoscere,
cercare di capire. E' importante per tutti, guardando al futuro e non solo al
passato. E' importante perché - come ha scritto Primo Levi - 'ciò che è accaduto
può ritornare', per assurdo e impensabile che appaia. 'Pochi paesi possono
essere garantiti da una futura marea di violenza generata da intolleranza, da
libidine di potere, da ragioni economiche, da fanatismo religioso o politico, da
attriti razziali'".
Il presidente ha
rammentato ai giovani i recenti pericoli di intolleranza vicini e lontani ed ha
detto che "non dobbiamo cessare di riflettere e interrogarci su come in Europa
nello scorso secolo si siano intrecciate cultura e barbarie". Il capo dello
Stato ha quindi citato Edgar Morin: "Alla coscienza delle barbarie" che nel
Novecento si sono prodotte nel nostro secolo - e non è stata solo la Shoah -
deve integrarsi la coscienza che l'Europa produce, con l'umanesimo,
l'universalismo, l'ascesa progressiva di una consapevole visione planetaria, gli
antidoti a ogni rischio di nuove barbarie".
Rivolto ai
giovani, il presidente ha detto: "Col vostro appassionato contributo possiamo
combattere con successo ogni indizio di razzismo, di violenza e di sopraffazione
contro i diversi, e innanzitutto ogni rigurgito di antisemitismo. Anche quando
esso si travesta da antisionismo: perché antisionismo significa negazione della
fonte ispiratrice dello Stato ebraico, delle ragioni della sua nascita, ieri, e
della sua sicurezza, oggi, al di là dei governi che si alternano nella guida di
Israele".
"Come italiani -
pur nel succedersi delle generazioni - dobbiamo serbare il ricordo e sentire il
peso degli anni bui delle leggi razziali del fascismo e delle persecuzioni
antiebraiche della Repubblica di Salò", ha detto ancora il presidente,
ricordando per contro "la luce che venne dalle imprese dei Giusti, di coloro che
hanno meritato questo nome per le prove concrete che offrirono - anche col
rischio del sacrificio della vita - di solidarietà verso i fratelli ebrei
perseguitati, esposti alla minaccia della deportazione, della tortura, dello
sterminio nei campi come Auschwitz. Quei Giusti hanno salvato l'onore
dell'Italia: e oggi dobbiamo noi render loro onore, con profonda e sempre viva
riconoscenza".
Archivio27/01/2007 Archivio Giornata della Memoria
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