Inaugurata l’edizione italiana degli scritti di
Edith Stein curata da Angela Ales Bello e Marco Paolinelli. Il volume
"Edith Stein. Dalla vita di una famiglia ebrea e altri scritti
autobiografici" (Edizioni OCD) sarà presentato a Roma il 19 gennaio.
Si inaugura l’edizione italiana di tutti gli scritti di Edith Stein curata
da Angela Ales Bello e Marco Paolinelli e tradotti da Barbara Venturi,
Fabrizio Iodice e Michele d’Ambra, che ha curato anche le revisioni e le
integrazioni sulla base del testo della Edith Stein Gesamtausgabe.
Il volume Edith Stein. Dalla vita di una famiglia ebrea e altri
scritti autobiografici (Edizioni
OCD) verrà presentato venerdì 19 gennaio 2007 alle ore 16 presso
l’Aula Pio XI della Pontificia Università Lateranense in piazza san
Giovanni in Laterano a Roma. Presiede l’incontro Francesca Brezzi
dell’Università degli Studi di Roma III. Intervengono Emilio Baccarini,
dell’Università degli Studi di Tor Vergata; Philippe Chenaux, della
Pontificia Università Lateranense; Ulrich Dobhan, del Centro
Internacional Teresiano-SanJuanista di Avila. Saranno presenti i
curatori e gli editori.
* * *
Nel 1938 Edith Stein, che ha preso il nome di Suor Teresa Benedetta
della Croce, scrive: "Sotto la Croce capii il destino del popolo di Dio
che allora (1933) cominciava ad annunciarsi. Pensavo che capissero che
si trattava della Croce di Cristo, che dovevano accettarla a nome di
tutti gli altri. Certo, oggi comprendo di più su queste cose, che cosa
significa essere sposa del Signore sotto il segno della Croce. Certo,
non sarà mai possibile di comprendere tutto questo, poiché è un
segreto". Il 14 settembre del 1936, al tempo del rinnovo dei voti, muore
la madre a Breslavia. "Fino all'ultimo momento mia madre è rimasta
fedele alla sua religione. Ma poiché la sua fede e la sua ferma fiducia
nel suo Dio ... fu l'ultima cosa che rimase viva nella sua agonia, ho
fiducia che ha trovato un giudice molto clemente e che ora è la mia più
fedele assistente, in modo che anch'io possa arrivare alla meta".
Sull'immagine devozionale della sua professione perpetua dei voti, il 21
aprile 1938, fa stampare le parole di san Giovanni della Croce al quale
lei dedicherà la sua ultima opera: "La mia unica professione sarà d'ora
in poi l'amore".
L'entrata di Edith Stein nel convento delle Carmelitane non è stata una
fuga. "Chi entra nel Carmelo non è perduto per i suoi, ma in effetti
ancora più vicino; questo poiché è la nostra professione di rendere
conto a Dio per tutti". Soprattutto rese conto a Dio per il suo popolo.
"Devo continuamente pensare alla regina Ester che venne sottratta al suo
popolo per renderne conto davanti al re. Io sono una piccola e debole
Ester ma il Re che mi ha eletto è infinitamente grande e misericordioso.
Questa è una grande consolazione" (31 ottobre 1938).
Il 9 novembre 1938 l'odio portato dai nazisti verso gli ebrei viene
palesato a tutto il mondo. Le sinagoghe bruciano. Il terrore viene
sparso fra la gente ebrea. Madre Priora delle Carmelitane di Colonia fa
tutto il possibile per portare suor Teresa Benedetta della Croce
all'estero. Nella notte di capodanno del 1938 attraversa il confine dei
Paesi Bassi e viene portata nel monastero delle Carmelitane di Echt. In
quel luogo stila il 9 giugno 1939 il suo testamento: "Già ora accetto
con gioia, in completa sottomissione e secondo la Sua santissima
volontà, la morte che Iddio mi ha destinato. Io prego il Signore che
accetti la mia vita e la mia morte ... in modo che il Signore venga
riconosciuto dai Suoi e che il Suo regno venga in tutta la sua
magnificenza per la salvezza della Germania e la pace del mondo ...".
Già nel monastero delle Carmelitane di Colonia a Edith Stein era stato
concesso il permesso di dedicarsi alle opere scientifiche. Fra l'altro
scrisse in quel luogo Dalla vita di una famiglia ebrea. "Desidero
semplicemente raccontare che cosa ho sperimentato ad essere ebrea". Nei
confronti "della gioventù che oggi viene educata già dall'età più tenera
ad odiare gli ebrei ... noi, che siamo stati educati nella comunità
ebraica, abbiamo il dovere di rendere testimonianza".
In tutta fretta Edith Stein scriverà ad Echt il suo saggio su
Giovanni della Croce, il mistico Dottore della Chiesa, in occasione del
quattrocentesimo anniversario della sua nascita, 1542-1942. Nel 1941
scrisse ad una religiosa con cui aveva rapporti d'amicizia: "Una
scientia crucis (la scienza della croce) può essere appresa solo se si
sente tutto il peso della croce. Dì ciò ero convinta già dal primo
attimo e di tutto cuore ho pronunciato: Ave, Crux, Spes unica (ti
saluto, Croce, nostra unica speranza)". Il suo saggio su San Giovanni
della Croce porta la didascalia: "La scienza della Croce".
Il 2 agosto del 1942 arriva la Gestapo. Edith Stein si trova nella
cappella, assieme alla altre Sorelle. Nel giro di 5 minuti deve
presentarsi, assieme a sua sorella Rosa che si era battezzata nella
Chiesa cattolica e prestava servizio presso le Carmelitane di Echt. Le
ultime parole di Edith Stein che ad Echt s'odono, sono rivolte a Rosa:
"Vieni, andiamo per il nostro popolo". Assieme a molti altri ebrei
convertiti al cristianesimo le due donne vengono portate al campo di
raccolta di Westerbork. Si trattava di una vendetta contro la
comunicazione di protesta dei vescovi cattolici dei Paesi Bassi contro i
pogrom e le deportazioni degli ebrei. "Che gli esseri umani potessero
arrivare ad essere così, non l'ho mai saputo e che le mie sorelle e i
miei fratelli dovessero soffrire così, anche questo non l'ho veramente
saputo ... in ogni ora prego per loro. Che oda Dio la mia preghiera? Con
certezza però ode i loro lamenti". Il prof. Jan Nota, a lei legato,
scriverà più tardi. "Per me lei è, in un mondo di negazione di Dio, una
testimone della presenza di Dio". All'alba del 7 agosto parte un carico
di 987 ebrei in direzione Auschwitz. Fu il giorno 9 agosto nel quale
Suor Teresa Benedetta della Croce, assieme a sua sorella Rosa ed a molti
altri del suo popolo, morì nelle camere a gas di Auschwitz.
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