Sessantuno miliardi di messaggi spam al giorno
circolanti in Europa, quasi il 90 per cento del totale delle email
scambiate, con costi annui che, secondo la Commissione Europea, sfiorano
i 39 miliardi di euro. Ma anche in Italia...
Sessantuno
miliardi di messaggi spam al giorno circolanti in Europa, quasi il 90
per cento del totale delle email scambiate, con costi annui che, secondo
la Commissione Europea, sfiorano i 39 miliardi di euro. Ma anche in
Italia la diffusione dello spam ha ormai raggiunto e superato il livello
di guardia. Le statistiche raccolte dall’Istituto di informatica e
telematica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Iit-Cnr)
documentano una situazione che, sia pur decisamente migliore rispetto
agli indici americani, peggiora progressivamente. “Da un’analisi
statistica sui server di posta elettronica dell’Iit emerge che, nel
2006, il tasso di spam medio è stato di circa il 66 per cento”, osserva
Stefano Ruberti, responsabile della posta elettronica dell’Iit-Cnr e del
Registro del ccTLD .it, l’organismo che assegna i domini internet ‘.it’”.
A fronte di 2.846.282 messaggi di posta ricevuti, il sistema ne ha
classificati come ‘clean’, puliti, poco meno di 970mila (34 per cento).
Ben 1.876.511 email erano invece spam o virus: in particolare, 614.772
(32,7 per cento del totale dei messaggi-spazzatura) sono state
etichettate come spam ma recapitate comunque all’utente per evitare
‘falsi positivi’ e 504.408 (26,8 per cento) bloccate e poste in
quarantena perché spam acclarato. Altri 732mila messaggi sono stati
bloccati dai sistemi di controllo Rbl, che identificano indirizzi noti
come mittenti di spamming: un numero enorme, se si considera che tali
controlli sono in funzione solo dall’8 novembre scorso. Infine, 25.477
email sono state classificate come portatrici di virus (appena l’1,3 per
cento): a dimostrazione di come le infezioni abbiano ceduto il passo ad
attività truffaldine ben più remunerative.
Tra queste, nel 2006, spicca il ‘phishing’, il tentativo di dirottare
gli utenti su pagine web fasulle che ricordano quelle di banche o
portali per l’acquisto di prodotti online al fine di carpire password e
codici di autenticazione”. Per dare un’idea di quanto lo spam ostacoli
la normale attività di rete si pensi che, per analizzare tutti i
messaggi infetti, il server Iit ha impiegato oltre 1.315 ore di lavoro.
“La tendenza”, conferma l’amministratore della posta Iit, “è in costante
crescita: gli indici di gennaio 2007 parlano già di un tasso di spam
superiore al 72 per cento. Le tecniche, del resto, sono sempre più
raffinate.
“L’ultimo nato è l’image spam: messaggi che non contengono più testo ma
immagini digitali, più difficili da analizzare, che secondo la società
americana Ironport hanno raggiunto il 25 per cento del totale, a fronte
del 4,8 per cento dell’ottobre 2005 (una crescita del 421 per cento).
Con l’avvento delle immagini è cresciuta la dimensione media dei
messaggi indesiderati (da 8,9 a 13 K, più 46 per cento): lo spam mangia
oltre 800 terabyte di banda Internet al giorno (erano circa 250
nell’ottobre 2005) con conseguenze gravi sia per gli utenti (che pagano
con la lentezza della navigazione) e, soprattutto, per le aziende,
costrette a fare i conti con cali di produttività (i dipendenti perdono
nel selezionare la posta almeno 15 minuti al giorno) e la necessità di
investire risorse in personale e sistemi antispam”.
Archivio Spam
|