Lo spam è ancora poco conosciuto. Nel rendere noti i
risultati del 'Quiz sullo spam', McAfee ha evidenziato come i 'navigatori'
del web giudichino in modo errato, quasi nel 50% dei casi, il modo in cui
vengono utilizzate le email dai siti on line. Il quiz, lanciato il 15
agosto scorso dal team di McAfee SiteAdvisor, ha presentato ai consumatori
home page e link delle policy sulla privacy di otto coppie di siti web,
quindi ha chiesto loro di giudicare quale sito di ogni coppia avrebbe
mantenuto riservato il loro indirizzo email.
Con oltre 7.000 risposte catalogate, il punteggio medio è stato del
55%, indicando che i consumatori non sanno giudicare correttamente quali
siti web condividono gli indirizzi email con inserzionisti terze parti. Il
partecipante medio al test ha risposto a tre su quattro domande in modo
errato sulle otto del quiz. Un consumatore che ha scelto i tre 'peggiori'
siti riceverebbe 2.000 email alla settimana. In media, linvio di un
indirizzo email a solo uno dei siti a rischio del quiz potrebbe portare
alla ricezione di oltre 300 email di spam alla settimana.
Sebbene ogni sito elencato nel quiz includesse un link evidente alla
policy sulla privacy, solo la metà dei consumatori ha consultato tali
policy prima di inviare le proprie risposte. Su uno dei siti mancava in
modo evidente il link. Tuttavia, circa la metà dei partecipanti al quiz ha
giudicato sicuro (sbagliando) quel sito invece dellaltro incluso nella
coppia che includeva la policy sulla privacy. Le carte di credito e i siti
di appuntamenti on line si sono rivelate essere le categorie più
difficili. Solo il 44% e il 40% dei partecipanti al quiz, rispettivamente,
hanno risposto a queste domande in modo corretto. Il design semplificato
dei siti pericolosi in queste categorie potrebbe aver trasferito ai
consumatori un fallace senso di sicurezza.
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