Pubblicato l'Eurobarometro sull'opinione pubblica
in Italia. Il 71% degli intervistati si ritiene soddisfatto della
vita che fa, anche se sono gli uomini e i giovani studenti ad esprimere un
giudizio più positivo rispetto alle donne e agli anziani. La percezione
delle condizioni dell'economia nazionale peggiora molto rispetto al
precedente sondaggio: il 74% del campione (contro il 58% del precedente) ha
un pensiero molto critico verso l'economia italiana. Ma crescono gli
insoddisfatti anche dell'economia europea, anche se il 63% degli italiani
guarda all'euro in modo positivo.
Alte percentuali si registrano sullo scetticismo verso il welfare
(68%) e la situazione occupazionale in Italia (78%). Un terzo degli
intervistati si dichiara pessimista nei confronti dell'immediato futuro
economico e occupazionale del Paese e il 52% pensa che in Italia le cose
vadano nella direzione sbagliata.
Passando all'Europa le opinioni diventano più rosee: il 25% è
fiducioso in un miglioramento delle condizioni economiche europee,
mentre solo il 17% è pessimista. Ma l'opinione generale sull'Unione Europea
è positiva per il 64%, negativa per il 28% degli italiani.
La metà giudica positivamente l'appartenenza dell'Italia nell'UE
e tra questi ci sono soprattutto coloro che votano a sinistra, mentre quasi
tutto il 16% dei pessimisti vota a destra.
L' istituzione europea più conosciuta dagli italiani è il Parlamento Europeo
(83%), a seguire ci sono la Commissione, la Banca Centrale e il Consiglio
UE. Meno della metà ha sentito parlare della Corte di Giustizia e della
Corte dei Conti. Meno di un terzo conosce l'esistenza del Comitato delle
Regioni, del Comitato Economico e Sociale e del Mediatore Europeo.
Tra gli italiani si registra una delle percentuali più basse
per quanto riguarda elementi elementari della composizione e del
funzionamento dell'UE. Sono il 68% gli ignoranti, battuti solo dai
britannici (70%). Si ignora addirittura quale sia l'esatto numero attuale
degli Stati membri.
Il 77% degli italiani non si ritiene ben informata sugli affari
politici europei. I responsabili principali di tale lacuna sono i
media nazionali: il 59% degli italiani dichiara che Tv e radio non
forniscano informazioni sufficienti sulle questioni europee. Ancor più
negativo è il giudizio sull'informazione nazionale: il 55% dice di non
affidarsi alla Tv, il 56% non ha fiducia nei giornali. Ma un 30% del
campione non riesce ad esprimere un'opinione.
Si conferma l'amore degli italiani per la politica: più della
metà ammette di discuterne con gli amici e la maggioranza tende a
far valere le proprie idee. Il 58% però si dichiara insoddisfatto rispetto
al funzionamento della democrazia italiana. Ciò comporta un forte calo della
fiducia degli italiani nelle istituzioni nazionali: solo il 23% si fida
dell'istituzione Governo, il 25% del Parlamento e il 16% dei partiti.
Resistono a quest'ondata di pessimismo le associazioni dei consumatori, che
conservano il 58% dei consensi.
Passando alle priorità nazionali da affrontare è la sicurezza che
occupa il primo posto: la lotta al crimine è importante per il 33%
degli intervistati e il 34% giudica positivo il ruolo dell'UE in questa
sfida. Altre fonti di preoccupazione sono il fisco e la disoccupazione,
mentre solo l'1% considera prioritaria la politica estera. E' molto
sostenuta dagli italiani, invece, la politica estera europea e il 43% è
favorevole a nuovi allargamenti. Il 70% del campione, però, pensa che la
propria voce non conti nell'UE.
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