Una nuova laicità. Temi per una società
plurale" è il nuovo libro del patriarca di Venezia. La sincronia fra
uomo pubblico e uomo privato, la proposizione di nuovi stili di
vita. Etica, mercato, economia, solidarietà.
Il nuovo libro
del cardinale Angelo Scola: ‘Una nuova laicità. Temi per una società
plurale’, edito da Marsilio, è stato presentato a Venezia due giorni
fa. Il Patriarca della città lagunare affronta nel libro la
relazione economica in rapporto con lo sviluppo sostenibile: una
critica all’economia slegata dalla cultura per la vita. Questo
discrimine implica una grande difficoltà nel formare ‘un consenso di
esperienza e cultura sui criteri fondamentali della stessa
valutazione etica’. Questo handicap - precisa Scola - è di
impedimento ad identificare seriamente le ‘cause meritevoli di
impegno a livello di vita personale e di vita pubblica’.
Per cercare di superare questo gap l’autore indica che ‘occorre
mostrare il fascino, la convenienza di nuovi stili di vita’, cioè lo
stile dell’uomo. Ma occorre ricordare che l’economia, più che
fondarsi sull’etica, esige una risposta antropologica, in quanto la
vita economica ‘mette in campo una concezione dell’uomo e della
comunità sociale". Ecco dunque che "la relazione economica dovrà
collocarsi dentro questo orizzonte integrale: questo è il salto
culturale che l’insegnamento sociale della Chiesa, troppo spesso
sottovalutato, quando non disprezzato, ha inteso ed intende
proporre’.
Ed allora per coniugare compatibilmente antropologia, etica ed
economia occorre seriamente proporre nuovi stili di vita, che non
devono essere fondati sulla paura, ‘nemmeno quella derivante
dall’affacciarsi di una grave minaccia per la sopravvivenza del
nostro pianeta. Infatti Dio ha posto l’uomo davanti ad una scelta:
la vita o la morte e gli ha consigliato di scegliere la vita. Da
questa scelta primordiale è legato lo sviluppo dell’uomo, perché ‘il
bello è lo splendore del vero’. Tale ricerca di un’economia
‘veramente sostenibile’ implica anche una critica acuta
all’ideologia attuale, per la quale non conviene impegnarsi per la
vita: “Proporre -e proporre in modo integrale- nuovi stili di vita
significa perseguire la vita buona nella duplice e insuperabile
dimensione personale e sociale. Per questo, colui che intende
promuovere l’esperienza integrale dell’uomo è chiamato a promuovere
simultaneamente la verità della propria persona, dei suoi rapporti
primari, del bene comune a tutta la società civile”.
Il dilemma che Scola intende sciogliere è che tra l’uomo pubblico e
l’uomo privato ci deve essere sincronia: “Se non si può essere
politici non virtuosi sul piano personale, ma eccellenti nell’azione
di governo, analogamente non si è uomini compiuti se si lavora per
la sostenibilità, per il bilancio di giustizia, per le banche
etiche, per il bilancio sociale delle imprese e dei comuni e non si
protegge simultaneamente la vita più debole e più indifesa o non si
promuovono i corpi intermedi -autentiche ricchezze della società
civile- a cominciare dalla famiglia. La vita buona va perseguita in
tutti i suoi aspetti”. Per realizzare una società libera, conclude
il Patriarca, c’è bisogno di persone responsabili, anche come
consumatori: “Proporre nuovi stili di vita significa allora lavorare
per rompere l’inaccettabile alleanza tra mercato e libertinismo e
sostituirvi quella tra mercato e solidarietà”.
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