Ricorderete tutti che poco
prima che la Banca popolare italiana (ex popolare di Lodi) lanciasse la sua
offerta di acquisto su Antonveneta in contrapposizione agli olandesi di ABN AMRO,
una situazione più o meno analoga si era verificata ed era anzi ancora in
itinere, le ultimissime però dicono che l'operazione avrebbe avuto il via libera
di Bankitalia, con protagonisti questa volta
la Banca Nazionale
del Lavoro, cui aspiravano gli spagnoli del Banco di Bilbao, contrastati all'
uopo dal gruppo UNIPOL Assicurazioni.
Ebbene, anche in questo caso, il comportamento della Banca d'Italia, sembra aver
protetto e favorito il gruppo Unipol, nonostante che alcuni politici di area
della maggioranza abbiano cercato di impedire che UNIPOL acquisisse Banca
Nazionale del Lavoro.
In questo caso però le resistenze politiche contrarie all'Unipol, sono durate
poco ed anzi si sono improvvisamente quietate come per via di un ordine di
scuderia venuto dall'alto.
E' verosimile una tale interpretazione dei fatti? Ovviamente non è possibile
affermarlo, ma se si considera che l'atteggiamento di contrarietà poteva
probabilmente derivare dal fatto che
la Unipol
Assicurazioni è un' impresa notoriamente di area diessina e se
si considera specialmente che
la Banca Nazionale
del Lavoro era proprietaria del 2,83% di Bankitalia, allora la cosa comincia a
diventare più che verosimile.
Ed è proprio l'esser proprietaria di una quota della (nostra ?) Banca
Centrale, cioè titolare dei diritti di signoraggio, che ha determinato
l'atteggiamento di Bankitalia a favore dell'offerta di acquisto Unipol contro
l'offerta degli spagnoli del Banco di Bilbao.
Proprio così, infatti la quota di proprietà della BNL del 2,83% di Bankitalia
significa detenere diritti di signoraggio, centinaia e centinaia di milioni di
euro, che sono e devono essere considerati come un privilegio parassitario
che lo stato italiano ha concesso a pochi privilegiati (tutti i proprietari
di quote di banche proprietarie di Bankitalia) e che è pari alla quota posseduta
e in definitiva un diritto agli interessi annui (che sono pari al tasso
ufficiale di sconto detratte le spese) sull'intera massa monetaria circolante in
Italia, che è bene ricordare trattarsi di danaro che
la Banca
centrale crea e che di volta in volta mette in circolazione sotto forma di
prestito da cui trae interessi al tasso di sconto, il signoraggio, appunto.
Di qui il benevolo
atteggiamento di Antonio Fazio nei confronti dell'offerta di acquisto Unipol e
contro l'offerta Banco Bilbao, atteggiamento che si può ragionevolmente ritenere
come tacitamente, se non addirittura nascostamente, ma realmente, appoggiato dal
governo, che vedeva prendere la via della Spagna ad una fetta non trascurabile
dei diritti di signoraggio, per non aver saputo o comunque voluto prendere per
tempo i provvedimenti che una tale situazione richiedeva ed alla quale oggi
tenta di porre rimedio con il proposito espresso di "nazionalizzare
la Banca
d'Italia.
Il diritto di signoraggio, un vero e proprio regalo che tutti gli italiani
"normali" pagano ai pochi semidei proprietari di quote delle banche a loro volta
azioniste della Banca d'Italia ed ora, con lo stesso meccanismo, della Banca
Centrale Europea.
Un paradosso che nel corso degli anni ha determinato l'enorme debito pubblico
accumulato dallo stato (cioè dai cittadini che lo devono pagare, direttamente
come quota degli interessi su qualsiasi debito debbano contrarre; oppure
indirettamente con le tasse, buona parte delle quali servono a pagare gli
interessi sul debito, anziché essere usate per fornire i servizi per cui vengono
ufficialmente richieste).
Altra storia invece, quella relativa all'acquisto di Antonveneta da parte degli
olandesi di ABN AMRO.
Qui ci troviamo di fronte ad un atteggiamento, quello di Fazio, che definire
benevolo nei confronti di Banca Popolare Italiana è dire veramente poco.
Qui Fazio ha esercitato il suo potere con l'arroganza che la sua posizione, ma
non l'etica o la morale, gli consente, esprimendosi a favore del suo amico
Gianpiero Fiorani, presidente della Popolare Italiana (ex Lodi) e dunque contro
ABN AMRO, anche in mancanza dei requisiti minimi necessari per
la Popolare Italiana
di poter acquisire il controllo di Antonveneta.
Un comportamento quindi che se non ha violato le leggi, come le notizie
dell'ultima ora dicono, ha certamente violato l'etica che per un Governatore di
Banca Centrale, non è meno importante della legge.
Stando così le cose, come ci
si poteva aspettare una dichiarazione risolutiva da parte del Presidente del
Consiglio?
Una dichiarazione che avrebbe risparmiato all'Italia critiche e danni reali, ma
che pare non sarà mai espressa.
E' per questi motivi che Berlusconi nicchiava ed è sulla base di queste
considerazioni sui fatti che Fazio ha subito gli attacchi senza reagire, ma
nella consapevolezza che nessuno, se non il consiglio di amministrazione della
Banca d'Italia, poteva sfiduciarlo e costringerlo alle dimissioni.
E' per questo motivo che proprio in queste ore sta venendo a soluzione anche la
vicenda ABN AMRO - Antonveneta.
E' per questo motivo che
la Banca Centrale
Europea, evidentemente appagata per la piega positiva a favore degli olandesi
verso cui la vicenda Antonveneta si sta avviano, contrariamente
all'atteggiamento stizzito dei primi giorni nei riguardi di Berlusconi, ora ha
aggiustato il tiro dichiarando la propria incompetenza a giudicare sull'operato
di Fazio, ma soprattutto dichiarando che lo stesso non avrebbe violato alcuna
norma.
Queste le considerazioni sul caso, ma la cosa avrà un seguito perché la vicenda
è stata l'occasione per mettere alla luce e portare quindi all'attenzione della
gente (sempre che l'informazione decida in tal senso, cosa che finora non ha
fatto) su quella che forse è la più grande e la più perniciosa delle
innumerevoli iniquità che gli italiani devono sopportare:
Il signoraggio a favore di pochi eletti.
Vedremo come il signor Berlusconi vorrà decidere di risolvere la questione
signoraggio.
Dal comportamento della informazione di rendere o meno di dominio pubblico il
problema evidenziato, con la forza e l'entusiasmo che una causa giusta richiede,
dipenderanno senz'altro le decisioni di Berlusconi.
Da tali sviluppi potrebbe dipendere l'esito della prossima campagna elettorale
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