La parola signoraggio indica l'insieme delle entrate derivante dal
battere moneta.
Quindi si può anche definire come la differenza tra il
valore nominale e il
valore intrinseco. Il termine deriva dal
francese "seigneur",
che in italiano
significa "signore".
Nel Medio Evo
infatti erano i
signori
feudali i titolari del diritto di battere moneta e quindi i beneficiari del
guadagno che ne derivava. Per signoraggio, nell'ambito delle moderne scienze
economiche, oggi si intendono i
redditi che
una
banca centrale o uno
stato ottiene
grazie alla possibilità ricreare base monetaria in condizioni di
monopolio.
Storia del signoraggio
Nell'antichità, quando la
base monetaria consisteva di
monete in
metallo prezioso, chiunque disponesse di metallo prezioso poteva portarlo
presso la
zecca di stato, dove veniva trasformato in monete con l'effigie del sovrano.
I diritti spettanti alla zecca e al sovrano erano esatti trattenendo una parte
del metallo prezioso. Il signoraggio in tale contesto è dunque l'imposta sulla
coniazione, noto anche come diritto di zecca. Il
valore nominale della moneta e il
valore intrinseco delle monete non coincidevano, a causa del signoraggio e
dei costi di produzione delle monete. L'imposta sulla coniazione poi serviva a
finanziare la spesa pubblica. Nel caso in cui lo stato possedesse miniere di
metallo prezioso, il signoraggio coincideva con la differenza tra il valore
nominale delle monete coniate e i costi per estrarre il metallo prezioso e
coniare le monete. Già con i
romani, da
Settimio Severo si può parlare di signoraggio: questo imperatore dimezzò la
quantità di metallo prezioso contenuto nelle monete, mentre lasciò invariato il
valore nominale.
Con la
rivoluzione industriale si assiste al graduale abbandono dei sistemi
monetari fondati sui metalli preziosi e sulla convertibilità delle monete in
metalli preziosi. La crescita degli scambi economici provocata dalla rivoluzione
industriale rese necessario l'uso di monete la cui offerta potesse essere
regolata a piacimento dalle
banche centrali e non fosse vincolata dalla limitata disponibilità di
metalli preziosi. Inoltre l'affermarsi di talune monete, sempre più diffuse e
accettate negli scambi internazionali, rese obsoleto il ricorso ai metalli
preziosi per regolare tali scambi. Infine l'affermazione del biglietto di
banca e di altre
forme di pagamento svincolate dall'uso di metalli preziosi si spiega con la
praticità dei sistemi di pagamento che non obbligano a trasferire ingenti
quantità di pesante metallo prezioso.
Durante il
fascismo lo stato italiano emetteva la banconote da 500
lire,
infatti sopra non c'era la scritta Banca d'Italia, ma “Biglietto di Stato a
corso legale”. Anche
John Fitzgerald Kennedy, nel
1963 aveva emesso
una banconota da 2 dollari che era garantita con argento e recava la scritta «United
State Note» invece che «Federal
Reserve Note». Tuttavia JFK fu ucciso a
Dallas 5 mesi
più tardi e l'ordine
esecutivo che aveva firmato non venne mai cancellato da nessun presidente
quindi è ancora valido anche se non viene utilizzato.
Il signoraggio oggi
Nel caso dei paesi appartenenti all'area dell'euro,
il diritto al signoraggio viene per la maggior parte detenuto e gestito dalla
banca BCE che emette
ogni singola banconota in euro. La BCE è formata dalle banche centrali di 12
stati europei, che a loro volta -
come in Italia - sono formate da banche private che ne acquisiscono quindi i
benefici. Infatti, secondo l'articolo 105 A del
Trattato di
Maastricht
"La BCE ha il diritto esclusivo di autorizzare l'emissione di banconote
all'interno della Comunità. La BCE e le Banche centrali nazionali possono
emettere banconote. Le banconote emesse dalla BCE e dalle Banche centrali
nazionali costituiscono le uniche banconote aventi corso legale nella Comunità."
Lo
Stato Italiano mantiene tuttavia i diritti per le monete, i cui proventi
sono però molto inferiori rispetto alle banconote.
Proventi da signoraggio
- La differenza tra i costi di produzione della carta moneta e il suo valore
nominale. Gli stati dell'area euro utilizzano il signoraggio per finanziare la
propria spesa pubblica (vedi lo schema qui sotto: lo stato italiano ha
guadagnato circa 1 milardo di €). Anche microstati come la
Repubblica di San Marino e la
Città del Vaticano sfruttano il signoraggio come fonte di entrate per il
bilancio dello stato, emettendo monete che vengono poi assorbite dal mercato
dei collezionisti
- Il diritto di emettere moneta: il guadagno da signoraggio della banche
centrali nazionali private che compongono la BCE è l'8% di tutte le banconote
circolanti. Il restante 92% delle banconote viene scambiato con titoli di
stato. Per questo, oltre all'8%, la BCE guadagna anche il possesso di molti
titoli di stato e del relativo
interesse
- Il guadagno ottenuto per il fatto che da un lato il denaro emesso dalla
banca centrale viene conservato dai soggetti economici di un Paese
(costituendo di fatto un titolo di debito a interesse negativo), dall'altro i
titoli in valuta straniera detenuti come riserve dalla banca centrale fruttano
interessi
- Un altro ricavo da signoraggio si ottiene tramite l'inflazione
che si genera con l'aumento dell'offerta di moneta
Il motivo può essere spiegato mediante l'equazione quantitativa della moneta
MV = PY, dove M è la quantità di moneta, V la velocità di circolazione
della moneta, P il
deflatore del PIL e Y il
prodotto interno lordo
reale.
Poiché V è sostanzialmente costante e Y dipende solo dai fattori di
produzione (per il
principio di neutralità della moneta le variabili nominali - come i prezzi -
non influenzano le variabili reali come il PIL), un aumento della quantità di
moneta non può che causare un aumento del deflatore del PIL, ossia un fenomeno
inflazionistico. Il fatto che tutti i fenomeni di
iperinflazione (inflazione superiore al 50% mensile) si siano verificati in
momenti di altissima emissione di moneta da parte dello Stato è particolarmente
indicativo: esempi molto noti ed efficaci sono l'iperinflazione causata dai
governi degli
Stati
Uniti durante la
guerra d'indipendenza e della
Repubblica di Weimar negli anni '20.
- Alla fine degli
anni '90
negli
Stati Uniti venne emessa una nuova serie di monete da 25 centesimi (quarters).
Qualche tempo dopo si scoprì che le nuove monete incontravano il favore di
molti collezionisti, che le toglievano dalla circolazione. Poiché alla zecca
statunitense ogni pezzo da 25 cent costava 5 cent, il Tesoro statunitense
guadagnava ogni volta che una persona "comprava" una moneta e sceglieva di non
spenderla. Il Dipartimento del Tesoro degli USA ha calcolato di aver
guadagnato circa 5 miliardi di dollari in diritti di signoraggio (ad aprile
2005).
Signoraggio Statale
Lo Stato
Italiano emette monete metalliche in euro anche se questa emissione è regolata
direttamente dalle BCE,
che decide, per ogni stato che ha l'euro, quante monete devono essere coniate.
Secondo una
ricerca stampare la monetina da 1 centesimo costa 3 centesimi. I dati sul
costo della produzione delle monete sono tuttavia riservati e quindi è possibile
solo fare delle stime su quanto effettivamente lo stato guadagni. La tabella
seguente illustra, con approssimazione (viene considerando che stampare una
moneta costa circa 0.20€), quanto lo Stato italiano abbia guadagnato con la
produzione delle monete in euro. Si deduce che lo stato abbia guadagnato circa
1000 milioni di €, un miliardo di €, contro i circa 40 mld della banca centrale
europea. I dati con cui è stata fatta la tabella sono disponibili
qui. Tabella presa da
questo sito.
Monete in euro prodotte al 31 dicembre 2001 (milioni di pezzi e
milioni di euro)
tagli |
0.01 |
0.02 |
0.05 |
0.10 |
0.20 |
0.50 |
1 |
2 |
TOT |
pezzi |
1000 |
900 |
1380 |
900 |
1400 |
1100 |
950 |
310 |
7940 |
valore nominale |
10 |
18 |
69 |
90 |
280 |
550 |
950 |
620 |
2587 |
valore intrinseco |
200 |
180 |
276 |
180 |
280 |
220 |
190 |
62 |
1588 |
guadagno |
(-190) |
(-162) |
(-207) |
(-90) |
(0) |
330 |
760 |
558 |
999 |
Gli Stati che utilizzano il signoraggio per finanziare la propria
spesa pubblica (monetizzazione)
impongono la cosiddetta “tassa da inflazione”: battendo nuova moneta con la
quale coprire le loro esigenze fanno diminuire il valore della moneta posseduta
dai cittadini, da ciò il nome improprio di “tassa” al fenomeno in questione,
similare ad una tassa sulla moneta detenuta in quanto la moneta posseduta, ad
esempio dai cittadini, si svaluta perchè lo stato emette nuova moneta per
coprire il proprio fabbrisogno. In Europa, tuttavia, la quantità di moneta che
gli stati possono emettere sono molto piccole se confrontate con la quantità di
moneta che le banche private possono emettere e quindi l'eventuale "tassa di
inflazione" dipende in minima parte dallo stato.
Signoraggio delle banche
La Banca d'Italia definisce così il reddito da signoraggio:
 |
«È il reddito connesso alla funzione di emissione della moneta ed è
definito, nell'ambito del SEBC, come reddito originato dagli attivi
detenuti in contropartita della circolazione in euro. Il reddito da
signoraggio della BCE è rappresentato dalla remunerazione dei crediti nei
confronti delle BCN dell'Eurosistema, corrispondenti alla quota di
banconote in euro convenzionalmente assegnata alla BCE (pari all'8 per
cento della circolazione complessiva dell'Eurosistema). Tale reddito viene
distribuito alle BCN in proporzione alla rispettiva quota di
partecipazione al capitale della BCE.»
|
|
|
Questo significa che il guadagno da signoraggio delle banche centrali
nazionali private che compongono la BCE è l'8% di tutte le banconote circolanti.
Il restante 92% viene scambiato con titoli si stato per cui i loro guadagni sono
anche l'interesse che esse guadagnano prestando questa moneta a stati, cittadini
e aziende (interesse deciso dalla stessa BCE) e il possesso di ingenti quantità
titoli di stato, per un valore che
aumenta progressivamente. Questi guadagni vengono proporzionalmente divisi
fra i membri della BCE come illustra il seguente schema.
Banca Centrale Nazionale |
% Capitale sottoscritto |
Capitale versato (€) |
Banque Nationale de Belgique |
2.55 |
141.910.195,14 |
Deutsche Bundesbank |
21.14 |
1.176.170.750,76 |
Banca di Grecia |
1.90 |
105.584.034,30 |
Banco de España |
7.77 |
432.697.551,32 |
Banque de France |
14.87 |
827.533.093,09 |
Central Bank of Ireland |
0.92 |
51.300.685,79 |
Banca d'Italia |
13.05 |
726.278.371,47 |
Banque centrale du Luxembourg |
0.16 |
8.725.401,38 |
De Nederlandsche Bank |
4.00 |
222.336.359,77 |
Oesterreichische Nationalbank |
2.08 |
115.745.120,34 |
Banco de Portugal |
1.77 |
98.233.106,22 |
Suomen Pankki - Finlands Bank |
1.29 |
71.711.892,59 |
NON AREA EURO
Danmarks Nationalbank |
1,5663 |
6.101.159,01 |
Sveriges Riksbank |
2,4133 |
9.400.451,41 |
Bank of England |
14,3822 |
56.022.530,23 |
Česká národní banka |
1,4584 |
5.680.859,54 |
Eesti Pank |
0,1784 |
694.915,90 |
Central Bank of Cyprus |
0,1300 |
506.384,90 |
Latvijas Banka |
0,2978 |
1.160.010,95 |
Lietuvos bankas |
0,4425 |
1.723.656,30 |
Magyar Nemzeti Bank |
1,3884 |
5.408.190,75 |
Bank Ċentrali ta' Malta / Central Bank of Malta |
0,0647 |
252.023,87 |
Narodowy Bank Polski |
5,1380 |
20.013.889,41 |
Banka Slovenije |
0,3345 |
1.302.967,30 |
Národná banka Slovenska |
0,7147 |
2.783.948,38 |
Totale |
~100% |
3.978.226.562,17 (71,4908% delle banche dell'area euro)
+111.050.987,95 (28,5092% delle banche dell'area NON euro) |
NOTA BCE: Le BCN dei tredici paesi non aderenti all'area dell'euro sono
tenute a versare una percentuale minima delle quote di capitale rispettivamente
sottoscritte, a titolo di contributo ai costi operativi della BCE connessi alla
partecipazione al Sistema europeo di banche centrali (SEBC). Dal 1° maggio 2004
tale contributo è pari al 7% delle quote di capitale sottoscritte, per un
importo complessivo di 111.050.987,95 euro, ripartito nel seguente modo.
Il valore delle banconote circolanti alla fine del 2004 era di circa 501
miliardi di Euro per cui il profitto da emissione di banconote nel 2004 è stato
di circa 40 miliardi di Euro contro i circa 999 milioni di € dello stato
italiano. Comunque la BCE specifica che L'ammontare del reddito da
signoraggio della BCE può essere ridotto, con decisione del Consiglio direttivo
della BCE, in relazione ai costi sostenuti dalla stessa per l'emissione e la
gestione operativa delle banconote in euro. Inoltre il Consiglio direttivo può
decidere di non dar luogo, in tutto o in parte, alla distribuzione del reddito
da signoraggio al fine di assicurare che la ripartizione annuale complessiva
degli utili non ecceda il profitto netto della BCE per l'esercizio.'
BCE e titoli di stato
Attualmente la banca centrale è l'unico ente, oltre alle banche che la
compongono, sempre private, che può emettere moneta (ad eccezione delle monetine
metalliche, di emissione statale) con la quale acquista i titoli di stato che
coprono i
deficit statali.
Tale pratica, diffusa fino ai primi
anni ottanta
del XX secolo,
vale a dire fino a quando le banche centrali dei principali paesi occidentali
sono dipese dai rispettivi governi, ha come controindicazione la creazione di
inflazione. Oggi i redditi della banca centrale derivano prevalentemente dalle
operazioni di compravendita di titoli pubblici attraverso i quali la banca
centrale regola l'offerta di moneta nell'economia. La banca centrale può, in
qualità di creditore di ultima istanza, emettere base monetaria a fronte dei
titoli acquistati. Attraverso la cessione di titoli la banca centrale al
contrario riduce la base monetaria.
Inoltre la banca centrale concede prestiti alle banche commerciali, attraverso
il meccanismo dello
sconto.
Tali operazioni, destinate a realizzare il compito primario della banca centrale
di regolare la quantità di moneta in circolazione nell'economia e l'ammontare
del credito concesso dalle banche ai loro clienti, generano reddito per la banca
centrale.
Ad esse si aggiungono voci marginali, come i ricavi che derivano
dall'emissione di moneta destinata a sostituire monete sottratte alla
circolazione dai
collezionisti o distrutte o dimenticate.
Il reddito netto da signoraggio viene direttamente o indirettamente versato
nelle case statali attraverso le
imposte, la
distribuzione degli utili, la concessione di tassi agevolati.
Per aumentare la quantità di moneta in circolazione nell'economia la BCE,
come ogni banca centrale sottoscrive titoli di stato come
BOT,
CCT,
BTP. I buoni del
tesoro sono titoli di debito per questo questo sistema rende gli stati
aderenti all'euro indebitati verso la banca centrale, che è privata. I
buoni, però, non sono un guadagno da signoraggio, perchè ogni volta che
scadono lo stato li riemette e la banca centrale li riacquista (prevalentemente
sono la BCE e le BCN ad acquistare titoli di stato, anche perchè fisicamente
esistono in banconote in € per l'equivalente di circa 1/3 del debito pubblico
-al 31/12/2001- , ovvero anche se un cittadino avesse tutte le bancote d'europa
non potrebbe "comprare" neanche il debito pubblico italiano). Tuttavia questo
sistema genera un aumento quasi costante del
debito pubblico, per via degli interessi che lo stato da su ogni titolo, che
deve essere bilanciato da una crescita del
PIL parallela. Se ciò
non accadesse il rapporto deficit/PIL sforerebbe il 3%, che è il tetto massimo
di deficit che uno stato può avere, secondo il
Trattato di Maastricht.
Signoraggio e riserva frazionaria
Controversie
 |
«Meno male che la popolazione non capisce il nostro sistema bancario e
monetario, perché se lo capisse, credo che prima di domani scoppierebbe
una rivoluzione»
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«Dire che uno Stato non può perseguire i suoi scopi per mancanza di denaro
è come dire che un ingegnere non può costruire strade per mancanza di
chilometri»
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«Non faremo opere pubbliche se non ci sono i soldi»
|
|
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 |
«Io credo che le istituzioni bancarie siano più pericolose per le nostre
libertà di quanto non lo siano gli eserciti permanenti... Se il popolo
americano permetterà mai alle banche private di controllare l'emissione
del denaro, dapprima attraverso l'inflazione e poi con la deflazione, le
banche e le compagnie che nasceranno intorno... [alle banche]
...priveranno il popolo dei suoi beni finché i loro figli si ritroveranno
senza neanche una casa sul continente che i loro padri hanno conquistato»
|
|
|
La banca centrale, solitamente privata, ha il potere esclusivo di emettere
moneta. Questa moneta (che a loro costa il valore intrinseco, ~0,05€ per
banconota) viene scambiata con titoli di stato, su cui lo stato deve pagare
degli interessi. Esempio: lo stato ha bisogno di 100€ e per finanziarli emette
un BOT con interesse al 3%. Ecco che lo stato si è indebitato di 103€ verso il
privato che ha emesso quella moneta, che è costata pochi centesimi. Poichè i
titoli emessi dallo stato, alla scadenza vanno rimborsati, lo stato emette nuovi
titoli con un importo ancora maggiore. Nel nostro caso emetterebbe un nuovo
titolo da 103€ con un altro interesse al 3%. Da notare che un debito con
interesse al 2,5% raddoppia in 29 anni. Nell'esempio, dopo 29 anni lo
stato si ritroverebbe indebitato di 228,79€. Alcuni professori come
Maurice Allais,
Giacinto Auriti e alcuni siti web ritengono che il sistema attuale
in vigore da 311 anni sia una
truffa che verrebbe operata sistematicamente dalla banche centrali.
Ciò sarebbe motivo di arricchimento smisurato per la banca centrale che
potrebbe così possedere ingenti quantità di titoli di stato (che comunque sono
un valore facilmente rivendibile/risottoscrivibile) per un valore in continuo
aumento (principalmente a causa degli interessi di cui il debito è gravato).
Ritengono altresì che lo stato, per contenere l'inarrestabile aumento del debito
pubblico (per il
patto di stabilità il debito deve essere al massimo il 103% del PIL) sia
costretto ad aumentare le
tasse, a
ricorrere a
privatizzazioni o
cartolarizzazioni. Ciò sarebbe anche causa di
recessione,
inflazione
etc. Effettivamente col sistema attuale, in caso di crescita del PIL pari a 0,
lo stato, per mantenere il debito ad un livello stabile deve trovare molti
soldi, solo per coprire gli interessi. Oggi (2005)
il debito pubblico italiano è 1.507.556 milioni di euro ed è il 106,4% del PIL.
Con il 3% di interesse, fra un anno lo stato avrà accumulato 45.226 ca milioni
di euro di solo di interessi sul debito.
Il mito della ricchezza da signoraggio
La tesi secondo cui le banche centrali creerebbero un enorme ricchezza da
signoraggio può essere facilmente smentita osservando che essa è priva di
fondamento micro e macroeconomico.
Da un punto di vista microeconomico:
1. Se l'emissione di moneta da parte delle banche centrali generasse una
grande ricchezza, nella contabilità delle banche centrali l'emissione di moneta
dovrebbe risultare come un ricavo. Sottratti i costi irrisori l'utile sarebbe
enorme. Tuttavia i principi contabili universalmente accettati non prevedono che
l'emissione di moneta sia considerata un ricavo e nei bilanci delle banche
centrali non si trova traccia di ricavi generati direttamente dall'emisione di
moneta.
2. Se tali principi contabili fossero errati, e sbagliati i bilanci delle
banche centrali, e quindi se davvero l'emissione di moneta generasse ricavi,
nell'attivo dello stato patrimoniale dei bilanci delle banche centrali non
dovrebbe comparire l'importo dei titoli acquistati a fronte dell'emissione di
moneta. Si dovrebbe invece trovare un grande liquidità.
Nella realtà le banche acquistano titoli a fronte dell'emissione di moneta,
che, in base ai principi contabili, viene registrata nel passivo dello stato
patrimoniale e non nel conto economico. L'emissione di moneta non genera quindi
ricavi.
3. Sempre nell'ipotesi che l'emissione di moneta sia da considerare un
ricavo, con conseguente distribuzione di utili, si può osservare che una volta
distribuiti gli utili, la banca centrale non disporrebbe più di risorse con cui
comperare i titoli che invece sono presenti nel suo bilancio. L'ipotesi che
l'emissione di moneta comporti dei ricavi è quindi incompatibile con la presenza
nel bilancio di elevati importi di titoli.
4. Ancora, formulando l'ipotesi che l'emissione di moneta sia da considerare
un ricavo, ci dovremmo aspettare bilanci delle banche centrali con utili
elevati, a fronte di ricavi giganteschi e di costi esigui. Di tali ipotetici
utili tuttavia non vi è traccia nei bilanci di tutte le banche centrali nel
mondo e non risulta che tali bilanci siano falsi.
5. Se poi ipotizziamo che essi possano essere occultati, c'è da chiedersi
come mai tali utili non lascino tracce nel sistema bancario, tracce tali da
indicarne l'esistenza, dal momento che non si tratta di pochi biglietti di banca
ma di somme molto grandi, impossibili da trasferire senza ricorrere al sistema
bancario. Ancora una volta nella realtà non c'è alcuna traccia dell'esistenza di
tali utili, ulteriore dato che ne smentisce l'esistenza.
Sul piano macroeconomico, si può osservare che:
6. Se esistessero grandi utili distribuiti, magari in modo occulto, si
dovrebbero registrare forti effetti sull'inflazione. Ma i numerosissimi studi
sull'inflazione non segnalano alcun dato che lasci pensare alla presenza di
un'inflazione più alta, causata dagli utili da signoraggio.
7. Il denaro creato dal nulla dovrebbe poi rientrare nel sistema bancario.
Dopo essere stato incassato dai beneficiari dell'utile da signoraggio, sarebbe
speso e chiunque lo riceve in pagamento finirebbe prima o poi per versarlo in
banca. L'enorme quantità di denaro che affluirebbe nelle casse delle banche
verrebbe da queste offerto alla clientela a prezzi decrescenti. Il credito
abbondante e a buon mercato segnalerebbe la presenza di tale enorme massa di
denaro generata dal signoraggio. Nella realtà ancora una volta di tutto questo
non vi è traccia nè prova.
Infine è utile segnalare che i fautori della tesi dell'esistenza della truffa
del signoraggio mettono in evidenza che la massa monetaria creata dalla banca
sarebbe un debito della banca centrale.
Tale affermazione serve per indurre il lettore a credere che la collettività,
grazie all'emissione di moneta, finisca per indebitarsi due volte. La prima
volta con spese superiori alle entrate statali, con l'effetto di rendere
necessaria l'emissione di titoli di stato. La seconda volta con l'emissione di
moneta.
Tale tesi è contraddittoria. Come segnalato al punto 3, se la banca emette
moneta che dà luogo, secondo i sostenitori delle tesi sul signoraggio, a un
ricavo e di conseguenza a utili elevati, e se gli utili vengono distribuiti, la
banca centrale non ha le risorse per acquistare titoli. Se tali titoli venissero
emessi, come qualcuno sostiene, solo per consentire alla banca centrale di
emettere moneta, l'assenza di denaro con cui pagarli renderebbe impossibile
l'indebitamento stesso.
Ma le contraddizioni non si fermano qui. Infatti se fosse vero che il debito
viene creato solo per consentire alla banca di emettere moneta, si finirebbe col
negare l'esistenza stessa del signoraggio. L'ipotesi su cui si fonda è che
l'emissione di moneta costituisca un ricavo, a fronte del quale non ha senso che
vengano acquistati titoli. L'enorme ricavo da signoraggio verrebbe infatti
distribuito agli azionisti della banca centrale.
In attesa che i sostenitori delle tesi sul signoraggio chiariscano se
l'emissione di moneta è da considerarsi o no un ricavo, non resta che avvertire
che la preoccupazione per un doppio indebitamento serve a convincere che il
sistema di emissione di titoli e di moneta sarebbe disastroso e che si potrebbe
risolvere tale problema attraverso miracolosi sistemi monetari alternativi.
Inoltre gli autori di queste tesi non sanno dire verso chi sarebbe
l'indebitamento generato dall'emissione di moneta e non sanno indicare un
bilancio di una banca centrale nella quale si specifichi che si tratta di un
debito verso qualcuno in particolare.
Dov'è l'errore
L'errore fondamentale delle tesi sul signoraggio è di ignorare che la moneta
è semplicemente uno strumento che migliora l'efficienza del sistema economico.
Ad esso si aggiunge una conoscenza modesta dell'economia e delle condizioni e
delle conseguenze che dovrebbero verificarsi se certe tesi fossero corrette. Non
basta infatti affermare che esiste il signoraggio e sostenere tesi
complottistiche, naturalmente senza fornire alcuna prova, perchè creare dal
nulla e intascare una gigantesca massa di denaro (in questo consiste la truffa
del signoraggio) non è un operazione "neutra" ma produce effetti che, se
accertarti, confermerebbero l'esistenza del denaro.
Si può poi considerare che se esistesse un debito nulla impedirebbe al
creditore di chiederne la restituzione, e quindi il ritiro della moneta in
circolazione.
Se ciò accadesse non si comprende come potrebbe funzionare senza moneta
un'economia complessa. Gli effetti economici negativi sarebbero talmente pesanti
da rendere di fatto assai preferibile che quel debito, se fosse un debito, non
venisse mai rimborsato, mettendo in secondo piano la preoccupazione per
l'esistenza di un presunto debito da emissione di moneta.
Un'ulteriore contraddizione delle tesi sulla truffa da signoraggio è di
considerare il signoraggio appannaggio dei privati (a tal proposito i
sostenitori della tesi della truffa pongono in evidenza il carattere privato
delle banche centrali, cercando quasi ossessivamente i nomi dei soci e le
percentuali da essi detenute) mentre il debito che la banca centrale (privata)
creerebbe attraverso l'emissione di moneta viene considerato non un debito della
banca (privata) ma un debito della collettività.
In conclusione quindi si può dire che le tesi sul signoraggio sono prima di
tutto fantasiose, poi prive di qualsiasi fondamento micro e macroeconomico e
infine prive di ogni utilità. Perchè abbandonare il sistema monetario esistente,
per quanto possa essere imperfetto, non sarebbe possibile in quanto chi lo
governa non condivide tali tesi prive di ogni fondamento, e perchè sarebbe
impossibile rinunciare a usare una moneta senza produrre effetti drammatici
sull'economia reale.
Tutto ciò non significa che una forma di signoraggio non esista. Il
signoraggio è un reddito generato prevalentemente dai titoli che la banca
centrale compera quando emette moneta.
Una definizione di signoraggio
Quanto segue è tratto da Bagliano e Marotta, Economia Monetaria, Il
Mulino. Bagliano e Marotta sono due docenti di economia monetaria in università
italiane.
A pag. 18 del loro testo si parla di signoraggio.
«In linea di principio, la creazione di base monetaria in condizioni di
monopolio dà la possibilità alla banca centrale di ottenere redditi (il
cosiddetto signoraggio) pari alla differenza tra
i ricavi ottenibili dall'investimenti in attività finanziarie e reali e i
(trascurabili) costi di produzione. Poiché questi redditi derivano dalla
condizione di privilegio concessa dallo Stato, i profitti sono in genere
incamerati in misura prevalente da quest'ultimo, sotto forma di imposte. Un
limite alla produzione, potenzialmente illimitata di base monetaria è posto
dall'obiettivo del mantenimento di un livello dei prezzi relativamente stabile,
data la relazione diretta che storicamente si è osservata tra inflazione e
offerta di moneta»
Come si può leggere il signoraggio ha a che fare con i ricavi ottenibili
dall'investimento di attività finanziarie e reali. Non dipende dalla differenza
di valore tra moneta creata e il costo per stamparla.
Testi di economisti autorevoli utili a comprendere i punti precedenti
- Carlo M. Cipolla, Storia economica dell'europa pre-industriale, Il
Mulino
- Paul Samuelson, Economia, Zanichelli
- Bagliano e Marotta, Economia Monetaria, Il Mulino
- Eichengreen, La globalizzazione del capitale, Baldini&Castoldi
- Garzantina Economia
- Pierce e Shaw, Economia monetaria, Il Mulino
- Bianchi, Dizionario di economia politica, voce Moneta, Boringhieri
- Savona, Alla ricerca della sovranità monetaria, Libri Scheiwiller
- Dornbusch e Fischer, Macroeconomia, Il Mulino
- Onado, Banca come impresa, Il Mulino
-
http://www.dse.unibo.it/rovelli/EIE/EIE-3-Sig.pdf (Testi di riferimento
proposti)
Nota della Banca d'Italia sul signoraggio
La sentenza di un giudice di pace il cui consulente tecnico ha dichiarato
l'esistenza del signoraggio viene così commentato da un comunicato ufficiale
della Banca d'Italia:
In relazione alle numerose richieste di pagamento, formulate rivendicando la
proprietà collettiva della moneta unica europea e il relativo reddito da
signoraggio, pervenute alla Banca d’Italia a seguito della diffusione data dai
mezzi di informazione alla sentenza del Giudice di pace di Lecce n. 2978/05,
l’Istituto informa che la sentenza, avente effetto solo tra le parti
dell’originario giudizio, costituisce una pronuncia del tutto isolata, già
disattesa dal Giudice di pace di Pizzo Calabro il quale, con sentenza depositata
l’8 aprile c.a. e con altre 17 decisioni di analogo tenore, ha ritenuto i
singoli componenti delle collettività nazionali privi del potere di agire in
giudizio per contestare le pubbliche potestà di emissione della moneta e di
gestione del valore monetario. La sentenza del Giudice di pace di Lecce è stata
impugnata dalla Banca d’Italia presso la Suprema Corte di Cassazione, cui è
rimessa la decisione definitiva della controversia, che sarà discussa prima
dell’estate. Si informa, infine, che, già prima dell’adozione della moneta
unica, la magistratura aveva ripetutamente respinto simili azioni di rivendica
della proprietà collettiva della massa monetaria, coltivate nei confronti della
Banca d’Italia, quale Istituto di emissione della lira talvolta condannando gli
attori al risarcimento del danno per lite temeraria. In considerazione di quanto
sopra, la Banca d’Italia continuerà a respingere le richieste di pagamento del
reddito da signoraggio.
Signoraggio e falsari
Nel caso dei falsari si può parlare di vero e proprio guadagno da
signoraggio perchè, una volta create le banconote o monete che siano, le
utilizzano per scopi personali, ad esempio per acquistare
beni di consumo. In questo caso si può dire che essi guadagnino tutta la
differenza fra valore nominale e intrinseco, ovvero se per "produrre" una
banconota da cento € spendono 1€, guadagnano 99€.
Signoraggio e dollarizzazione
Quando un paese adotta una moneta straniera come valuta con corso legale,
rinuncia pertanto al diritto di signoraggio. La
dollarizzazione, ovvero la sostituzione della moneta locale con il dollaro
statunitense, comporta due tipi di perdite relative al signoraggio: da un lato a
mano a mano che si ritira dalla circolazione la moneta nazionale cambiandola con
la divisa straniera, le autorità monetarie devono ricomprare la massa di moneta
di proprietà del pubblico e delle banche, restituendo i diritti di signoraggio
che si erano accumulati con il tempo. Inoltre le autorità monetarie perdono i
guadagni relativi al signoraggio nel futuro.
Nel contempo gli Stati Uniti aumentano le loro entrate relative al
signoraggio ed è sorto un dibattito in merito alla possibilità che gli USA
cedano parte di questi guadagni alle economie dollarizzate. A questo riguardo
esiste un precedente negli accordi sottoscritti dal
Sudafrica
e altri tre stati africani che utilizzano il
rand come valuta
avente corso legale (Lesotho,
Namibia e
Swaziland).
Sebbene gli USA non abbiano sottoscritto fino ad oggi alcun accordo con
Panama o con
altri paesi in cui il dollaro ha corso legale, nel Senato degli Stati Uniti sono
state presentate proposte legislative relative al rimborso dei diritti di
signoraggio.
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