Migliaia di pc "in sonno", al chiuso dei nostri
uffici e delle nostre case, controllati a distanza da hacker senza
scrupoli. Aspettano solo l'ora e l'occasione piu' propizia per
"risvegliarli", a nostra insaputa, e utilizzarli ai fini piu' diversi, ma
tutti rigorosamente illegali. Sembra lo scenario nemmeno troppo originale
di un film di fantascienza e invece e' la nuova, concretissima frontiera
del cybercrime che dopo aver attraversato mezzo mondo ha raggiunto anche
l'Italia.
Secondo Symantec nei primi sei mesi del 2006 i computer "zombie", come
vengono definiti in gergo, erano tra 1,5 e 2 milioni, il 140% in piu'
rispetto all'ultima rilevazione. Difficile, se non impossibile, azzardare
stime precise, ma le macchine infettate anche da noi dovrebbero essere
nell'ordine di diverse decine di migliaia. Un numero destinato
inevitabilmente a crescere con la diffusione di Internet.
"E' attraverso la rete che si diffonde il 'contagio' - conferma infatti
il colonnello delle Fiamme gialle Umberto Rapetto, comandante dello
speciale Nucleo frodi telematiche -: il meccanismo di trasmissione ripete
in sostanza quello degli immortali 'trojan' (i programmi "cavalli di
troia", ndr) con utenti che, convinti in buona fede di installare ed
eseguire un certo programma, si trovano a scaricare applicazioni di tutt'altro
tipo". Il risultato finale e' inquietante: "da quel momento il nostro pc
diventera' infatti parte integrante di una rete, in gergo di una 'botnet',
contrazione di robot network, comprendente decine di migliaia di altri pc,
controllati remotamente da terzi".
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