Il Movimento Difesa del Cittadino sta registrando in questi giorni
centinaia di reclami di utenti che si sono visti addebitare in fattura
cifre vertiginose dai 100 ai 600 euro per decine di chiamate mai fatte
volontariamente a numeri con prefisso 899, ciascuna di € 12,50. "Tale
importo - dice l'associazione - è proprio quello fissato dal Ministero
delle Comunicazioni con il decreto 145/06 per limitare le truffe che,
quindi, deve essere immediatamente abrogato". Ancora una nuova ondata di bollette telefoniche
invase dai famigerati dialer, programmi pirata autoinstallanti che
reindirizzano le connessioni di internet verso numeri a sovrapprezzo. A
denunciarlo è il Dipartimento Telecomunicazioni del Movimento Difesa del
Cittadino (MDC), che sta registrando in questi giorni centinaia di reclami
di utenti che si sono visti addebitare in fattura cifre vertiginose dai 100
ai 600 euro per decine di chiamate mai fatte volontariamente a numeri con
prefisso 899, ciascuna per l'importo di € 12,50 fissato proprio dal
Ministero delle Comunicazioni per limitare le truffe.
"La nuova
ondata di superbollette - sottolinea l'Avv. Francesco Luongo, responsabile
del Dipartimento TLC dell'associazione - dimostra il fallimento se
non l'insensatezza del decreto ministeriale sui servizi a sovrapprezzo (D.M.
145/06 G.U. del 10.04.06) che si può tranquillamente definire ormai decreto
salvatruffe". Per questo,
MDC ha chiesto al Ministro Paolo Gentiloni l'immediata
abrogazione del Decreto o una rapida modifica "onde evitare - si legge nel
comunicato - che a rimetterci siano ancora una volta gli utenti, mentre chi
ha messo in rete i dialer continuerà ad incassare impunemente centinaia di
migliaia di euro".
"A ciò - continua Luongo - si aggiunge l'ipotesi vergognosa al
vaglio dell'Autorità per le comunicazioni di svincolare le sole
aziende dall'obbligo di conciliazione obbligatoria con l'utente nel caso di
recupero crediti (Consultazione pubblica per la revisione della Delibera n.
182/02/CONS su
www.agcom.it). Per gli utenti non rimarrebbe altra possibilità che
resistere in giudizio alle pretese di danaro anche di chi ha messo i dialer
nel web".
MDC chiede da tempo che le numerazioni a pagamento siano
disattivate in default a tutti gli utenti e
attivabili solo su espressa richiesta. L'associazione ha già denunciato
anche i punti critici del Regolamento ministeriale:
- Il provvedimento ministeriale stabilisce che la prestazione, e
quindi il pagamento, non possa essere fornito senza il consenso
espresso dell'utente. Dopo aver definito in modo ambiguo quanto generico
"consenso espresso" del cliente, il Ministero parla (un paio di articoli
più in là) di "consenso esplicito" e non chiarisce i modi attraverso cui
gli operatori dovranno accertare e dimostrare il consenso dell'acquirente.
- La necessità di chiarezza e di trasparenza contrattuale
prevista dal regolamento viene subito smentita quando si
stabilisce che, per servizi che comportino una spesa inferiore a 1 € e per
giochi a premio, televoti e sondaggi il cui costo sia di € 0,080 Iva
inclusa, l'avviso di presentazione con il dettaglio del fornitore e del
servizio non è obbligatorio.
- Nella parte relativa ai servizi destinati ai minori, il
Ministero delle Comunicazioni con questo decreto "regala" ai
minori italiani la capacità di agire e di concludere contratti per
forniture di servizi telefonici, anche se solo sino a € 2,75, Iva inclusa.
Resta un mistero come possa un minore comprendere le norme di un contratto
a distanza mediante cellulare e conoscere i propri diritti tra cui il
recesso.
- Dopo aver ribadito la necessità di avviare la tassazione solo
dopo il "consenso", il provvedimento stabilisce che "ove
tecnicamente possibile l'addebito è subordinato all'effettiva erogazione
del servizio". Si può quindi desumere che per il Ministero l'addebito
potrà anche essere effettuato in assenza di fornitura di quanto richiesto.
- I nuovi utenti all'atto della stipula del contratto telefonico
(i vecchi con un modulo appositamente fornito
dalla compagnia) non potranno chiedere la disabilitazione delle
numerazioni per i servizi a sovrapprezzo, bensì soltanto determinare un
limite di spesa mensile per queste chiamate, che sarà di 50 o 100 euro.
Addirittura, la mancata comunicazione dell'utente che non spedirà il
modulo (anche se potrebbe non essergli stato mai inviato) determinerà
l'assenza di un tetto massimo di spesa per questi servizi. In questo modo
il provvedimento garantisce la liceità dei servizi a sovrapprezzo,
indipendentemente da una legittima richiesta dell'utente.
Archivio Sicurezza on Line
|