A leggere i propositi del ministro dei Trasporti, Alessandro
Bianchi, in fatto di sicurezza stradale ci sovvengono due pensieri. Il
primo positivo: e' utile che un il Governo affronti un problema che crea
piu' decessi e danni di eroina, Aids e catastrofi naturali messi insieme.
Il secondo pensiero e' desolato: tutti gli interventi proposti
(abbassamento dei limiti di velocita', scatole nere e limitatori di
velocita') puntano il dito sull'automobilista non disciplinato. Quest'impostazione
parte da una verita' parziale. Solo il 40% degli incidenti e'
riconducibile all'automobilista. Il rimanente 60% e' causato dalla cattiva
manutenzione delle strade e da come la rete e' disegnata, realizzata e
segnalata (i dati sono tratti da uno studio effettuato da tecnici di 30
universita' per conto della Società italiana di infrastrutture viarie-Siiv).
Insomma, l'impostazione del ministro parte dalla concezione che il cittadino
automobilista sia “cattivo” e quindi vada limitato. Lungi da noi il buonismo
nei confronti degli amanti delle corse autostradali, ma perche' Bianchi
non guarda all'altro 60%? Perche' non cita la giungla di cartelli
stradali (stimati in circa 12 milioni), buona parte dei quali sono
fuorilegge (il 30%, secondo il Touring club italiano)? Al ministro
ricordiamo, inoltre, che gli attuali limiti spesso sono posti in maniera
furba da parte di molti comuni che cosi' hanno trovato il modo incrementare
in modo esponenziale il numero delle multe.
Questo sistema di fare cassa dei comuni e' odioso, ma ha una logica. Di
frequente, pero', ci sono i limiti senza logica alcuna. Come accade, solo
per fare un esempio, lungo la strada statale 106 che collega Taranto a
Reggio Calabria. In alcuni tratti e' a 4 corsie con spartitraffico e asfalto
nuovo di zecca, con un limite di 90 chilometri orari. In altri e' a due
corsie, strette, e con molte curve, e il limite e' di 80 all'ora. Che senso
ha, non sarebbe meglio consentire di viaggiare a 110 chilometri orari dove
la strada e' scorrevole e sicura e ridurre a 70 il limite nei tratti
difficili?
Le buone strade costano e le risorse sono limitate, lo sappiamo. Ma si
puo' fare di piu' semplicemente limitando i tanti esempi di incapacita' e
approssimazione. Oppure adottando misure semplici a costi molto
limitati. Gli esempi non mancano, basta farsi un giro in altri Paesi. In
Ungheria, per esempio, sulle statali si disegnano tre corsie, quella
centrale e' utilizzata per il sorpasso in modo alternato dai veicoli che
procedono nei due sensi di marcia.
Ministro, giri la testa anche dall'altra parte e imponga agli enti
gestori la manutenzione a regola d'arte delle strade e controlli l'operato
dei comuni, e' il modo migliore per affrontare in modo efficace il difficile
problema della sicurezza stradale.
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