
Intervista a Dario Fo sulla scuola
I giovani lo hanno capito. In gioco non c'è solo il decreto Gelmini,
c'è il loro futuro. Questo Paese non è più in grado di garantire nulla. Lavoro,
pensioni, ricerca, servizi sociali. Le nuove generazioni troveranno un
piatto vuoto, leccato a tal punto da brillare nel buio.
Maroni-prendi-istruzioni vuole denunciare gli studenti che occupano le
università. Povero Maroni e povera Lega. Ieri si dicevano al servizio di quello
che chiamavano il popolo, oggi sono al servizio di chi Bossi chiamava
il mafioso di Arcore.
Senza legittimità morale non si governa un Paese. Non si
possono chiedere sacrifici con
18 condannati in Parlamento. In Italia, mentre operai e impiegati
perdono il lavoro ogni giorno, chi li governa si compra ville come
caramelle. Lo
disse anche Frà Cristofaro a Don Rodrigo: "Verrà un giorno...".
Testo:
"L’unico modo, come diceva un certo Mao Tze Thung, bisogna andare dentro dove
sta la tigre, per capire l’antro, per capire cosa succede
intorno. Io sono stato alla Statale di Milano e ho recitato
tenendo una lezione. Mi serviva una provocazione per sentire gli umori,
ascoltare attraverso i riflessi quello che era il clima e soprattutto capire una
cosa: a che livello di conoscenza e di informazione sono gli studenti. E mi sono
meravigliato rispetto a quarant’anni prima, quando ci andai, e mi ricordo un
clima caotico, ricordo che le cose erano un po’ a braccio, ricordo che si
capivano certi slogan e certi valori che si ripetevano ma che non erano
approfonditi.
Insomma, questa gioventù ha invece una conoscenza e soprattutto
è evidente che ha dialogato, ha avuto conflitti chiari con gente che la pensava
diversamente, e per questo sono informatissimi! Una delle cose
che mi hanno detto subito è stata: “Questa è una lotta non soltanto per il
problema del denaro, ma per il problema della libertà e della
nostra vita.” Cioè noi ci troviamo con un governo che spara
basso a tagliare orizzontalmente i danari che ci occorrono per tenere in piedi
l’università non soltanto per risparmiare e per farsi la moneta, per usare poi –
cosa terribile – per comprare degli aerei o per dare i
sussidi all’altra parte del discorso, cioè alla scuola privata.
Ma è proprio per distruggerla quella pubblica! Abbassarla, portarle via
l’agibilità, lo spazio, il respiro in modo che naturalmente, quella privata,
abbia la possibilità di emergere e di essere l’unica università accessibile
perché ha dei mezzi e perché chi si presenta paga rette alte che permettono
anche di guadagnare e hanno magari professori che guadagnando di più sono
selezionati, cosa che per noi non succede.
Un’altra cosa di cui loro hanno chiara idea è la falsità di questo
decreto, di questa legge. Che cosa ha sotto? Sanno benissimo e lo
dicono sempre: l’università è malata ci sono professori eletti attraverso gabole,
ci sono i baroni che hanno in mano tutta la macchina
dell’insegnamento e poi tirano dentro i figli., i nipoti, hai queste scuole che
sono inesistenti, con programmi spaventosi collocati in spazi
di provincia perché servono al luogo, ma servono soprattutto a nuovi baroni che
avranno finalmente la propria personale università. Fanno commercio, mercato,
scambio.
Ebbene, sono le prime cose che ti dice la Destra. Ma forse c’è scritto
nel loro programma che si eliminano? Che tizio, caio sempronio, che ha
il figlio il nipote, la moglie eccetera, sarà eliminato e gli sarà fatto una
specie di processo per ristabilire la legalità e soprattutto un rapporto
univoco, o meglio, equilibrato dell’università? Neanche per idea. Quelli
rimangono! E’ il cancro che deve rimanere perché fa parte dell’equilibrio. La
nostra università ha delle piaghe terribili, dei morti dentro l’armadio
all’infinito, ma naturalmente questi devono rimanere perché la macchina
del potere vive attraverso queste forme di piccoli furti, piccole
aggressioni, furberie soprattutto sporcizia morale che non esiste.
La cosa che devono fare gli studenti è capire che questa macchina bisogna
eliminarla, che anche ai propri professori bisogna gridare non vogliamo
un’università fatta di intrallazzi, di giochi, di corrutele e via dicendo. Che
bisogna rinnovare, che c’è un fatto morale da perseguire e che ci interessa
imparare con dei mezzi perché oltre che gli stipendi molto bassi, checché si
racconti che in Italia si spenda molto di più che in altri Paesi, io dico forse
si bruciano più soldi, però la condizione di vita dei professori,
non dico dei baroni, è dura!
Ecco, prima di tutto bisogna dare una dignità ai professori e farli tornare al
livello di quando io andavo all’università sessant’anni fa, e soprattutto
dare i mezzi perché se io vado all’estero a fare dei corsi di
cosa mi accorgo? Che se tengo lezioni di scenografia mi mettono a disposizione
un teatro! Con tutte le calate, tutti gli svergoli, con le quinte, con tutti i
passaggi, le tecnologie più avanzate, con le luci… cioè, i ragazzi che studiano
per diventare registi, gestori di teatro, per scrivere e via dicendo, hanno la
conoscenza di tutto. Sono tecnicamente avanzatissimi. Da noi no! Da noi è come
fare scuola guida seduti su una sedia anziché sulla macchina
con un cerchio in mano per fare finta di mimare la guida. Be' io ai tempi di
Mussolini ero troppo giovane, non ero ancora in università, sono entrato durante
la guerra, quando c’era un caos terribile, gente che doveva fare i conti con
viaggi incredibili e soprattutto c’erano i bombardamenti. Non si può fare un
esempio. Ma Mussolini, con tutto l’affastellamento, aveva cose
anche migliori di quelle che ci sono oggi e soprattutto si spendevano dei denari
e si facevano strutture nuove e si impiantavano macchine di
conoscenza maggiori di quelle che ci sono oggi, è incredibile ma è così.
D’altra parte se tu vai nella storia dell’università, da quando è nata nel
decimo secolo venendo in avanti, tu vedrai sempre che le città che
avevano un peso, che avevano un’economia alta, che avevano strutture
civili molto elevate, pensiero molto elevato e una filosofia alta, ebbene
avevano grandi università che non erano soltanto intese come
noi abbiamo avuto informazione dal pagamento di rette di grandi signori che
potevano permettersi di mandare a scuola i loro figli fino a fondo selezione.
No! Esistevano nel tempo già nei comuni dei lasciti, addirittura degli stipendi
che si davano a quei degni studenti che dimostravano impegno, soprattutto senso
dello studio e volontà profonda di apprendere. Questo oggi non c’è più!
La situazione sta crollando, sta svuotandosi, quindi siamo al di sotto
della dimensione medievale." Dario Fo
Da Repubblica.it: "Ho
visto quelli del camion bianco aggredire e picchiare i ragazzini
http://www.beppegrillo.it
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