Che
brutta immagine e, allo stesso tempo, che meravigliosa sintesi della giornata
odierna è questo Pinocchio esanime, morto con quel braccio ironicamente teso,
in mezzo ai carabinieri.
Se poco fa avete sentito rompersi i vetri di casa vostra, sappiate che sono
stati i nasi cresciuti spropositatamente dei cronisti che hanno raccontato le
manifestazioni e gli scontri, tanti Pinocchi che dovevano inculcare in noi
l'idea che si fosse trattato di un cavalleresco duello tra una non meglio
identificata "destra" (non chiamiamoli fascisti, per carità) ed un'altrettanta
generica sinistra (rappresentata, secondo i Pinocchi, solo dai centri
sociali). Una singolar tenzone la cui morale, una volta medicate le teste,
deve essere: "non si protesta, né da destra né da sinistra".
Come racconta invece, da testimone,
Curzio Maltese, oltre ai
manifestanti di vario colore, si sono rivisti i cari vecchi provocatori che
arrivano con le mazze e le spranghe, agiscono, picchiano, con gli agenti che
assistono incomprensibilmente immobili e poi se ne vanno da dove sono venuti.
Forse trattavasi di quei provocatori pronti a tutto da infiltrare nel
movimento
di cui parlava profeticamente Cossiga nei
giorni scorsi?
Con un insight da vero Nostradamus, il paragnosta l'aveva previsto e sono
arrivati i provocatori e le botte.
Siccome mi sono rotta i cabbasisi (i coglioni, traduco per i padani
insensibili alla bellezza della vulgata sicula) mi sono rotta, dicevo, di
leggere che Cossiga è stato frainteso, che
l'intervista è una balla della sinistra, una volta per tutte ecco
cosa ha detto l'ex presidente della Repubblica. Chi volesse
controllare l'autenticità della fonte, clicchi qui per la riproduzione
della pagina del QN, giornale notoriamente bolscevico.
Parlando delle minacce di usare la forza pubblica contro i manifestanti,
Cossiga dice:
"Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand’ero ministro dell’Interni.
In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei, perchè pensi a
cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o gravemente ferito..."
Gli universitari, invece? (Chiede il
giornalista)
"Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle
università, infiltrare il movimento con
agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di
giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e
mettano a ferro e fuoco le città.
Dopo di che, forti del consenso popolare,
il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto
di polizia e carabinieri. Le forze dell’ordine non dovrebbero avere
pietà e mandarli tutti in ospedale.
Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in
libertà, ma picchiarli e picchiare a
sangue anche quei docenti che li fomentano. Soprattutto i docenti.
Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì».
Adesso, chi viene a dire che è il signor K è stato frainteso, che non
sono parole gravi, si becca una virtuale pinocchiata sulle gengive. E guai
se dopo si lamenta.
Per fortuna nessun ragazzino morto. Già. Solo un Pinocchio spiaccicato per
terra, simbolo casuale ma straordinariamente significativo di quello che
l'Italia in questo momento non vuole: la ribellione.
Di Pinocchio ci vanno bene le bugie, siamo governati dai Pinocchi e da
stuoli di Gatti e Volpi, ma non accettiamo più la sua indole anarchica, il
suo rompere gli schemi. Il suo dire "NO".
Questo Pinocchio gigante non portava il passamontagna e chissà se veramente
"serviva
per picchiare" come ha
titolato (sotto mescalina) la Repubblica, ma se rimaneva a casa sua forse
era meglio. Ecco cosa succede ai Pinocchi quando non vogliono andare a
scuola e disobbediscono ai babbi. I Pinocchi per bene non scendono in
piazza, dicono solo le bugie e per questo fanno carriera fino ai massimi
livelli.
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