Il Quaderno
bianco sulla scuola attribuisce una notevole rilevanza alla
valutazione, sia nella prima parte di analisi, sia nella
seconda, dedicata alle proposte di intervento e alle condizioni per
la loro realizzazione. Si tiene conto di diverse prospettive
teoriche e delle evidenze empiriche disponibili, delle esperienze
realizzate a livello internazionale e nazionale, delle principali
posizioni emerse nel dibattito su queste prospettive e su queste
esperienze. Dalla lettura del testo e dal confronto tra le due parti
emergono alcuni nodi critici, che richiedono ulteriori
approfondimenti e specificazioni.
Ricerca valutativa ed educativa e attività di
valutazione
Il Quaderno sottolinea l’esigenza e
l’importanza di una distinzione tra ricerca valutativa e
attività di valutazione, sostenendo l’opportunità di rilanciare
la prima "in luoghi autonomi da quelli della sua finalizzazione
esecutiva" (p. X). Si tratta di un punto qualificante della analisi
e della proposta, perché riguarda una delle cause più importanti
della scarsa diffusione di una cultura valutativa nel nostro paese,
da cui deriva anche una certa dipendenza dalle indagini
internazionali, soprattutto per quanto riguarda i modelli di
riferimento e le metodologie adottate.
Nella parte dedicata agli interventi da realizzare nel breve e nel
medio-lungo periodo, però, questa raccomandazione viene soltanto in
parte sviluppata e rimane sullo sfondo. Vengono individuati in modo
articolato gli ambiti in cui sviluppare la ricerca, ma poche sono le
indicazioni relative ai "luoghi" all’interno dei quali collocarla.
Ne vengono esplicitamente menzionati alcuni (Cnr, università e altri
enti pubblici e privati), ma non vengono formulate proposte
concrete. Probabilmente questo è in parte dovuto alle
caratteristiche del Quaderno, ma la mancanza di indicazioni e
la non individuazione delle possibili risorse su cui far leva e dei
passaggi da compiere, rischia di privilegiare di fatto,, –le
attività di "servizio" a scapito della ricerca.
Va detto che non è comunque facile formulare proposte in questo
senso in un paese come il nostro, in cui la ricerca in campo
educativo (accademica e non) è in forte ritardo rispetto a quanto
avviene altrove, anche per responsabilità del mondo dell’educazione,
ancora largamente ancorato a una concezione della riflessione
educativa di tipo filosofico, parzialmente di tipo storico, ma
sostanzialmente poco attenta alla ricerca empirica e sperimentale.
Il ruolo dell’Invalsi
La scelta che il Quaderno sembra suggerire per la
realizzazione delle attività valutative è quella della loro
concentrazione in un unico istituto, l’Invalsi, per il quale vengono
indicati nuovi compiti, un nuovo status giuridico, una nuova
articolazione organizzativa. All’istituto vengono assegnate
molteplici responsabilità: la valutazione degli apprendimenti
degli studenti, la valutazione delle scuole, la valutazione dei
dirigenti scolastici, la realizzazione delle indagini internazionali
di tipo valutativo. Oltre a una funzione di sostegno al ministero e
alle scuole per le attività di miglioramento.
I problemi che sembrano delinearsi sono più di uno. Il
primo riguarda l’opportunità di affidare a un unico soggetto
questa molteplicità di funzioni. Altri paesi in cui la ricerca e le
attività valutative hanno una tradizione molto più consolidata hanno
operato scelte in direzione contraria.
Un secondo problema riguarda la opportunità/possibilità di
individuare sempre nell’Invalsi la "casa" (per usare la terminologia
del Quaderno) delle attività di sostegno e supporto alle
scuole, a seguito degli esiti delle attività valutative. Il
Quaderno stesso sostiene la necessità di garantire una forte
separazione tra le due linee di attività. (1) È un punto
che richiede una attenta riflessione e una approfondita discussione.
Anche perché coinvolge le scelte da compiere nei confronti di ciò
che ancora rimane del servizio ispettivo, rispetto al quale a
più riprese nel Quaderno si ricorda la raccomandazione di
potenziamento formulata in sede Ocse.
Un terzo problema è in che misura i compiti di ricerca e
attività valutative tornano a essere compresenti all’interno dello
stesso "luogo": al futuro Invalsi si riconosce esplicitamente anche
una funzione di ricerca valutativa negli ambiti "statistici,
econometrici, docimologici, e di valutazione delle pratiche
pedagogiche" (p. 150). Evidentemente la questione richiede ulteriori
approfondimenti e la necessità di sciogliere nodi ancora abbastanza
aggrovigliati.
La costruzione dei "team di supporto" alle scuole
Nel Quaderno si fa costante riferimento
all’intreccio tra valutazione e miglioramento delle scuole, tra
valutazione e autovalutazione, in una prospettiva di integrazione e
di reciproca complementarietà. Viene anche ipotizzata una struttura
di supporto alle scuole e vengono indicati tempi e modalità per la
costruzione dei "team" che dovrebbero svolgere questa attività. Al
problema della loro collocazione istituzionale si è già fatto cenno.
Quanto al processo di costruzione e alla loro composizione,
sono forse da mettere in conto, al di là della qualità e della
quantità delle risorse che vi si vorranno investire, tempi
meno brevi per realizzare quanto il Quaderno propone. Le
competenze e le figure richieste per un’attività di questo tipo sono
molto articolate e complesse, così come lo sono quelle necessarie
per la loro formazione. Non è chiaro dove queste competenze possano
essere effettivamente costruite e sviluppate nei tempi relativamente
brevi che vengono prospettati.
Lo status e la direzione dell’Istituto nazionale
di valutazione
Nel Quaderno viene sottolineata la
necessità di una maggiore autonomia dell’Invalsi, per il
quale si propone la trasformazione in "Autorità, che
riferisce del suo operato direttamente al Parlamento" (p. 150). Si
indicano anche alcuni "requisiti" che dovrebbero contraddistinguere
i componenti del comitato direttivo, per i quali si prospetta un
impegno a tempo pieno: "qualificazione scientifica assai elevata,
evidente prestigio internazionale, forte personalità e capacità di
indirizzo, conoscenza riconosciuta dei sistemi di istruzione e
valutazione in Italia e all’estero" (p. 151). Si tratta di
indicazioni di cruciale importanza visti i compiti che attendono
questo organismo, soprattutto in una prima fase di costruzione.
Allo stesso tempo, però, il loro numero e la distribuzione di
compiti e responsabilità prospettati sembrano riflettere l’attuale
situazione di commissariamento dell’istituto e non risulta
chiaro come possano conciliarsi con l’organizzazione interna che in
prospettiva lo dovrà caratterizzare.
(1) Nella forma di due diverse direzioni «separate da una
appropriata "muraglia cinese", p. 145.
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