Ci sono 107.000 studenti in più in 5 anni, 46.229 insegnanti in meno e i
finanziamenti sono stati tagliati del 14,2%. La critica di Legambiente: «Il
governo ha perseguito solo il risparmio»
Meno insegnanti e più precarizzati, più alunni e tagli ai finanziamenti.
Questo il quadro del sistema suola fotografato da Legambiente nel rapporto
“Scuola pubblica: liquidazione di fine stagione” che documenta lo stato di
salute dell’istruzione italiana e che è stato presentato sabato a Roma,
nell’ambito dell’incontro “Per una scuola democratica secondo Costituzione”
organizzato dal tavolo nazionale “Fermiamo la Moratti”.
Trasformare l’istruzione in merce appetibile per il mercato e far
funzionare sempre peggio la scuola pubblica. A questo porta la strada tracciata
dalla riforma della scuola di Letizia Moratti e percorsa in questi cinque anni
dal governo di centro-destra. Lo dimostrano le cifre: a fronte di un incremento
di 107.000 alunni registrato negli ultimi cinque anni, soprattutto grazie alla
presenza quasi triplicata degli studenti stranieri, i finanziamenti sono rimasti
identici a quelli del 2000, con un calo pro-capite del 14,2%. In controtendenza
al trattamento riservato alle scuole paritarie che aumentano del 194,32%
rispetto a quanto previsto dalla legge del 2000 sulla parità scolastica.
Inoltre la Finanziaria 2006 eleva a 157 milioni di euro il bonus a favore
delle famiglie che scelgono la scuola privata. Sono aumentati dell’11,68% gli
alunni portatori di handicap, le situazioni di disagio scolastico e i casi di
dispersione scolastica con abbandoni cha vanno dall’1,8% dei licei all’8,5%
degli istituti professionali, mentre i fondi destinati ad incentivare il lavoro
degli insegnanti sono inalterati da sei anni
Gli studenti aumentano ma gli insegnanti diminuiscono: sono 15.752 le
cattedre soppresse durante i cinque anni di governo Moratti. Unico dato in
positivo riguarda la scuola per l’infanzia con un aumento di 997 classi e 1.369
cattedre, che però appare sottodimensionata rispetto all’aumento degli alunni.
Si rafforza anche la precarizzazione: in cinque anni la scuola ha perso 46.229
docenti di ruolo. Nel 2005/2006 si registrano 102.000 precari, un 12,93% del
totale, di cui 33.700 con contratto a tempo determinato fino al 31 agosto 2006,
e 68.400 con incarico fino al termine delle lezioni.
Non è confortante nemmeno lo stato di salute degli edifici scolastici:
secondo l’indagine compiuta dal Miur nel 2002 il 57,1% delle scuole non era in
possesso del certificato di agibilità statica e di agibilità igienico –
sanitario, il 73,2% non aveva il certificato di prevenzione degli incendi, il
37% mancava di scale di sicurezza e il 20,6% di porte antipanico. «Il Ministero
della pubblica istruzione in questi anni – ha dichiarato Vittorio Cogliati Dezza
responsabile Scuola di Legambiente - ha lavorato con la sola logica del
risparmio: meno insegnanti e sempre più precari, meno sostegno all’handicap,
nessuna politica per l’integrazione dei sempre più numerosi alunni stranieri,
tagli drastici ai finanziamenti per l’offerta formativa. È stato insomma messo
in discussione il valore sociale della scuola pubblica e – aggiunge –
mortificata la funzione degli insegnanti. E la scuola ne risulta impoverita».
Documenti collegati:
Dossier Scuola pubblica 2006
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