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06/02/2006 I Dati di Legambiente sulla Gestione Moratti. Aule Piene Casse Vuote (www.lanuovaecologia.it)

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    Ci sono 107.000 studenti in più in 5 anni, 46.229 insegnanti in meno e i finanziamenti sono stati tagliati del 14,2%. La critica di Legambiente: «Il governo ha perseguito solo il risparmio»

    Meno insegnanti e più precarizzati, più alunni e tagli ai finanziamenti. Questo il quadro del sistema suola fotografato da Legambiente nel rapporto “Scuola pubblica: liquidazione di fine stagione” che documenta lo stato di salute dell’istruzione italiana e che è stato presentato sabato a Roma, nell’ambito dell’incontro “Per una scuola democratica secondo Costituzione” organizzato dal tavolo nazionale “Fermiamo la Moratti”.

    Trasformare l’istruzione in merce appetibile per il mercato e far funzionare sempre peggio la scuola pubblica. A questo porta la strada tracciata dalla riforma della scuola di Letizia Moratti e percorsa in questi cinque anni dal governo di centro-destra. Lo dimostrano le cifre: a fronte di un incremento di 107.000 alunni registrato negli ultimi cinque anni, soprattutto grazie alla presenza quasi triplicata degli studenti stranieri, i finanziamenti sono rimasti identici a quelli del 2000, con un calo pro-capite del 14,2%. In controtendenza al trattamento riservato alle scuole paritarie che aumentano del 194,32% rispetto a quanto previsto dalla legge del 2000 sulla parità scolastica.

    Inoltre la Finanziaria 2006 eleva a 157 milioni di euro il bonus a favore delle famiglie che scelgono la scuola privata. Sono aumentati dell’11,68% gli alunni portatori di handicap, le situazioni di disagio scolastico e i casi di dispersione scolastica con abbandoni cha vanno dall’1,8% dei licei all’8,5% degli istituti professionali, mentre i fondi destinati ad incentivare il lavoro degli insegnanti sono inalterati da sei anni

    Gli studenti aumentano ma gli insegnanti diminuiscono: sono 15.752 le cattedre soppresse durante i cinque anni di governo Moratti. Unico dato in positivo riguarda la scuola per l’infanzia con un aumento di 997 classi e 1.369 cattedre, che però appare sottodimensionata rispetto all’aumento degli alunni. Si rafforza anche la precarizzazione: in cinque anni la scuola ha perso 46.229 docenti di ruolo. Nel 2005/2006 si registrano 102.000 precari, un 12,93% del totale, di cui 33.700 con contratto a tempo determinato fino al 31 agosto 2006, e 68.400 con incarico fino al termine delle lezioni.

    Non è confortante nemmeno lo stato di salute degli edifici scolastici: secondo l’indagine compiuta dal Miur nel 2002 il 57,1% delle scuole non era in possesso del certificato di agibilità statica e di agibilità igienico – sanitario, il 73,2% non aveva il certificato di prevenzione degli incendi, il 37% mancava di scale di sicurezza e il 20,6% di porte antipanico. «Il Ministero della pubblica istruzione in questi anni – ha dichiarato Vittorio Cogliati Dezza responsabile Scuola di Legambiente - ha lavorato con la sola logica del risparmio: meno insegnanti e sempre più precari, meno sostegno all’handicap, nessuna politica per l’integrazione dei sempre più numerosi alunni stranieri, tagli drastici ai finanziamenti per l’offerta formativa. È stato insomma messo in discussione il valore sociale della scuola pubblica e – aggiunge – mortificata la funzione degli insegnanti. E la scuola ne risulta impoverita».


    Documenti collegati:

    Dossier Scuola pubblica 2006


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