A Cesenatico l’associazione “Rosa Bianca” ha
tenuto la sua annuale scuola di formazione politica: ‘L’amore conta’. Un
fine settimana interessante per chi segue il dibattito politico. Ne
parliamo con il prof. Pizzolato.
La scuola rientra in un progetto culturale
dell’Associazione, denominato "Persona e Comunità", che ha le
caratteristiche di un percorso: “Incrociando vocazioni e competenze,
diventa possibile perseguire quegli obiettivi che ci appaiono oggi
prioritari: la tutela dell’interiorità, la cura della vita, la
formazione al sapere critico, la convivenza delle differenze, il governo
dell’economia, la riforma dello Stato sociale, la politica democratica”.
Queste caratteristiche comportano a considerare la felicità come il fine
della politica. Ma una felicità che deve essere raggiunta attraverso il
sacrificio, inteso nel senso come fattore ‘positivo’ per arrivare alla
gioia del ‘parto’.
Sant’Agostino nel “De Civitate Dei” scrive: “Perciò
è ora l'occasione di esporre, con la brevità e chiarezza che potrò, la
tesi che ho promesso di dimostrare nel secondo libro di questa opera,
sulla base delle definizioni che in Cicerone usa Scipione, nei libri su
Lo Stato, e cioè che non è mai esistito uno Stato romano.
Definisce in sintesi che lo Stato (res publica) è la cosa
del popolo. Se la definizione è vera, non è mai esistito lo Stato
romano, perché mai fu cosa del popolo, ed egli ha dimostrato che questa
è la definizione dello Stato. Ha infatti definito il popolo come
l'unione di un certo numero d'individui, messa in atto dalla conformità
del diritto e dalla partecipazione degli interessi. Nel dibattito spiega
che cosa intende per conformità del diritto, poiché dimostra che senza
la giustizia non si può amministrare lo Stato; è impossibile dunque che
si abbia il diritto in uno Stato in cui non si ha vera giustizia. L'atto
che si compie secondo diritto si compie certamente secondo giustizia ed
è impossibile che si compia secondo il diritto l'atto che si compie
contro la giustizia. Infatti non si devono definire e considerare
diritto le illegali istituzioni di certi individui, poiché anch'essi
considerano diritto la norma che promana dalla sorgente della giustizia.
È falso inoltre ciò che per sistema si afferma da alcuni, i quali
sostengono l'erronea opinione che è diritto quel che promuove
l'interesse del più forte”.
Secondo il prof. Luigi F. Pizzolato, docente di letteratura cristiana
antica all’Università Cattolica di Milano: “E’ il testo forse più
lucido, dove si cerca di parlare dell’interferenza del rapporto tra
giustizia e carità; e di come la carità è incarnata nel momento storico.
Non può che essere così”.
In politica come devono vivere la città i cattolici?
“Devono vivere la città come luogo proprio del loro impegno,
che permette loro di costruire sulla terra le premesse dei cieli nuovi e
della terra nuova”.
Lei ha parlato di legge naturale e legge dell’economia di
salvezza: quale è il proprium del cattolico?
“Dipende dalle epoche. Quando c’è un’epoca di forte coesione
culturale tra i cattolici il richiamo alla legge naturale funziona.
Quando, invece, le epoche sono di grande movimento, non dico che non
esista la legge naturale, ma non è percepibile immediatamente. Allora
bisogna cercare di ricostruire le premesse attraverso questa economia
della graduazione di salvezza”.
In cosa consiste?
“Consiste nella pianificazione stessa come piano di salvezza:
riprendere nella storia le movenze del piano di salvezza di Dio stesso,
che ha educato gradualmente il suo popolo per farlo crescere verso la
pienezza dei tempi”.
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