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11/10/2006 Il Toro di Falaride (Considerazioni Incoerenti su Saggezza, Amore ed Universo). PRIMA PARTE (ZRET, http://zret.blogspot.com)

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Il presente testo vuole essere una risposta per quanto parziale, decentrata non definitiva ed interlocutoria alle domande di alcuni gentili lettori, come Denis, a proposito di coloro che prospettano l’amore universale come risoluzione di ogni problema. Credo che le contraddizioni rilevate da Denis siano un riflesso di contraddizioni assai più profonde, ontologiche e, in quanto tali, ineliminabili. Penso che sia arduo - forse neppure è auspicabile - essere del tutto coerenti, giacché l’esistenza stessa, con le sue infinite ambivalenze, impedisce di trovare un ubi consistam, un baricentro. Critiche e contributi sono ben accetti.

Falaride era un tiranno di Agrigento dove fu al potere dal 570 al 554 a.C. Feroce e dispotico, egli fece costruire da un artigiano ateniese un toro di bronzo, nel quale i rei di lesa maestà erano fatti morire tra le fiamme. Qualche filosofo stoico, in vena di facezie, affermò che il saggio poteva essere felice anche nel toro di Falaride.

Saggezza è una parola di cui mi sfugge il vero significato sicché a volte mi sembra un vocabolo vuoto. Eppure, sin dall’antichità, molti pensatori hanno fatto appello alla saggezza, fondata sulla virtus che, innanzi tutto, si esplica attraverso una volontà ferrea. Che poi gli stoici fossero fatalisti, non è di grande rilievo, perché destino e volontà, sebbene, almeno all’apparenza, antitetici, non di rado vanno di pari passo. Del resto, un fatalista radicale come Schopenauer sottolinea l’importanza di un impegno personale sovrumano per liberarsi dalla Volontà: è una sorta di rimedio omeopatico?

Oggi, di fronte all’universale carneficina, all’odio che distrugge gli ultimi brandelli di civiltà, l’appello al volere è per lo più sostituito dall’esortazione all’amore. Dal papa all’uomo politico, dallo scrittore new age al contattista, quasi tutti (pochi in buona fede) esortano all’amore, alla riconciliazione, all’armonia: grazie all’amore, l’umanità sarà rigenerata. Amore è un altro termine dal senso oscuro: che cos’è? Un’energia, una frequenza, un sentimento, un modo di essere? Esiste l’amore puro, disinteressato? È difficile disquisire su qualcosa la cui esistenza è molto dubbia.

Se la saggezza ci conduce nello splendido ma vuoto tempio dello Stoicismo, l’amore, propagandato da certi movimenti e dalle chiese ufficiali, ci innalza fino al cielo azzurro ma finto della New age. Così, se l’antichità possiede "A sé stesso" di Marco Aurelio, come summa conclusiva di una concezione della vita nobile ma astratta, il nostro tempo trova nel breve romanzo "Il gabbiano Johnatan Livingston" di Richard Bach, l’emblema di un sogno di libertà e di equilibrio interiore altrettanto chimerico.

Zret
Fonte: http://zret.blogspot.com
Link: http://zret.blogspot.com/2006/08/il-toro-di-falaride-considerazioni.html
08.08.2006

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  • 11/10/2006 Archivio Il Toro di Falaride

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