Dalla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva, la commissione Igiene
Sanita' del Senato della Repubblica su un totale di 24 sedute, ben 16 le
ha dedicate all'indagine conoscitiva sulla Ru486. Da domani altre 4 sedute
gia' sono gia' previste, perfino una notturna, e monopolizzeranno i lavori
della settimana.
Davvero non c'erano altri temi da trattare inerenti alla salute e alla
sanita'?
L'obbiettivo era, e resta, quello di interferire ed ostacolare il lavoro
dell'Aifa. Infatti, nonostante le rassicurazioni, l'agenzia ancora non ha
pubblicato in Gazzetta Ufficiale la delibera di immissione in commercio
del Mifegyne (RU486) dello scorso 30 luglio, nonostante il segretario
dell'Aifa Guido Rasi sia stato incaricato dal Cda lo scorso 19 ottobre.
Oltre 700 giorni per una procedura di mutuo riconoscimento di un farmaco
che solitamente ne impiega 90, una situazione che espone il nostro Paese a
rischio di una apertura di infrazione a livello di Unione Europea, o di
una immissione forzata in base alla direttiva del mutuo riconoscimento.
Trattasi di uso improprio delle istituzioni... Anche di questo sara' bene
si discuta da domani in commissione, giunta finalmente nella fase
conclusiva di questa indagine ideologica.
* senatrice Radicali-Pd, segretario Commissione Igiene e Sanita'
23/11/2009 Ru486. Conclusioni commissione indagine conoscitiva Senato: bloccare commercializzazione e ricominciare da capo. Gli antiscienza confortati da uso improprio delle istituzioni (http://www.aduc.it)
Domani 24 novembre la commissione senatoriale di indagine sulla Ru486
dovrebbe tirare le proprie conclusioni. Come era intuibile dalla pessima
conduzione dei lavori di questa commissione, tutti sbilanciati nel cercare
di denigrare l'uso di questa pillola abortiva che cerca di rendere meno
problematica l'interruzione di gravidanza, anche le conclusioni non sono
da meno. Non solo, ma travalicano quella che dovrebbe essere la
funzione istituzionale di una siffatta commissione, dando
indicazioni non solo improprie ma dettate da uno specifico pregiudizio
ideologico: la donna che abortisce e' peccatrice e, per questo, deve
soffrire in questa sua scelta. La pretesa della commissione del Senato e'
che l'Aifa vada oltre le proprie funzioni e divenga una sorta di braccio
armato delle pretese a-scientifiche di chi vuole imporre a ognuno il
proprio credo religioso.
Una ennesima dimostrazione di un Parlamento al servizio di una
ideologia religiosa, contro le donne e chi la pensa in modo
diverso e, soprattutto, un Parlamento che dilapida i soldi pubblici in una
commissione che e' stata istituita solo per soddisfare i pruriti dei
nemici della Sanita', su una questione scientificamente e medicalmente
superata e risolta ovunque in Europa e nel mondo.
Riportiamo le conclusioni che, stilate dalla maggioranza
di governo all'interno della commissione, domani, visto il procedere
blindato e senza dibattito del confronto in Parlamento, saranno
sicuramente approvate. Piu' gu' il link all'intero documento finale:
“Poiché la procedura di immissione in commercio della specialità
Mifegyne per mutuo riconoscimento fin qui seguita dall’AIFA non ha
previsto la verifica della compatibilità con la normativa vigente, la
Commissione Igiene e sanità propone di sospendere tale procedura per
chiedere ed acquisire il parere del Ministero competente in materia,
consentendo, ove si ritenga necessario, di riavviare la procedura
dall'inizio.
Il parere della Commissione per quanto riguarda sia la compatibilità con
la normativa vigente che i profili di sicurezza è, come peraltro indicato
dai due pareri del CSS, che l’intera procedura abortiva, nelle sue diverse
fasi, sia effettuata in regime di ricovero ordinario.
La Commissione suggerisce inoltre di verificare l’esistenza di studi per
superiorità del metodo farmacologico o studi di non inferiorità, al fine
di ottemperare all’articolo 15 della citata legge n. 194, nel quale si
prevede la possibilità di ricorrere all’uso "di tecniche più moderne, più
rispettose dell’integrità fisica e psichica della donna e meno rischiose
per l’interruzione della gravidanza".
Rispetto ai dubbi sui decessi a seguito di assunzione di RU486 o delle
prostaglandine associate, e di fronte alle difficoltà di disporre di dati
certi, si auspica una richiesta di arbitrato che riapra la discussione di
merito sul rapporto rischi/benefici e ponga in essere una nuova
istruttoria e deliberazione dell’EMEA.”.
Qui l'intero documento conclusivo
http://www.aduc.it
Archivio Sanità
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