"Non vi sono pericoli di contaminazione con il
virus dell'aviaria per gli allevamenti italiani di suini e per i
prodotti tradizionali di salumeria". Questo il messaggio emerso nel corso
del Convegno internazionale "DOP e IGP: tracciati di qualità", organizzato
oggi a Verona dall'Istituto Parma Qualità (IPQ) e dall'Istituto Nord Est
Qualità (INEQ), con il contributo del Ministero delle Politiche Agricole e
Forestali.
Obiettivo del convegno è stato mettere a confronto, per
la prima volta, alcuni sistemi di controllo e schemi di certificazione di
prodotti di Italia, Francia e Spagna nel settore dei salumi e dei formaggi a
Denominazione di Origine Protetta (DOP) e ad Indicazione Geografica Protetta
(IGP). L'allarme per l'influenza aviaria ha infatti rilanciato, in tutta
Europa e anche in Italia, il tema del controllo e della qualità dei prodotti
alimentari di origine animale.
Molti i partecipanti al convegno: dagli allevatori di
suini, ai macellatori, dai produttori di carni e di prosciutti agli
agricoltori, oltre a rappresentanti di Regioni, Coldiretti, Assica, Camere
di commercio e Associazioni di consumatori. Trai presenti anche la dott.ssa
Laura La Torre, direttore generale della Qualità dei Prodotti Agroalimentari
del
Ministero delle Politiche Agricole, ed autorevoli esponenti della
filiera di produzione dei salumi di Francia e Spagna. "I maiali allevati in
Italia - ha detto il direttore generale dell'INEQ,
Francesco Ciani - vivono in ambienti protetti, isolati dall'esterno, dove è
impensabile la contaminazione. Del resto, negli ultimi cento anni non è
stato documentato alcun passaggio dell'influenza aviaria dagli uccelli ai
mammiferi. I prodotti tradizionali di salumeria con marchio DOP e IGP -
prosegue Ciani - derivano la loro sicurezza da un sistema blindato di
controlli incrociati, che coinvolgono innanzitutto l'autocontrollo delle
imprese produttrici, ma anche il disciplinare fissato per legge in maniera
rigorosa e i controlli dei nostri Istituti e del Servizio sanitario
nazionale".
Fausto Palmia, direttore generale dell'IPQ
ha precisato: "Anche in seguito agli allarmi sanitari delle ultime
settimane con gli altri paesi europei è ipotizzabile non solo uno scambio di
dati ed informazioni, ma anche una maggiore collaborazione tra gli Istituti
di controllo nel settore dei salumi. Ciò favorirebbe una politica europea
più uniforme in questo comparto"
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