Il primo a diagnosticare la mcs (Multiple chimical Sensitivity -
sensibilità chimica multipla) alla fine degli anni '50 è stato
l'allergologo Theron G. Randolph (1906-1995), padre della ecologia
clinica,
il prof. Randolph capì che c'erano dei soggetti apparentemente
allergici, ma con sintomi anomali e multisistemici, ma l'intuizione più
grande, del dr. Randolph, è stata di aver correlato questi sintomi alle
sostanze ambientali di sintesi chimica e/o tossiche.
In aperto contrasto con gli allergologi, il prof. Randolph decise di
studiare queste malattie (Randolph definiva la sensibilità chimica al
plurale cioè le sensibilità) dedicando loro tutto il suo operato e
diventando così il fondatore dell'ecologia clinica. Svolse numerosi
studi ed ebbe la geniale intuizione dell'unità ambientale, un luogo di
osservazione in cui i pazienti erano allontanati da tutte le sostanze
chimiche e/o tossiche (l’unità ambientale serviva soprattutto per una
diagnosi certa, li si testavano le varie sostanze dopo un periodo di
evitamento, che portava ad uno smascheramento dei sintomi ed anche a
crisi di astinenza).
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