Il Tribunale di Parma ha dichiarato la nullità
delle operazioni di acquisto di bond argentini per vizio di forma
eseguite da un cliente condannando altresì la Banca venditrice alle
restituzione di quanto pagato, oltre a interessi e spese legali, per un
totale di 805.000 €. Ne da notizia la sede lombarda di Confconsumatori che
ha seguito la vicenda poichè era coinvolto un suo associato.
"Ancora una sentenza che sottolinea l'affermarsi di una
giurisprudenza favorevole ai risparmiatori - afferma l'avv.
Giovanni Franchi, - In particolare, se il Tribunale di Parma si è ormai
conformato alla tesi di parte della giurisprudenza per la quale la necessità
della forma scritta riguarda il solo contratto quadro, ha perlomeno
applicato il principio in termini rigorosi, dichiarando sempre la nullità
dell'investimento, sebbene il medesimo fosse stato effettuato in un periodo
in cui i titoli argentini non erano ancora pericolosi."
In particolare, Il Tribunale ha riscontrato che l'Istituto di
credito non aveva stipulato per iscritto il contratto quadro, così
come prescritto dall'art. 23 Testo Unico Finanziario. Più in particolare,
nonostante ve ne fosse uno, il medesimo non presentava data certa, con
l'effetto, secondo il Tribunale, che gli ordini di acquisto non potevano
ritenersi impartiti successivamente alla sua sottoscrizione e quindi nella
forma prescritta dalla legge.
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