L'Argentina, gravemente inadempiente,
dispone delle risorse finanziarie per risolvere la questione. Lo afferma il
Presidente della Tfa, Nicola Stock, che precisa: "secondo i dati economici
dell'Argentina, il Paese registra tassi di crescita annuali pari a circa
l'8% annuo. Inoltre numerosi economisti internazionali confermano che il
ricorso al mercato dei capitali è precluso al Paese fintanto che non si
risolva la questione degli obbligazionisti che non accettarono l'offerta di
scambio argentina (holdout)". Stock respinge le affermazioni
dell'ex ministro dell'Economia argentino, Roberto Lavagna, candidato alle
elezioni presidenziali, che pensa di conseguire consenso elettorale
utilizzando quale mezzo l'esproprio finanziario perpetrato ai danni di
obbligazionisti internazionali, in particolar modo i piccoli investitori
italiani".
"Lavagna - prosegue -dimentica le pressioni
internazionali che nascono sia dalle numerose cause perse ed altre pendenti
presso i tribunali di New York e di Francoforte, sia dai ricorsi dinanzi
all'Icsid in particolare quello dei 190.000 obbligazionisti italiani, ormai
in fase d'avvio. Infatti lo stesso Guillermo Nielsen, sottosegretario alle
Finanze della Repubblica Argentina, proprio con il ministro Roberto Lavagna,
organizzatore e principale esecutore dell'offerta pubblica di scambio del
2005, ha dichiarato nella rivista economica argentina "Fortuna" del 24
agosto 2007".
La conclusione istituzionale per un pieno ritorno al
mercato comprende anche l'implementazione di una proposta per porre fine
agli "holdouts". Si deve rimuovere la drammaticità di un tema che in questo
momento è da ritenersi una questione tecnico-legale. Guardando al futuro il
costo per il Paese di mantenere coloro che non parteciparono all'offerta di
scambio nella categoria dei "paria" è sproporzionato".
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