Le banche sono in preda a un orgasmo da prodotti
creativi per far tornare il budget. Al cliente del loro budget non
gliene può fregare di meno e vorrebbe che la loro creatività si esprimesse in
buoni servizi a costi di mercato, quello europeo, non quello italiano. Le banche
che negano un finanziamento alle piccole imprese sono le stesse che
prestano miliardi di euro ai Tronchetti e ai Benetton. Soldi nostri,
dei correntisti, dei piccoli investitori. Gli amministratori delegati delle
banche rispondono da troppo tempo alle leggi della politica e delle
relazioni dei salotti buoni invece che alle leggi del mercato.
Pubblico questa lettera, tra le tante che ho ricevuto, sul
comportamento delle banche.
“Mi rivolgo a voi visto che siete una delle pochi voci che mette in
guardia i risparmiatori sulle vessazioni fatte dalle banche nei
confronti dei dipendenti addetti alla consulenza finanziaria
(..se ancora la si può chiamare così).
L'ultima "invenzione" della banca in cui lavoro, vista la recente tendenza al
rialzo dei tassi di interessi, è stata quella di proporre ai clienti che già
hanno acceso un mutuo casa a tasso variabile, una cosiddetta
operazione "di protezione dal rischio tasso", mediante la vendita di "covered
warrants" di varia durata, che darebbero al cliente che li sottoscrive
un'entrata di denaro periodica qualora i tassi di mercato superassero una certa
soglia prefissata.
Tali covered warrant, alla loro naturale scadenza (che andrebbe a coincidere
all'incirca con quella del mutuo originario), andrebbero poi a zero di valore.
Fin qui non ci sarebbe molto di strano nell'operazione, se non che tale
vendita va anche accompagnata da un finanziamento al cliente
dell'importo dei covered warrants sottoscritti: in pratica prima il cliente paga
lauti interessi sulle rate del mutuo, poi si sobbarca l'acquisto di tali
warrants che andranno a zero (..e che magari non gli daranno entrate se i tassi
non dovessero salire molto) e inoltre ci paga anche gli interessi sul prestito
per acquistarli.
Non vi dico poi le pressioni quotidiane per vendere tali prodotti
(...insieme agli altri, spesso scadenti, già a catalogo!): mi domando
fino a quale punto arriveremo in futuro.
Purtroppo la clientela si fida di noi che dobbiamo avere la faccia tosta di
rassicurarli sulla bontà dei prodotti e mentiamo loro dalla mattina alla
sera; se poi non vendiamo tali prodotti veniamo emarginati all'interno
della banca.
I budget sono ormai "mostruosi" e se non riesci a raggiungerli ottieni pessime
note di qualifica e niente premi incentivanti.
Io cerco di resistere a tali pressioni ma vi posso garantire che da
alcuni anni ho i nervi a pezzi e soprattutto ho cominciato ad odiare un
lavoro che mi piaceva: l'unica consolazione è quando si riesce a collocare i
prodotti migliori e a non fare danni alla clientela, ma ciò accade sempre più
raramente.
Vi ringrazio per aver potuto "sfogare" la mia rabbia.
Grazie ancora.”
M.
Archivio Risparmio Tradito
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